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PRATO – Nella seduta di ieri (29 maggio) è stato approvato a maggioranza l’ordine del giorno presentato dai gruppi Pd, M5S, Sinistra unita Prato, La forza del noi e Questa è Prato, incentrato sul decentramento amministrativo per il rinnovo dei permessi di soggiorno.
La sindaca Ilaria Bugetti ha espresso la sua soddisfazione per il risultato ottenuto. “Prato da oggi è ancora più attenta ai bisogni dei suoi cittadini, soprattutto di coloro che vivono uno svantaggio per i motivi più vari. – afferma la sindaca Ilaria Bugetti. – Ringrazio il gruppo di maggioranza per aver lavorato con passione e attenzione a un atto politico importante che ha come obiettivo la tutela degli ultimi e di chi è discriminato per la sua condizione, le sue origini, le sue idee religiose o il suo orientamento sessuale. Stare vicino alle persone più in difficoltà è un dovere fondamentale per le istituzioni di un Paese che vuole definirsi civile. Noi siamo pronti a fare la nostra parte. Mi dispiace non aver potuto partecipare a questo bel momento di alta politica a causa di un impedimento personale, ma sono davvero orgogliosa dell’approvazione di questo ordine del giorno”.
L’atto impegna l’amministrazione a farsi promotrice presso il governo nazionale di una sperimentazione che trasferisca la competenza sui rinnovi dei permessi di soggiorno dalle Questure ai Comuni, proponendo Prato come città pilota.
“L’ordine del giorno. – dicono i promotori – nasce dall’esigenza di affrontare la condizione delle 50mila persone che vivono a Prato senza cittadinanza italiana, spesso costrette ad attendere fino a 16 mesi per il rinnovo dei documenti. Il provvedimento prevede inoltre la richiesta di superamento del sistema dei decreti flussi, la creazione di un fondo di garanzia regionale contro le discriminazioni residenziali, percorsi di supporto per i giovani con background migratorio e la costruzione di una rete territoriale per contrastare la precarietà legata alle continue scadenze dei permessi”.
“Questa proposta rappresenta un passo fondamentale verso la giustizia sociale – dichiara Aksel Fazio, consigliere comunale, coordinatore della segreteria Pd e primo firmatario dell’ordine del giorno -È inaccettabile mantenere le persone in un limbo di incertezza, dove caporali, sfruttatori e oppressori trovano terreno fertile per le loro azioni. Siamo noi, con le nostre attuali politiche, a fornire loro gli strumenti di ricatto. Il rinnovo del permesso di soggiorno non dovrebbe essere visto come una concessione, ma come un diritto fondamentale”.
L’ordine del giorno impegna inoltre l’amministrazione comunale a promuovere un Patto sociale contro lo sfruttamento con istituzioni, imprese e sindacati, ad attivare servizi integrati di supporto linguistico, legale e psicologico per le persone migranti e a coinvolgere strutturalmente le associazioni delle comunità straniere nella definizione delle politiche locali attraverso tavoli di lavoro permanenti.
“Non c’è un noi o un loro: la città è di chi la vive – conclude Fazio – Dobbiamo rendere conto a una fotografia attuale e contemporanea della città. Non possiamo essere noi i fautori di un disagio sociale che corrode tutto, ma possiamo risolverlo partendo dalla riforma del sistema dei permessi di soggiorno. È tempo di disinnescare questo circolo vizioso per costruire una società più giusta, inclusiva e rispettosa dei diritti di tutti”.
“Prato insegna al governo Meloni una lezione di realismo: l’immigrazione non è un’emergenza da sfruttare, ma una realtà da amministrare. E chi amministra davvero – i sindaci, i territori – lo sa benissimo”. Così Marco Furfaro, deputato e componente della segreteria nazionale del Partito Democratico, commenta l’ordine del giorno approvato oggi dal consiglio comunale di Prato.
“Mentre a Roma continuano con decreti sicurezza e propaganda – dice – Prato si candida, insieme ad altre grandi città italiane, come modello per il decentramento amministrativo dei permessi di soggiorno. Non è un caso: i comuni che vivono quotidianamente il fenomeno migratorio sono quelli che trovano le soluzioni vere. Chi gestisce le scuole con forte presenza di bambine e bambini con background migratorio, chi organizza i servizi sociali, chi combatte lo sfruttamento lavorativo sa che servono percorsi di radicamento e legalità, non slogan. La criminalizzazione produce irregolaritá e ricattabilitá, che sono le migliori armi degli sfruttatori e dei criminali”.
“L’8 e 9 giugno voteremo sì per ridurre da 10 a 5 anni i tempi della cittadinanza, ma la vera partita si gioca oltre il quesito referendario: restituire ai territori la capacità di decidere su chi già vive, lavora e studia nelle nostre comunità – spiega ancora Furfaro – Prato non è sola in questa battaglia. È ora che il governo smetta di scaricare problemi e inizi ad ascoltare chi le soluzioni le pratica ogni giorno”.
“Questa sinistra, sempre più confusa e autoreferenziale, continua a usare il nome delle comunità straniere per fini puramente elettorali, cercando di spacciare per diritti delle proposte folli, ideologiche e inapplicabili – prosegue Stanasel – Proposte che non hanno alcun valore normativo, perché le regole su cittadinanza e permessi di soggiorno le fa lo Stato, non il Comune di Prato.Ringraziamo la stragrande maggioranza dei cittadini stranieri e delle comunità presenti a Prato che, con maturità e responsabilità, hanno scelto di non farsi strumentalizzare da questa triste farsa propagandistica che oggi ha occupato – senza riuscirci davvero – la Piazza del Comune, cuore della vita cittadina. Un gesto che dimostra consapevolezza, rispetto per le istituzioni e rifiuto della politica vuota e divisiva”.
“Dietro la retorica della democrazia si nasconde solo l’ennesimo tentativo di propaganda. Una triste farsa ai danni di cittadini italiani e stranieri, che meritano invece rispetto, verità e serietà – conclude l’esponente della Lega – Il flop di oggi è la dimostrazione definitiva che la città non si lascia più prendere in giro. Prato merita una politica concreta, non sfilate di slogan vuoti. Un ringraziamento speciale va alle Forze dell’Ordine, costrette oggi a presidiare per ore una piazza praticamente vuota, sottraendo risorse e tempo prezioso al loro fondamentale lavoro quotidiano sul territorio, al fianco dei cittadini.”