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LIVORNO – Scuola a Livorno, presidente Provincia: “Nessun numero chiuso”.
Nessun numero chiuso negli istituti superiori a Livorno.
Sandra Scarpellini, presidente Provincia, sindaca di Castagneto Carducci, dopo il tavolo di confronto con i rappresentanti dei sindacati confederali: “numero chiuso alle iscrizioni non è mai stata un’ipotesi sul tavolo e che, ai fini della massima trasparenza, la Provincia metterà a disposizione del tavolo tutti le informazioni utili. I dati relativi alla ricognizione sistematica e ragionata di tutti gli spazi disponibili negli edifici scolastici delle scuole superiori di Livorno. L’individuazione delle aule che, nel rispetto delle normative, sono effettivamente utilizzabili ai fini dell’uso scolastico. Eventuali altri spazi che si possano considerare”.
La Provincia di Livorno rende noto con un comunicato, “ha avviato un tavolo di confronto, con l’obiettivo di favorire il massimo dialogo con le istituzioni e tutti i componenti della comunità scolastica, per trovare soluzioni adeguate al complicato tema del dimensionamento scolastico”.
Il primo incontro sulla scuola a Livorno si è svolto sabato 18 novembre nella sede del Museo di Storia Naturale con i rappresentanti dei sindacati confederali del comparto scuola “a cui seguirà analoga iniziativa con le altre sigle sindacali”.
Alla riunione erano presenti la presidente della Provincia, Sandra Scarpellini con il vice presidente Pietro Caruso, la dirigente del settore dei lavori pubblici, Silvia Borgo e la responsabile del Servizio Reti scolastiche Anna Roselli.
Per i sindacati sono intervenuti Veronica Virgili (Cgil), Gloria Venturi (Cisl) , Maria Vanni e Claudio Vannucci (Uil).
“L’incontro è stata una prima occasione di confronto e informazione da parte dell’ente sulle principali problematiche legate alla necessità di spazi per le scuole di Livorno e la presidente Scarpellini, introducendo la riunione, ha ribadito la ferma volontà dell’amministrazione provinciale di superare una visione emergenziale del problema e di promuovere un lavoro congiunto, tra tutti i soggetti, per arrivare a soluzioni condivise che rispettino i criteri di sicurezza, idoneità e stabilità, nel tempo,delle soluzioni”.
L’obiettivo comune, prosegue il comunicato della Provincia di Livorno, deve essere quello di garantire a studenti e studentesse la facoltà di esercitare realmente il proprio diritto allo studio, che comprende non solo la possibilità di scegliere il proprio percorso e indirizzo formativo, ma anche di poter usufruire di strutture idonee e accoglienti, in zone adeguatamente raggiungibili.
I rappresentanti sindacali, si legge, “nel prendere atto della comune volontà circa l’obiettivo da raggiungere, hanno convenuto sull’importanza di estendere il confronto non solo a tutte le componenti della comunità scolastica, ma anche alle istituzioni locali, alla Regione e all’Ufficio scolastico regionale, al fine di garantire una riflessione che, insieme alle questioni contingenti, permetta di affrontare i problemi anche in un’ottica più ampia”.
Scuola a Livorno, su un numero chiuso a iscrizioni nei licei Cecioni ed Enriques pubblicato da stampa locale, Forza Italia con la deputata di Cecina Chiara Tenerini e la coordinatrice di Livorno Elisa Amato: “La notizia che si intenda mettere un limite alle iscrizioni per i licei Cecioni ed Enriques di Livorno ci dispiace molto, seppur motivato con la carenza di spazi nei due plessi. Riteniamo che questa pesante limitazione dell’offerta formativa nella città oltre ad essere penalizzante per gli studenti sia il frutto di una mancata pianificazione di lungo periodo rispetto alle necessità formative del territorio”.
“Da tempo la città di Livorno è teatro di politiche che prestano poca attenzione alla valorizzazione del territorio ed alla necessità di renderlo appetibile. Un trend negativo che si è già manifestato in altri settori e rappresenta una sconfitta per i cittadini. Chi governa la città deve avere una visione prospettica vincente non una al ribasso. Ci auguriamo che in tal senso vi sia presto un’inversione di tendenza”.
Lega Salvini premier con Carlo Ghiozzi, capogruppo consiliare Comune di Livorno rispetto a un numero chiuso. “Con questa scelta si lederebbe di fatto il diritto allo studio dei nostri ragazzi garantito costituzionalmente. La politica non può tacere di fronte a questa assurda ipotesi. La Provincia è da anni che conosce la situazione critica delle aule e delle strutture scolastiche superiori, Ma nessuna soluzione concreta ad oggi è mai stata messa in essere se non quella di provare estemporaneamente a trovare spazi, spesso non idonei, a garantire lo svolgimento delle lezioni. Ma creando di fatto solamente disagi a studenti e ad insegnanti costretti a girare come palline da flipper da un edificio all’altro sparsi per la città.
È necessario invece programmare in modo serio, concreto ed a lungo termine come strutturare l’edilizia scolastica livornese analizzando quali siano i flussi reali di studenti che potrebbero optare per una scuola o l’altra. Su questo fronte siamo invece completamente in ritardo contornato da un’improvvisazione imbarazzante da parte di chi amministra da decenni l’ente. La soluzione del numero chiuso, lo ripetiamo, non può e non deve essere la soluzione. Nel caso in cui la Provincia voglia continuare su questa strada, la Lega impugnerà senza se e senza ma in ogni sede istituzionale questa proposta al fine di tutelare il sacrosanto diritto di studio a tutti i nostri ragazzi.
Adesso veramente siamo stufi di questi rattoppi estemporanei che creano solo danni e disagi. E’ necessario cambiare rotta nei vari Comuni che andranno a giugno al voto e che, momentaneamente con le regole attuali, esprimono la maggioranza politica che amministra in questo modo assurdo ed improvvisato la nostra Provincia, ovviamente vicina al Partito Democratico. Riteniamo opportuno, inoltre, che vada in porto quanto prima la proposta della Lega a livello nazionale di far tornare la voce ai cittadini per l’elezione di questo organo amministrativo che così come concepito, insieme all’inettitudine dell’attuale maggioranza di centrosinistra, non riesce a risolvere le reali problematicità delle competenze assegnate”.