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FIRENZE – Quando un docente di storia contemporanea si misura con il genere del romanzo storico il valore di quel che porta nella sua scrittura sono i dettagli, le vicende minute e gli ambienti che si aggiungono e completano il rigore della ricerca d’archivio e delle fonti ufficiali.
La spilla d’oro. Memorie di un secolo sterminato, edito da Arcadia e presentato a Firenze nella Sala Sassoli del Consiglio regionale della Toscana dall’autore Paolo Buchignani assieme a Marino Biondi, storico della letteratura e al filologo Enio Bruschi, come afferma il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, “è un romanzo che tratteggia il Novecento attraverso le diverse generazioni che si susseguono nel tempo. Il secolo dove molti di noi sono nati e che oggi ci appare lontano nei profondi cambiamenti che hanno trasformato le nostre vite rispetto a quelle dei nostri nonni e genitori. Eppure la storia sembra oggi condannata a ripetersi nelle stesse drammatiche situazioni che avremmo dovuto imparare ad evitare e risolvere positivamente. A peste e fame et bello libera nos domine come recitavano le antiche rogazioni penitenziali presenti nelle memorie familiari dell’autore. La pandemia ci è piombata addosso causando lutti e dolore, la fame segna la vita di popolazioni in un mondo segnato dalle diseguaglianze, la guerra è tornata a seminare morte anche nella vecchia Europa. Questo non ci ferma nella convinzione che sia affidata alla nostra responsabilità ed alle nostre scelte la possibilità di costruire un mondo migliore”.
“La memoria della Toscana – aggiunge il presidente della Regione Giani – si consolida anche attraverso tasselli di storia dove le vite delle persone diventano testimonianze di eventi storici che acquistano la forza e il valore di chi li ha vissuti in prima persona e di chi sa renderli attuali recuperando parole ed emozioni che sanno renderli vivi e attuali”.
“La protagonista di questo romanzo – aggiunge Stefano Baccelli, assessore alle infrastrutture della Giunta regionale – è la mia e nostra provincia di Lucca, dove un gioiello di famiglia, una lunga spilla d’oro che sa difendere dai molestatori, in questo caso trafigge il tempo del novecento recuperando memorie e ricordi, familiari e collettivi. Pagine, quelle di Paolo Buchignani, che rimandano al suono delle sirene delle fabbriche, all’impegno sociale e sindacale delle Leghe Bianche dei movimenti cattolici che educavano all’antifascismo e avrebbero dato vita alla classe politica lucchese del secondo dopoguerra. La spilla d’oro riesce a dare oggi strumenti interessanti per leggere la cronaca degli accadimenti e dei sentimenti che animano questi giorni: la nuova voglia di autoritarismo, i populismi che deformano istanze democratiche per trasformarsi poi in dittature e il protagonismo di certi capi di Stato che sembrano invocare nella rivendicazione di territori vicini il lebensraum, lo spazio vitale hitleriano”.
Nel romanzo di Buchignani la ricostruzione storica della città di Lucca e delle campagne dell’Oltreserchio è un solido spunto per riflessioni che vanno molto oltre la dimensione locale e l’isolamento del tempo del Covid diventa una forzata pausa per rimettere al loro posto fatti e ricordi. Un percorso intimo e familiare dove la grande storia incontra e restituisce i volti di chi l’ha vissuta nella sua drammaticità e ci aiuta a ricostruire e dare un senso al presente.