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Ditte ‘apri e chiudi’ per evadere il fisco: nei guai due imprenditrici

Sequestro preventivo di immobili e beni da 1.5 milioni di euro disposto dal Gip del tribunale di Prato dopo le indagini della Finanza

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PRATO – Evasione fiscale milionaria con le ditte ‘apri e chiudi’ sequestro milionario a carico di due imprenditrici cinesi. 

Il Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Prato ha infatti emesso un decreto di sequestro preventivo nei confronti di beni riconducibili a due imprenditrici cinesi, titolari di ditte individuali, operative a Prato, per un valore di circa 1,5 milioni di euro. Oggetto del provvedimento sono cinque immobili, ubicati a Prato, e due autovetture, nonché ulteriori beni posti nella loro disponibilità.

Le imprese, illustra un comunicato congiunto firmato dalla Procura di Prato col procuratore Luca Tescaroli, sono risultate operare secondo lo schema apri e chiudi, che rappresenta una minaccia strutturale per il tessuto economico, il gettito fiscale, la concorrenza e la sicurezza economica contro infiltrazioni criminali.

Il giudice ha riconosciuto integrato il delitto di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte (di cui all’articolo 11 del decreto legislativo 74/2000), caratterizzato dalla distrazione delle risorse attive da parte delle imprese indebitate soprattutto con il fisco. Queste ultime, una volta trasferito l’attivo e l’avviamento nella new company, sono risultate lasciare in pancia all’impresa indebitata le sole risorse passive.

Il meccanismo delittuoso individuato si inserisce in un contesto associativo e si è nutrito dell’apporto di un commercialista pratese, che risulta aver svolto il ruolo di regista, e che è stato destinatario di un decreto di perquisizione e sequestro. Questi avrebbe messo a disposizione le sue conoscenze tecniche e avrebbe suggerito, supportato e avallato il comportamento evasivo di più imprenditori, fornendo assistenza nella cancellazione e nella costituzione delle imprese, nonché nella predisposizione delle dichiarazioni fiscali.

L’operazione, coordinata dalla locale Procura guidata dal procuratore capo Luca Tescaroli e condotta attraverso mirate attività di polizia economico-finanziaria, conferma l’impegno costante della Guardia di Finanza nel contrasto alle pratiche elusive legate al fenomeno delle ditte apri e chiudi. Tali schermi societari, spesso utilizzati per sottrassi al pagamento delle imposte, rappresentano un serio rischio per la legalità del sistema economico, alterando la concorrenza e compromettendo il gettito fiscale. L’azione della Guardia di finanza mira a tutelare il tessuto imprenditoriale sano, garantendo il rispetto delle regole e la trasparenza del mercato.

© Riproduzione riservata

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