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FIRENZE – A settant’anni di distanza dalla precedente rassegna monografica organizzata nel 1955, torna a Firenze una mostra dedicata al Beato Angelico (1395 circa – 1455), artista simbolo dell’arte del Quattrocento e uno dei principali maestri dell’arte italiana di tutti i tempi.
La mostra, realizzata in collaborazione tra Fondazione Palazzo Strozzi, Ministero della cultura – Direzione regionale Musei nazionali Toscana e Museo di San Marco con il patrocinio della Regione Toscana e curata da Carl Brandon Strehlke del Philadelphia Museum of Art, assieme ad Angelo Tartuferi, già direttore del museo di San Marco e il direttore regionale dei Musei nazionali della Toscana Stefano Casciu, aprirà le porte al pubblico il 26 settembre.
L’evoluzione nell’uso della prospettiva, della luce e nel rapporto tra figure e spazio rendono unica sotto il profilo della visione artistica e della capacità innovativa l’opera di Fra Giovanni da Fiesole, detto Beato Angelico
Il percorso allestitivo, negli spazi di palazzo Strozzi e del Museo di San Marco, ripercorre attraverso un progetto che ha richiesto oltre quattro anni di preparazione, lo sviluppo dell’arte di Beato Angelico e i suoi rapporti con pittori come Filippo Lippi Masaccio, Lorenzo Monaco, ma anche la sua influenza sulle opere di scultori quali Lorenzo Ghiberti, Michelozzo e Luca della Robbia ed è il risultato di un lavoro di rilevante valore scientifico e culturale reso possibile da una intensa campagna di restauri.
Di particolare interesse la pala , eseguita tra il 1438 e il 1442 e commissionata da Cosimo e suo fratello Lorenzo, raffigurante episodi della leggenda dei santi protettori medicei Cosma e Damiano, rimossa dalla sua sede e smembrata già nel 1678-1679. L’opera è stata eccezionalmente ricomposta in occasione della mostra con 17 delle 18 parti oggi note.
Saranno inoltre visibili nelle sedi di palazzo Strozzi e del Museo di San Marco oltre 140 opere tra dipinti, disegni, sculture e miniature provenienti da settanta musei, fra i quali il Louvre di Parigi, la Gemäldegalerie di Berlino, il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery di Washington, i Musei Vaticani, la Alte Pinakothek di Monaco, il Rijksmuseum di Amsterdam, oltre a biblioteche e collezioni italiane e internazionali, chiese e istituzioni territoriali.
Sono 28 le opere restaurate per la mostra fiorentina: fra queste, il Trittico Francescano di Santa Croce, le cui tavole laterali – dimenticate nei depositi fiorentini per decenni – sono state affidate alle cure dell’Opificio delle Pietre Dure.
Sotto il profilo cronologico e filologico il percorso attraverso le opere in esposizione inizia nella sede del Museo di San Marco, antico convento domenicano. Qui il pittore ebbe modo di realizzare un ciclo di dipinti e affreschi fondativo del Rinascimento fiorentino, e in questo contesto unico al mondo, l’opera del Beato Angelico lascia ammirare partendo dal pian terreno attraverso il chiostro di Sant’Antonino e la Sala capitolare.
Nella sede di Palazzo Strozzi sono invece presenti alcuni tra i più importanti capolavori del Beato Angelico che illustrano la sua influenza sull’arte rinascimentale, aprono orizzonti sulle collaborazioni del maestro con altri artisti e sui suoi legami con le grandi famiglie committenti del tempo. Le opere qui esposte evidenziano la sensibilità dell’artista nell’inserire nelle sue narrazioni pittoriche elementi e dettagli innovativi, evidenziando anche l’influenza dell’arte fiamminga.
Nell’esprimere il suo apprezzamento per l’importante iniziativa ad organizzatori ed istituzioni promotrici, il presidente della Regione Toscana ha evidenziato il rilievo artistico della mostra, che per qualità e livello delle opere esposte si qualifica come uno dei più rilevanti appuntamenti culturali in programma a Firenze nei prossimi mesi. La rassegna dedicata al Beato Angelico si affianca idealmente ad altri eventi dedicati all’arte antica e classica ed alla contemporaneità in altre città toscane, che testimoniano l’attenzione di istituzioni ed associazioni pubbliche e private all’offerta culturale proposta a cittadini e visitatori. Per questo, aggiunge il presidente, assume in prospettiva un particolare significato il bando pubblicato proprio oggi dalla Regione Toscana e cofinanziato dal Programma regionale Fse+ 2021-2027 dedicato a giovani laureati intenzionati a lavorare nel settore delle arti visive, che verranno selezionati attraverso una procedura ad evidenza pubblica.
La mostra, nelle due sedi di palazzo Strozzi e del Museo di San Marco, resterà aperta tutti i giorni fino al 25 gennaio 2026 dalle 10 alle 20 ed il giovedì fino alle 23.