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Grande paura e tragedia immane sfiorata con la piena dell’Arno tra il 14 e il 15 marzo, in piena allerta rossa in Toscana.
Sfiorato nel 2025 il 1966, anno di devastazione dell’alluvione in Toscana con l’Arno che portò distruzione.
Arno che ha tenuto in fortissima apprensione la Toscana con la portata della piena che ha lambito gli argini. A Pisa l’Esercito per mettere in sicurezza i Lungarni. La paura a Empoli, dove invece ha ceduto l’argine di un torrente. E l’espressione di sconforto del giovane sindaco Alessio Mantellassi abbracciato a Giani, che ricorda quella di un altro giovane sindaco, Andrea Tagliaferri, nel disastro dell’alluvione novembre 2023 a Campi Bisenzio, racconta tutta la paura vissuta in prima linea.
Ma l’Arno in piena non ha invaso le città che ha attraversato come accadde nel 1966. Quando a Firenze il sindaco era Piero Bargellini, il sindaco dell’alluvione, nonno dell’attuale sindaca Sara Funaro.
Stavolta, rispetto alle alluvioni che devastarono anche Firenze e Pisa nel 1966, la differenza l’hanno fatta le opere idrauliche. Altrimenti adesso racconteremmo tutta un’altra storia.
La differenza l’hanno fatta il canale Scolmatore aperto venerdì 14 marzo pomeriggio a Pontedera, canale che termina in mare a Calambrone. E la cassa di espansione di Roffia, a San Miniato.
Dalle ore 16 di venerdì 14 marzo fino alla mattina del 15 marzo il canale Scolmatore dell’Arno ha tolto dal fiume circa 30 milioni metri cubi d’acqua.
Come spiega Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, “Con l’apertura ha letteralmente abbattuto l’ondata di piena dell’Arno che stava salendo, riducendo il colmo di piena sul Pisano insieme alla casse di espansione di Roffia, a San Miniato, realizzate solo qualche anno fa. Lo Scolmatore d’Arno è un’opera strategica della Regione Toscana che ha salvato il territorio da terribili esondazioni“.
Poi Giani: “Il sistema Arno ha funzionato, è questo l’elemento più significativo che possiamo mettere in risalto dopo ore e ore di intense precipitazioni che hanno colpito in modo particolare la Toscana centrale e il bacino dell’Arno. I lavori fatti in questi anni sull’Arno sono stati determinanti. La situazione problematica che si era venuta a creare nel basso corso dell’Arno è stata efficacemente fronteggiata grazie al riempimento della cassa di espansione di Roffia, 5 milioni di metri cubi di acqua, che ha immediatamente portato i benefici nel prevenire rischi di alluvione a Signa, Santa Croce, Montopoli e area del comprensorio del cuoio. Insieme a questo, fondamentale è stata l’apertura dello scolmatore a Pontedera, che ha garantito un flusso costante di 500 metri cubi di acqua al secondo verso il mare bypassando Pisa”.