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Maurizio Landini: “Riteniamo che questa sia una manovra ingiusta, sbagliata e la vogliamo cambiare. L’emergenza fondamentale in questo momento è il salario. C’è bisogno di aumentare i salari, questa manovra non lo fa e quindi noi chiediamo che ci siano risorse aggiuntive perché il rinnovo del contratto dei pubblici dipendenti sia una cosa seria e non una mancia. Chiediamo che ci sia una detassazione che riguardi tutti i contratti pubblici e privati senza tetti di reddito per tutti i lavoratori e per tutte le lavoratrici e chiediamo che venga restituito il fiscal drag.
I lavoratori dipendenti e i pensionati in questi ultimi tre anni hanno pagato 25 miliardi di tasse in più che non dovevano pagare solo perché di fronte all’aumento dei prezzi e dell’inflazione non sono stati rivalutati automaticamente le detrazioni e gli scaglioni. Noi chiediamo che venga introdotto questo meccanismo automatico che blocchi questa perdita del potere d’acquisto”.
Prosegue Landini: “Chiediamo poi che si investa sulla sanità pubblica perché siamo di fronte al fatto di 6 milioni di persone che non si possono curare, di liste d’attesa che non finiscono più e siamo in una situazione pessima per chi lavora nella sanità: infermieri, medici costretti a fare turni gravosissimi, mancano medici, mancano infermieri. E’ necessario anche investire sulla scuola, sulla istruzione ed è necessario allo stesso tempo investire sui servizi sociali a partire dalla legge sulla non autosufficienza”.
“Siamo davvero a un paradosso. Quelli che hanno vinto le elezioni raccontando agli italiani che se governavano loro la legge Fornero ce la saremmo scordati, in realtà siamo di fronte ad una situazione che uno dovrebbe chiedere ‘ridateci la Fornero per favore’, perché sono riusciti a fare cassa di nuovo sulle pensioni. Siamo il paese che ha l’età pensionabile ormai più alta d’Europa, siamo di fronte al fatto che tutte le uscite di flessibilità che erano state avviate da opzione donna a lavori usuranti o gravosi sono state cancellate e siamo di fronte ad un sistema pensionistico che ai giovani gli fa fare precarietà e gli cancella la possibilità di avere una pensione nel futuro. Quindi questo non è più assolutamente accettabile e va cambiato”.
Poi Landini: “In questo paese il fisco lo pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati e siamo di fronte ad una tassazione sul lavoro e sulle pensioni che è più alta della tassazione che oggi c’è sui profitti, sulle rendite finanziarie, sulle rendite immobiliari. Questa cosa va radicalmente cambiata, il sistema progressivo deve riguardare tutti i redditi e in più noi diciamo che è venuto un momento molto preciso. Con il fiscal drag hanno fatto pagare 25 miliardi di tasse in più ai lavoratori dipendenti e pensionati che non dovevano pagare”.
“Noi abbiamo avanzato una proposta, un contributo di solidarietà che riguarda l’1% dei cittadini italiani, stiamo parlando di 500 mila persone che sono ricche e stiamo dicendo che chi ha una ricchezza superiore ai 2 milioni basterebbe un loro contributo al fisco di un 1% per poter avere 26 miliardi da investire nella sanità, da investire per le assunzioni, da investire sulla scuola, da investire per aumentare gli stipendi a tutte le persone”.
“Le nostre sono proposte molto concrete, precise che chiedono un cambiamento. Chiediamo anche una riforma fiscale degna di questo nome che combatta davvero l’evasione fiscale. Poi c’è un tema di fondo che non viene affrontato che si chiama salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Si continua a morire nei luoghi di lavoro e ormai siamo di fronte al fatto che c’è un sistema di fare impresa che sta uccidendo le persone. La logica dell’appalto, del subappalto, del sottappalto, delle finte cooperative stanno determinando sia un peggioramento della condizione di vita e di lavoro delle persone, sia una concorrenza sleale tra imprese”.
“Se uno va a vedere le carte del governo di questa manovra e anche di quella che ha prospettato per i prossimi tre anni inviandoli in Europa, c’è un’unica spesa pubblica che aumenta, è la spesa per le armi. Questa manovra non contiene un euro per gli investimenti pubblici mentre siamo ormai in recessione. Sono più di 30 mesi che la produzione industriale cala, sta aumentando la cassa integrazione e i segnali di crisi sono evidenti. Bene non c’è un euro di soldi per rilanciare gli investimenti pubblici e privati nel nostro paese e l’unica spesa che viene indicata è quella di un aumento della spesa per le armi e tutta questa manovra è fatta per andare sotto il 3% per poter accedere ai prestiti europei per investire sulle armi”.
“Chi ha pagato la crisi sono i lavoratori dipendenti, i pensionati con le loro tasse, con la loro riduzione e i soldi vengono utilizzati per essere investiti sostanzialmente in armi. Quindi noi diciamo in modo molto chiaro no a questa logica anche perché solo l’inizio, l’impegno che si è presa l’Italia di portare al 5% del Pil la spesa per le armi vuol dire nei prossimi 10 anni andare a investire in armi più di 900 miliardi. Di questo stiamo parlando. È una follia che va fermata”.



