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FIRENZE – Tredici arresti nell’operazione nazionale della Polizia contro la criminalità cinese: sotto la lente anche il territorio della provincia di Prato.
L’operazione è stata coordinata dal Servizio centrale operativo (Sco) e si è conclusa ieri con l’obiettivo di contrastare i fenomeni criminali connessi alla comunità cinese presente in Italia con particolare riguardo ai delitti legati all’immigrazione clandestina, allo sfruttamento della prostituzione e del lavoro, alla contraffazione di prodotti, alla distribuzione di stupefacenti e alla detenzione abusiva di armi.
L’operazione ad alto impatto con il supporto dei Reparti prevenzione crimine, ha visto coinvolte le squadre mobili di Ancona, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Cosenza, Firenze, Forlì Cesena, Genova, Latina, Mantova, Milano, Padova, Parma, Perugia, Pistoia, Prato, Reggio Emilia, Roma, Siena, Treviso, Udine, Verona e Vicenza.
Le attività operative sono state precedute da accurate indagini, svolte dalle Squadre mobili su impulso dello Sco, che hanno consentito di individuare le persone e i luoghi connessi allo svolgimento di attività illegali, con particolare riguardo alle attività produttive e agli esercizi commerciali gestiti da cinesi.
Le investigazioni svolte nel corso degli anni dalla polizia hanno evidenziato che in Italia operano diversi gruppi delinquenziali cinesi composti, di norma, da soggetti accomunati dalla provenienza dalla stessa zona o città della Repubblica popolare cinese.
Questi gruppi criminali sono diffusi in tutto il territorio nazionale, hanno contatti fra loro, sono autonomi, agiscono in particolare nelle regioni ove è più alta la presenza di cinesi stabilmente residenti in Italia, come ad esempio la Toscana.
Ciascun gruppo è formato da un numero variabile di persone, in molti casi appartenenti allo stesso nucleo familiare, che commettono delitti quasi esclusivamente in danno di connazionali. Il vincolo di appartenenza delinquenziale al gruppo è molto stretto, con un radicato concetto di vendetta che può arrivare ad assumere il carattere della faida: i gruppi criminali cinesi, al pari delle mafie tradizionali, ricorrono, con estrema facilità alla intimidazione e/o alla violenza per raggiungere i loro obiettivi, praticando la regola dell’omertà e cercando di predominare il territorio ove operano.
Uno dei metodi utilizzati per affermarsi sul territorio è l’uso delle armi da fuoco: è stata documentata la presenza di una vera e propria ‘ala armata’ della delinquenza di matrice cinese, con il compito di intimidire e compiere gravi reati di sangue.
Le attività investigative in corso su tutto il territorio nazionale e quelle di acquisizione di informazioni hanno confermato che la criminalità cinese gestisce i propri affari illeciti in un costante “dialogo” con altri gruppi di nazionalità diverse, anche italiani. Tale dialogo permette di spartire affari e territori di interesse.
Tra le attività illecite associate alla criminalità cinese si segnala l’hawala, ovvero l’esercizio abusivo e clandestino dell’attività bancaria in grado di consentire il trasferimento in nero di ingenti somme di denaro da un continente all’altro, sistema spesso utilizzato dalle organizzazioni criminali – anche diverse da quelle cinesi – come mezzo di pagamento nell’ambito dei traffici criminali (come quello degli stupefacenti o dei migranti) nonché per il riciclaggio di denaro.
Nell’ottica di contrastare i fenomeni criminali in argomento, grazie all’attività svolta nei giorni scorsi, sono state arrestate 13 persone, di cui una per spaccio di stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale e porto di strumenti atti ad offendere; due per sfruttamento della prostituzione; un ricercato per rapina aggravata; due ricercati per furto; tre arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente; tre ricercati per cumulo pene; uno per tentata estorsione;
Sono state denunciate 31 persone, identificati 1942 soggetti, controllati 305 esercizi commerciali di cui due sottoposto a sequestro; controllati 248 veicoli nell’ambito di 52 posti di controllo, sequestrati 550 grammi di shaboo, pari a circa 5500 dosi; elevate 29 sanzioni amministrative per un totale di 73382 euro; sequestrati 22,825 euro.
La descritta attività si colloca nella più ampia progettualità operativa Squadra mobile” intrapresa dallo Sco a partire dal 2023, già applicata con riferimento ad ulteriori ambiti di contrasto della criminalità, tra cui si segnala la devianza giovanile, lo sfruttamento della manodopera, il gioco illegale, la prostituzione, il furto di autoveicoli e le irregolarità nelle procedure di ingresso disciplinate dal decreto flussi.
Per quanto attiene alla provincia di Firenze, la Questura di Firenze, nell’ambito del progetto squadra mobile 2025, ha svolto servizi finalizzati a contrastare i fenomeni di illegalità diffusa e/o organizzata connessi alla criminalità cinese, i cui controlli si sono svolti dal 28 luglio all’1 agosto. Sono state identificate 316 persone, controllati 73 veicoli ed effettuati 10 posti di controllo.
Gli agenti della squadra mobile della Questura di Firenze hanno controllato 9 centri massaggi, 8 bar, 3 sale slot e 4 store di vendita di prodotti vari per un totale di 24 esercizi commerciali. Per due conducenti di autovetture sono state elevate sanzioni amministrative per infrazioni al codice della strada. Due ragazze di un centro massaggi sono state denunciate in quanto irregolari sul territorio nazionale.