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VIAREGGIO – Carnevale di Viareggio 2024, ecco i bozzetti dei carri.
Da Susanna Tamaro a Salvador Dalì, da Alda Merini a Mario Tobino, a Esopo, a Klimt, fino alla pellicola di Jurassik Park.
Presentati i bozzetti delle costruzioni allegoriche che sfileranno al Carnevale di Viareggio dal 3 al 24 febbraio 2024.
E’ già pronto il programma della manifestazione celebre in tutto il mondo iniziata con la prima sfilata nel 1873.
Per il Carnevale di Viareggio 2024 i giovani, in particolar modo gli adolescenti, sono il tema della costruzione allegorica di Jacopo Allegrucci che, prendendo spunto dal romanzo di Susanna Tamaro, narra il momento in cui i ragazzi abbandonano la fanciullezza per navigare in mare aperto, verso la vita adulta. Un viaggio non semplice in cui le Arpie rappresentano tentazioni e pericoli.
Per Massimo e Alessandro Breschi il maggiore pericolo per i giovani è la droga, rappresentata da una vedova bianca che incombe in uno scenario da rave party.
Il passato che ritorna, minaccioso e ammonitore, è sui carri allegorici di Roberto Vannucci e Luca Bertozzi.
Vannucci immagina che, dallo scioglimento dei ghiacciai, riprenda vita un gigantesco mammut, che si ritrova in un pianeta inquinato e morente, se l’uomo non cambia.
Bertozzi invece, omaggiando i 30 anni del film Jurassik Park, racconta di un grande show in cui l’attore principale è un famelico tirannosauro. Uno show cruento in cui gli spettatori invece che spaventarsi riprendono la scena con gli smartphone, sempre più alla ricerca di forti emozioni.
Il surrealismo di Dalì è scelto da Alessandro Avanzini, che ritrae il famoso artista, tra le iconiche immagini dalla forma liquida, per narrare il narcisistico desiderio egolatrico del terzo millennio.
Sul carro di Lebigre e Roger, i robot ‘Intelligenza Alternativa’ cercano di risvegliare un giovane esploratore, simbolo di una curiosità umana addormentata.
Per Luigi Bonetti invece l’intelligenza artificiale è una minacciosa grande piovra, che si insinua con i suoi tentacoli nella nostra vita.
E se poi l’uomo volesse ricercare la verità, non dovrebbe far altro che andare al “Bla Bla Bar”, dove – raccontano Umberto, Stefano, Michele Cinquini e Silvia Cirri – la rana versa bicchieri di “verità” al gran caprone, in realtà per stordirlo e fargli dimenticare la sua decadenza.
La storia di Marco Cavallo, la scultura realizzata nel 1973 dai pazienti del manicomio diretto da Franco Basaglia, raffigurato sul carro di Carlo e Lorenzo Lombardi, è l’allegorico contenitore di messaggi di speranza di chi sino ad allora le speranze le aveva perdute.
Alda Merini, sulla costruzione di Priscilla Borri, ricorda che la follia può alimentare una forza creativa straordinaria.
Invece per Fabrizio e Valentina Galli la rabbia, che nelle tradizioni orientale è l’animale Kitsune, è la forza che ci spingerà sempre a rialzarci. E se Matteo Raciti racconta che l’uomo ingordo si sta mangiando le ultime risorse della terra, per Luciano Tomei e Antonino Croci solo la magica pozione di una strega può liberarci da pensieri e angosce e farci vivere l’atmosfera divertente e coinvolgente del Carnevale di Viareggio.