(Adnkronos) – Il settore automotive vede oggi un numero crescente di manager donna, ma persiste ancora un gap da colmare, quello retributivo. Anche in tema di auto solo 4 donne su 10 sono le responsabili dell’acquisto.
E’ questo uno dei dati emersi nel corso della terza edizione del Pink Motor Day, l’evento promosso a Milano dalla rivista Fleet Magazine in collaborazione con l’Osservatorio Top Thousand e con il patrocinio del Comune di Milano e delle Associazioni
ANIASA, UNRAE e Valore D.
Il tema del gender gap è stato toccato durante la manifestazione con un video messaggio di Alessia Cappello, Assessora allo Sviluppo economico e alle Politiche del Lavoro con delega al Commercio, alla Moda e al Design del Comune di Milano:
“Serve un cambiamento culturale per cancellare i molti stereotipi che resistono. Ancora oggi si parla di lavori da donne e lavori da uomini. Come Comune di Milano abbiamo avviato diverse iniziative per promuovere l’empowerment femminile, ad esempio supportando le donne (circa 55.000) che sono uscite dal mondo del lavoro nel corso della pandemia oppure, con il progetto “Mentorship Milano”, dando a 150 giovani ragazze l’opportunità di essere affiancate da donne affermate che le hanno supportate a sbloccare i propri talenti e capacità. Altro efficace strumento messo in campo dalla nostra amministrazione è la premialità nei bandi di gara pubblici nei confronti delle imprese che hanno conseguito la certificazione della parità di genere”.
Le auto preferite dalle donne si concentrano nei segmenti A e B, insieme ben l’82% del totale, contro circa il 60% degli uomini che, invece, presidiano in modo significativo anche il segmento C. L’analisi “
Le Donne e l’auto”
, illustrata da Cristiana Petrucci – Responsabile Centro Studi e Statistiche di UNRAE – ha evidenziato anche le preferenze relative alle motorizzazioni: in testa è il motore a benzina (scelto dal 38,3% delle donne), seguito dall’ibrido (35,6%), poi GPL (14,6%). Il diesel si ferma al 7,2% (tra gli uomini raggiunge l’11,7%), mentre l’elettrico è al 2,8%, ben sotto la media nazionale. Sui numeri invece che certificano il gender gap relativo alla retribuzione si è focalizzato l’intervento di Rita Querzè – giornalista del Corriere della Sera e autrice del libro “Donne e lavoro. Rivoluzione in sei mosse” ha dichiarato: “Il divario retributivo medio tra uomini e donne per ogni ora lavorata in Europa è del 12,7% (dati Eurostat). La parità retributiva è formalmente garantita, ma non quella sostanziale. Le donne lavorano in settori meno remunerati e fanno meno carriera, guadagnano meno fin da subito: a 5 anni dalla laurea, le donne guadagnano il 16,9% in meno degli uomini (dati Almalaurea 2021). Secondo i dati Eurostat le donne dirigenti in Italia guadagnano il 23% in meno dei maschi, secondo l’Istat il 27,3% in meno. Di conseguenza anche le pensioni sono il 36% più basse”.
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