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Frode fiscale nella pelletteria: sequestro da 1,1 milioni di euro sull’Amiata

Indagini della Guardia di Finanza di Siena: cinque imprenditori coinvolti. il titolare dell'azienda e i responsabili delle realtà 'apri e chiudi'

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SIENA – Sotto la direzione della procura, la Guardia di Finanza di Siena ha eseguito un sequestro preventivo da oltre 1,1 milioni di euro nei confronti di una società dell’Amiata operante nel settore della pelletteria. Il legale rappresentante è indagato per dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti  emesse da quattro imprese riconducibili a cittadini cinesi.

Le indagini sono partite da un’analisi di rischio fiscale su alcune ditte individuali del comparto, in gran parte gestite da imprenditori di origine cinese e inserite nella filiera delle grandi griffe della moda. È emerso un meccanismo tipico delle imprese apri e chiudi: partite Iva aperte per pochi mesi, prive di struttura e patrimonio, ma capaci di generare volumi d’affari elevati e accumulare in breve tempo debiti tributari e contributivi milionari, per poi sparire senza lasciare traccia.

Secondo la ricostruzione delle fiamme gialle, le quattro ditte avrebbero accumulato un debito verso l’erario di circa 2,6 milioni di euro, generando parallelamente falsi crediti fiscali di cui la società amiatina avrebbe beneficiato. Non solo: gli imprenditori cinesi coinvolti risultavano in passato dipendenti proprio dell’azienda cliente, che avrebbe gestito un turnover artificioso di fornitori per depistare eventuali controlli.

Dalla verifica fiscale del Nucleo di polizia economico-finanziaria è emerso che la società avrebbe ottenuto un vantaggio indebito pari a 1.184.183 euro, corrispondente all’imposta evasa nel quinquennio 2019-2023. Il legale rappresentante è indagato per dichiarazione fraudolenta, mentre i quattro imprenditori cinesi sono accusati di emissione di fatture false. Contestata alla società anche la responsabilità amministrativa degli enti da reato.

Il Pubblico ministero, sulla base degli elementi raccolti – tra cui sopralluoghi, analisi delle scritture contabili e tracciamento dei flussi finanziari – ha chiesto e ottenuto dal Gip il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, dell’importo pari all’imposta evasa.

La Guardia di Finanza sottolinea come l’operazione rappresenti un ulteriore passo nella lotta alle frodi fiscali che danneggiano le casse pubbliche e alterano la concorrenza, penalizzando gli imprenditori onesti.

© Riproduzione riservata

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