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PRATO – In tantissimi si sono radunati il 30 marzo nel centro di Prato per il Capodanno dell’Annunciazione 2025. La manifestazione è stata istituita dal Consiglio regionale per commemorare il tradizionale Capodanno toscano che, fino al 1749, cadeva il 25 marzo in concomitanza con la festa dell’Annunciazione.
Una grande festa di piazza slittata di una settimana rispetto a quanto programmato, a causa del maltempo. In tanti hanno affollato le strade e le piazze del centro per ammirare e applaudire gli oltre 1.500 figuranti di 55 gruppi storici provenienti da ogni parte della Toscana per portare un messaggio di buon auspicio attraverso i loro costumi, i loro colori, la loro storia. Alla testa del corteo cadenzato dai tamburi del Corpo dei 5 alletti comunali, il gonfalone del Comune con la sindaca Ilaria Bugetti, la giunta e una rappresentanza del Consiglio. Presente anche il presidente della Regione Eugenio Giani.

“Questo evento, che abbiamo ospitato con grande piacere e per il quale ringraziamo la Regione, ha intrecciato la storia toscana con la nostra, le tradizioni di tante città toscane con le nostre – afferma la sindaca Bugetti – Tradizione e fede. Potere spirituale e potere temporale che tengono insieme il passato e il presente per dare forza alle nostre radici in modo che continuino a dare frutti anche nel futuro e a farci sentire sempre orgogliosi. E’ quel senso di appartenenza a un territorio che non ci abbandona mai, neanche quando siamo lontani”.
Al termine della sfilata in piazza Duomo l’ostensione straordinaria del Sacro cingolo di Maria dalla facciata della cattedrale di Santo Stefano.
“Prato è come la cintola, un intreccio di fili che singolarmente sono importanti, tutti insieme creano bellezza e stupore. Oggi vi mostriamo tutto questo per dirvi grazie di essere qui e di impegnarvi costantemente con tanta passione per arrivare preparati ad ogni uscita. Quella di oggi è un’occasione per valorizzare le tante realtà associative che contribuiscono a rendere vive e belle le tradizioni storiche di ogni territorio. Non si tratta solo di turismo, di divertimento e di un’occasione per uscire di casa e venire in centro. Sostenere le nostre tradizioni significa fare comunità, significa curare quel senso di appartenenza al territorio dove si vive” conclude la sindaca.
Ad officiare l’antico rito è stato il vescovo Giovanni Nerbini, mostrando la reliquia simbolo di Prato dal pulpito della cattedrale. L’ultima ostensione straordinaria della Sacra Cintola è stata officiata 5 anni fa, il 19 marzo 2020, in piena pandemia, per affidare la città di Prato a Maria in un periodo così difficile e incerto.
Come vuole il secolare rito, la Sacra Cintola è stata esposta alla venerazione dal vescovo di Prato Giovanni Nerbini per 3 volte dal pulpito realizzato da Donatello sulla facciata esterna della cattedrale e per 3 volte dal balcone interno, detto del Ghirlandaio. Ogni volta che la reliquia mariana viene estratta dallo scrigno posto sotto l’altare della Cappella a lei dedicata, deve essere redatto un documento alla presenza di alcuni testimoni. Erano presenti al rito la sindaca Ilaria Bugetti, il presidente della Regione Eugenio Giani, la presidente del Comitato regionale per le rievocazioni storiche della Toscana Roberta Benini, Tiziana Giagnoni, rappresentante del Comitato storico dei Gruppi di rievocazione della provincia di Prato, e Bertilla Venco, storica volontaria del Centro di Aiuto alla Vita di Prato, che nell’Annunciazione e nel sì di Maria alla vita, ha la propria patrona.
“Attraverso questa ostensione straordinaria del sacro cingolo chiediamo a Maria, che rappresenta la scintilla iniziale, – ha detto il vescovo Giovanni Nerbini sul sagrato della cattedrale prima di officiare il rito – di aiutarci ad essere autentici e creativi, ricchi ma non chiusi nel passato proiettati invece verso il futuro. A lei che ha condiviso con il figlio l’amore per i fratelli, i piccoli, i poveri chiediamo di ispirarci sentimenti di giustizia; da lei regina della pace vogliamo assumere e gettare nei nostri gesti e parole semi di mitezza, tolleranza, accoglienza e di pace. Otto secoli fa san Francesco compì un gesto rivoluzionario: attraversò la trincea dove si combatteva per incontrare non un nemico ma un fratello. Maria ci ispiri ogni giorno questi piccoli gesti che possano edificare ovunque relazioni fraterne”.

Sottolineando come l’esperienza cristiana abbia influenzato e arricchito ogni aspetto della vita dell’uomo, monsignor Nerbini ha ricordato che qualche anno fa la comunità europea, “in un rigurgito di ambiguo e vuoto egualitarismo, aveva deciso e tentato di azzerare alcune date di questa storia bimillenaria ribattezzando il Natale: la festa d’inverno. Il fatto poi rientrato ci dice il rischio che tutte la nostra cultura con le sue ricorrenze, la nostra intera identità e storia possano diventare un contenitore vuoto senza più valori, senza un’anima, senza collante, privo di senso e di significati che continuino ad ispirare”.
La Sacra Cintola è custodita a Prato da oltre 8 secoli e ha attraversato tutti i principali avvenimenti storici della città. Secondo la tradizione fu consegnata da Maria all’apostolo Tommaso al momento della sua Assunzione in cielo. Nel tempo la reliquia è stata consegnata a un sacerdote, i cui discendenti se la tramandarono fino a che un mercante pratese di nome Michele, in pellegrinaggio a Gerusalemme, si innamorò di Maria, discendente di quella famiglia. Quando i due si sposarono, Michele ebbe in dono la Sacra Cintola e la portò con sé a Prato intorno al 1141. In punto di morte il mercante la donò al proposto della pieve di Santo Stefano, oggi cattedrale.
La Sacra Cintola, o Sacro Cingolo, è una striscia di lana finissima, broccata in fili d’oro. Ed è paradigmatico che il simbolo della città del tessile sia proprio un manufatto tessile. La reliquia appartiene ai pratesi e la sua proprietà condivisa è simboleggiata dal possesso delle tre chiavi necessarie per aprire lo scrigno che la contiene. Due sono di proprietà del Comune e una è della Diocesi. Ogni anno viene mostrata in pubblico cinque volte l’anno: Natale, Pasqua, primo maggio, 15 agosto e al termine del Corteggio Storico dell’8 settembre, giorno della Natività di Maria.