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Violenza di genere, psicologi: “In Toscana prevalenza in giovani tra 20 e 30 anni”
In Toscana i fenomeni di violenza di genere si manifestano con netta prevalenza nella fascia dei giovani adulti, quella ricompresa tra i 20 e i 30 anni. E, quanto al genere offeso, l’indagine evidenza che quello femminile è largamente il più a rischio.
È l’istantanea elaborata dall’Ordine degli Psicologi della Toscana, tramite la sua indagine annuale sullo stato di salute psicologica dei toscani. Dati che allarmano e che inducono riflessioni inevitabili – in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre – sulle contromisure da assumere rispetto ad una fascia giovanile che manifesta un disagio crescente. “Specie a ridosso di un omicidio efferato come quello della giovane Giulia Cecchettin, l’ultimo di una lunga e sanguinosa serie”.
Alla ricerca, illustra Ordine degli psicologi della Toscana, hanno preso parte 1112 fra psicologhe e psicologi iscritti all’ordine. Intervistati per il periodo intercorrente tra il marzo 2022 e il marzo 2023. Nello specifico, il 62% del campione ha dichiarato di avere riscontrato fenomeni di violenza tra i pazienti.
Tra questi, un ruolo prevalente viene giocato dalla violenza di genere (fenomeno segnalato dal 15% del campione). In terza posizione, dietro soltanto alla violenza domestica (21%) ed a bullismo e cyberbullismo (25%).
Riguardo al genere della persona offesa, il report evidenzia una netta preponderanza del fenomeno in quello femminile, in tutte le fasce d’età. A patirne maggiormente le conseguenze sono le adolescenti (24% degli intervistati) e le giovani adulte (23%). Seguite dalle adulte (18%) e dalle bambine (4%). Mentre la problematica è quasi inesistente per le donne anziane (1%). Ma il dato che desta sicuramente maggiore preoccupazione, prosegue l’Ordine, è quello legato alle fasce d’età coinvolte dalla violenza di genere. Con i giovani adulti (51%) che staccano notevolmente ogni altro segmento. Al secondo posto, fortemente distanziati, si trovano gli adulti (31%), al terzo gli adolescenti (14%) ed al quarto i bambini (4%).
Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine: “Non possiamo più tollerare altri casi come quello di Giulia Cecchettin. Lo scenario raccolto ci deve indurre ad accelerare i processi in corso per fornire un intervento psicologico di prevenzione a partire dalla scuola. Per proseguire poi in caso di necessità con il sostegno dello psicologo di base nelle case di Comunità. Il peso specifico assunto da entrambe queste fasi è decisivo. Trasmettere le basi di un’educazione affettiva, sentimentale fin dai primi anni del percorso scolastico. Ed accompagnare i soggetti più vulnerabili negli anni successivi consente di far crescere individui più consapevoli, capaci di rispettare la libertà altrui, di favorirla, di proteggerla.
Se questo non succede si viene a creare il drammatico corto circuito al quale abbiamo assistito sgomenti in questi ultimi giorni e dall’inizio dell’anno. Con un numero preoccupante di femminicidi uniti a migliaia di episodi di violenza. Numeri che raccontano una strage, a tutti gli effetti. Il fatto che l’idea della donna ‘oggettificata’ permei così in profondità le fasce più giovani allarma, ma lascia anche una speranza. Quella di lavorare sul loro quadro di salute psicologica, con il supporto dello Stato, prima che sia troppo tardi”.