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A Cascina revocata cittadinanza Mussolini, sindaco: “No voto unanime”

Sindaco Betti, Pd: "Delibera coerente con storia democratica di Cascina". Voto contrario ex sindaco Rollo, opposizione: "Solo propaganda per mascherare incapacità risolvere problemi"

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CASCINA – A Cascina revocata cittadinanza Mussolini nella seduta aperta di Consiglio Comunale.

Non c’è stato voto all’unanimità della delibera, come sottolinea il sindaco di Cascina, provincia di Pisa, Michelangelo Betti, Pd: “A differenza di altri consigli comunali anche a noi vicini come San Giuliano Terme, qui non c’è stata l’unanimità sul voto finale

Doppio voto contrario con i due consiglieri di opposizione ‘Valori e impegno civico Dario Rollo’, capogruppo l’ex sindaco Dario Rollo. Astensione di Fratelli d’Italia.

Dario Rollo: Solo propaganda per mascherare lincapacità del PD a risolvere i veri problemi del territorio. Inoltre una delibera inammissibile, perché non si può ritirare la cittadinanza a chi già non è più cittadino perché defunto. Il giudizio storico su Mussolini è stato già espresso dalla storia. Cascina non è orgogliosa di quella cittadinanza, anzi, nessuno ne aveva memoria. Si è voluto andare a disseppellire un evento passato di un secolo fa per una squallida strumentalizzazione politica

In Consiglio Comunale a Cascina  19 voti favorevoli (Partito Democratico, La città delle persone – Lista Masi, Movimento 5 Stelle, Lega e Lista Lavoro, Sviluppo Ambiente), 2 voti contrari (Valori e Impegno Civico) e l’astensione della consigliera di Fratelli d’Italia. Tre gli assenti.

Sindaco Betti: “Da qualche settimana abbiamo iniziato a ricordare le numerose uccisioni avvenute nell’estate del ’44 per mano dei nazifascisti con l’ultima celebrazione dei morti di San Benedetto. E proprio questi sono i giorni in cui i nazisti fecero saltare i campanili di Casciavola, San Casciano e della Badia, lasciando poi la città insieme ai fascisti e al podestà. Sul territorio arrivò la Brigata Garibaldi e il 23 luglio ci fu l’insediamento del Comitato di Liberazione Nazionale. Sono i giorni in cui si entrò nella parte più cruenta dell’estate del ’44: un’estate in cui azioni da nord dell’Arno portano morte e terrore nel nostro territorio fino alla seconda metà di agosto, con l’eccidio di Pettori. Furono tutte azioni che ebbero la stessa matrice e la stessa natura, l’atto finale di 20 anni di dittatura”.

Poi il sindaco di Cascina: “Oggi si parla spesso di un fascismo che aveva fatto crescere il Paese. Non è così: il fascismo aveva tolto le libertà a questo Paese, la libertà di voto, la libertà di opinione, la libertà di stampa, ogni tipo di libertà è stata rimossa nella storia dell’Italia per circa un ventennio. Un ventennio che si è poi chiuso nel modo peggiore, con una guerra che ha distrutto il paese e solo la volontà e la forza di reazione, inizialmente di pochi poi di un numero crescente di persone e con il contributo delle forze alleate, hanno portato di nuovo la libertà nel Paese. Una ribellione che ha portato al voto sulla scelta della forma di Stato, che ha portato alle libere elezioni della Costituente e quindi alle libere elezioni per il Parlamento”.

Prosegue Betti: “Dal dibattito mi pare che sia emersa l’opportunità della presentazione di questa delibera, a fianco anche di elementi di analisi storica che non possono che condannare Mussolini e il fascismo per gli atroci crimini commessi, in Italia e sul territorio cascinese. Sembra che col passare degli anni nel Paese talvolta ci sia una difficoltà da parte di qualcuno a gestire il termine antifascista e quindi anche rimettere davanti una discussione di carattere politico e storico su questo tema può essere opportuno.

Lo hanno già fatto in altri consigli comunali anche a noi vicini come San Giuliano Terme e alla fine della discussione c’è stato un voto unanime sulla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini. Questa delibera è del tutto coerente con la storia democratica di questo Comune e va a colmare una lacuna di un territorio che ha visto a San Rossore la firma delle leggi razziali il 5 settembre del 1938. A fianco della revoca della cittadinanza a Mussolini, viene riaffermato il concetto che parole semplici come libertà e democrazia devono essere punti cardine nella nostra azione amministrativa e certe osservazioni sulla priorità o lo spazio di discussione di tipo politico in consiglio comunale lasciano il tempo che trovano. Questo atto si colloca pertanto nel percorso di costruzione del senso della memoria che in questi anni stiamo portando avanti”.

 

Dario Rollo, ex sindaco, opposizione:  “Solo propaganda per mascherare lincapacità del PD a risolvere i veri problemi del territorio. Sono anni che gli attuali amministratori raccontano ai cittadini solo frivolezze: il quadretto del Presidente della Repubblica, la sedia rossa e il portachiavi, la bandiera del Saharawi e dell’Europa, la panchina arcobaleno, il rischio fascismo, il centenario del comunismo, la cittadinanza a Zaki, la guerra Russia-Ucraina, il ritratto di John Lennon, ed oggi, la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini concessa nel 1924. In quegli anni molti Comuni concessero al capo del Governo questo riconoscimento. Non mi risulta che la stragrande maggioranza delle città abbia revocato il conferimento e, anche se l’avessero fatto, a distanza di 100 anni, ritengo sia sbagliato.

Quale sarebbe di fatto l’utilità di un provvedimento di questo genere e quale beneficio ne trarrebbero i cittadini cascinesi? Dopo la caduta del Fascismo sui banchi del Consiglio Comunale di Cascina si sono seduti uomini che di “antifascismo” e “lotta partigiana” ne sapevano senzaltro più di noi, avendo lottato personalmente e rischiato la vita per gli ideali in cui credevano. Eppure quelle persone non si posero, allora, il problema della cittadinanza onoraria concessa pochi anni prima al loro acerrimo nemico: avrebbero potuto revocagliela con un gesto di grande valore simbolico, come afferma il PD di oggi, in quel frangente storico in cui loro stavano costruendo una cittadinanza alternativa a quella fascista, una comunità liberale e democratica. Eppure non lo fecero e io credo che non lo abbiano fatto perché la società che volevano costruire in alternativa a quella fascista, i politici cascinesi di allora ritennero, intelligentemente, che fosse realizzabile senza mortificare coloro che avevano creduto nel diverso progetto del loro capo Mussolini”.

Poi Rollo: “Fu, quella degli amministratori cascinesi post-fascisti, una scelta politicamente corretta che evitò di inasprire gli animi e di creare ulteriori conflittualità e, soprattutto, fu una scelta coraggiosa che certificò la loro volontà di voler costruire una nuova società non semplicemente contro ma per. Per affermare i valori di libertà e democrazia che li avevano ispirati e che li avevano consacrati liberatori e vincitori. Una scelta che si ispira filosoficamente al motto gandiano: “Finché ci sarà un vinto e un vincitore la guerra non sarà finita”. Mortificare l’avversario vinto e infierire su di lui non lo elimina, ma lo rigenera. E sembra questo l’obiettivo di alcune forze politiche di oggi.

A distanza di 100 anni sono convinto che revocare la cittadinanza a Mussolini sia pura strumentalizzazione e serva agli attuali amministratori di non perdere qualche voto elettorale e mantenere l’appoggio di qualche associazione anacronistica e oramai fuori dalla storia, che non ha neanche motivo di esistere. Inoltre una delibera inammissibile, perché non si può ritirare la cittadinanza a chi già non è più cittadino perché defunto. Il giudizio storico su Mussolini è stato già espresso dalla storia. Credo che sarebbe stato più importante discutere mozioni e ordini del giorno che cercano di dare soluzioni concrete ai problemi del nostro territorio e ferme da mesi per volontà dellattuale maggioranza. I nostri concittadini ci hanno eletto per questo. Cascina non è orgogliosa di quella cittadinanza, anzi, nessuno ne aveva memoria. Si è voluto andare a disseppellire un evento passato di un secolo fa per una squallida strumentalizzazione politica”.

© Riproduzione riservata

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