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LIVORNO – Il turismo spinge l’economia livornese, sempre in difficoltà il commercio tradizionale.
L’Elaborazione centro studi e servizi della Camera di Commercio Maremma e Tirreno su dati Infocamere, fotografa un secondo trimestre 2025 in cui la provincia di Livorno mostra una tenuta complessiva del tessuto imprenditoriale.
Le imprese registrate sono 32075, di cui 27968 attive, pressoché stabili rispetto all’anno precedente. Tra aprile e giugno si contano 412 nuove iscrizioni e 318 cessazioni, con un saldo positivo di +94 imprese. Il tasso di natalità si conferma all’1,3%, mentre la mortalità scende all’1,0%: indicatori che segnalano una crescita moderata ma significativa.
“Guardando ai settori – commenta il direttore della Confcommercio provinciale Federico Pieragnoli – emerge una dinamica a due velocità. Le imprese di alloggio e ristorazione continuano la loro graduale crescita con lo 0,5% in più, e confermano così la centralità del turismo per l’economia costiera e dell’Arcipelago. Il commercio non esce invece dalle solite difficoltà: le attività commerciali perdono terreno (-2,0%), a conferma delle pressioni che gravano sul settore, tra costi fissi, concorrenza digitale e cambiamento delle abitudini di consumo”.
Le differenze territoriali confermano il quadro: Cecina (+36), Piombino (+38) e il capoluogo Livorno (+159) registrano saldi positivi, ma nel complesso la sostanziale stabilità è il dato più visibile. L’Arcipelago livornese (+0,4%) resta anche per il secondo semestre l’area più dinamica.
“I dati ci consegnano un territorio che resiste, con il turismo che continua a trainare l’economia. Ma il commercio tradizionale vive una fase complessa che va affrontata subito: senza negozi, anche il turismo dei nostri centri rischia di perdere identità e attrattiva”, avverte Federico Pieragnoli di Confcommercio Livorno.
“Ora servono infine costi locali più leggeri – conclude – revisione di Tari e canoni per le attività di vicinato nelle aree più esposte alla desertificazione commerciale, regole semplici e iter snelli per dehors, occupazioni di suolo e piccoli investimenti di arredo urbano, incentivi rapidi per eventi e marketing territoriale collegato. Stiamo lavorando con diverse amministrazioni su questi temi. Non è un percorso né facile né veloce, ma ne va della vivibilità dei centri urbani“.