FIRENZE – Occupazioni, una mappa in chiaroscuro dagli ultimi dati nazionali e regionali. Confcooperative chiede alla politica di alzare il livello di attenzione sul tema.
“Gli ultimi dati sull’occupazione raccontano una situazione paradossale: il lavoro c’è, ma le offerte non incontrano chi lo cerca. È un problema cruciale per la tenuta economica e sociale dei nostri territori, che la politica deve mettere al centro della propria agenda”. A dirlo è Lorenzo Giuntini, presidente di Confcooperative Toscana Nord e di Lavoro e Servizi Toscana, commentando il quadro diffuso nei giorni scorsi dalla Camera di Commercio di Firenze.
Secondo le rilevazioni dell’ente camerale, tra settembre e novembre in Toscana oltre 44mila posti di lavoro rischiano di rimanere scoperti, in gran parte per mancanza di personale specializzato disposto a ricoprire le posizioni richieste dal tessuto economico regionale. Nello stesso periodo sono attese quasi 92mila nuove offerte di lavoro, ma già a settembre quasi la metà dei profili ricercati (48,1%) risulta di difficile reperimento.
“Confcooperative e il mondo del credito cooperativo da anni investono in progetti nelle scuole per avvicinare gli studenti al lavoro e alla cooperazione – ricorda Giuntini – in alcuni casi affiancati dalle stesse Camere di commercio. Il nostro obiettivo è duplice: garantire qualità e qualificazione alle imprese del territorio e favorire lo sviluppo locale delle comunità, in cui competenze e professionalità rappresentano ricchezze per la persona, per le imprese e per la vitalità dei paesi più piccoli. Per questo i dati diffusi dalla Camera di commercio ci allarmano e ci richiamano a un’azione urgente”.
Il problema è particolarmente evidente nel territorio fiorentino: a settembre le opportunità di lavoro offerte sono state 12170, più del doppio rispetto alle 5570 di agosto. Eppure, la distanza tra imprese e nuove generazioni resta profonda.
“Questi numeri – osserva Tommaso Carriero, presidente del Comitato territoriale Firenze di Confcooperative Toscana Nord – confermano un fenomeno ancora inspiegabile: tanta offerta, tanta disoccupazione, ma nessun incontro tra le due. In rappresentanza delle imprese cooperative, che si fondano sulla centralità del lavoro dei soci e degli addetti, chiediamo ai decisori politici di intervenire e ci rendiamo disponibili a contribuire a capire le cause di questa contraddizione. Il lavoro dignitoso resta alla base della nostra società e del nostro ordinamento: è da qui che dobbiamo ripartire per affrontare una questione che mina lo sviluppo economico regionale e la coesione sociale. Approfittiamo della campagna elettorale – conclude Carriero – per mettere il tema delle politiche attive del lavoro al centro del dibattito e, soprattutto, per avvicinare le nuove generazioni a questo tema, perché è evidente che, nonostante gli sforzi, la soluzione non è ancora stata trovata”.