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Rigassificatore a Piombino, il caso FdI. Meloni: “Solo se non ci sono alternative”

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PIOMBINO – “I rigassificatori vanno fatti e vanno fatti nel tempo che è stato definito perché noi dobbiamo liberarci dalla dipendenza del gas russo. Se c’è un modo per fare un rigassificatore non a Piombino che è una città che ha già pagato molto anche per l’assenza di bonifiche sarebbe meglio. Se non ci sono alternative per me l’approvvigionamento energetico è una priorità ma bisognerà però parlare molto seriamente del ruolo del Comune e delle compensazioni che vanno al Comune di Piombino”.

Dopo il si netto di Ignazio La Russa, sul rigassificatore a Piombino arriva la posizione di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.

FdI in cui il rigassificatore sta diventando un caso, visto che è il partito che esprime Francesco Ferrari, sindaco da sempre in prima linea, anche in piazza, contro il rigassificatore a Piombino.

Francesco Ferrari, FdI: “Sono molteplici i motivi del no della città al rigassificatore ma possono essere sintetizzati in tre parole: sicurezza, economia, ambiente”. Auspicando che “Il futuro Governo, a prescindere dal colore politico, faccia le dovute verifiche e prenda in considerazione la possibilità, sempre che non sia troppo tardi, di collocare l’impianto altrove, in un luogo più sicuro”.

Ferrari: “Il porto di Piombino è piccolo e frequentato da migliaia di passeggeri, basti pensare che dalle nostre banchine partono oltre cento traghetti al giorno diretti alle isole dell’arcipelago e in Sardegna. Senza contare le aziende insediate negli spazi portuali oltre alla collocazione del porto dentro il centro abitato. É evidente che le interferenze sono moltissime e potenzialmente molto rischiose, in particolare se si pensa che la Golar Tundra dovrebbe essere affiancata da un’altra nave altrettanto grande per il rifornimento”.

“Inoltre, il ciclo aperto della nave riverserà in mare acqua fredda mista a ipoclorito di sodio: un danno per l’habitat marino e per l’economia del mare, per noi importantissima visto che Piombino è il primo polo nazionale di itticoltura in allevamenti a mare e le vasche sono a poche centinaia di metri dall’ingresso del porto.  Piombino ha dato tanto al Paese sia in termini ambientali e di salute pubblica che in termini economici: abbiamo ettari di terreni da bonificare a causa della presenza dell’industria pesante e di una centrale a olio combustibile che ha dato energia a tutta la Toscana e stiamo ancora affrontando una crisi economica e sociale causata da quella siderurgica”.

“Adesso che, finalmente, la città sta risollevando le sue sorti grazie alla diversificazione e al turismo, quest’opera rischia di metterla nuovamente in ginocchio. In ogni caso, la decisione sarà presa nell’ambito del procedimento amministrativo: il Comune si è dotato di una task force di tecnici esperti e legali specializzati che sarà in grado di far emergere tutte le criticità e i dubbi”.

Quindi: “L’emergenza energetica è un dato di fatto ma non può essere una giustificazione valida per ignorare i problemi di sicurezza”.

© Riproduzione riservata

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