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Nelle sale cinematografiche ‘Criature’, con Marco D’Amore

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Dopo ‘Caracas’, l’attore Marco D’Amore torna al cinema con ‘Criature’, un film di Cécile Allegra, distribuito da Medusa. Il protagonista, interpretato da D’Amore, si chiama Mimmo Sanino ed è ispirato a Giovanni Savino, educatore e fondatore della cooperativa sociale ‘Tappeto di Iqbal’, che nel quartiere di Barra (Napoli) difende i diritti dei minori attraverso la pedagogia circense.

“Mimmo va oltre i pregiudizi e vede la bellezza ovunque, anche in una libreria malmessa, in un parco sgarrupato e in quei bambini che a loro modo cercano di emanciparsi nonostante le difficoltà”, dichiara l’attore, convinto che “i veri miti di oggi sono le persone come Mimmo“. Le riprese del film “mi hanno portato nelle periferie più estreme della mia città – ricorda – ho incontrato moltissime persone che, a vari livelli e con professioni distinte, così come Giovanni Savino, dedicano la propria esperienza e il tempo alla comunità cercando, oltre le fatiche della vita e le ore lavorative, di restituire al prossimo una visione diversa della vita e una speranza”. E in ciò D’Amore avverte l’urgenza “di aprire un capitolo a parte sugli esempi che oggi la nostra società presenta ai più giovani”.

La trama del film

Mimmo Sannino, ex-insegnante e ora educatore di strada a Napoli, cerca di riportare i ragazzi persi dalla scuola sui banchi e permettergli di ottenere il diploma di terza media. La sua arma segreta è l’arte circense, che gioca sull’apparenza, il sogno e la solidarietà, in un mondo dominato dalla camorra e dal degrado. “Io ho fatto della fantasia la mia ancora di salvezza. Ma, allo stesso tempo, dico che questa fantasia deve trovare concretizzazione nella realtà, che quando diventa claustrofobica è difficile anche sognare, questo è il problema”.

È in questo contesto che “la scuola deve tornare a occupare il posto che gli spetta”, dice D’Amore, figlio di insegnanti. “Ho sempre visto mia madre e tante sue colleghe vivere questo mestiere con grandissima generosità. In questo Paese abbiamo un corpo insegnanti di primissimo livello”. Dunque la scuola “è importante non sono per l’educazione ma anche per quello che rappresenta la classe: un luogo fondante delle coscienze degli esseri umani. Oggi ci si dovrebbe battere per questo”.

In ‘Criature’, tra lezioni sui trampoli e letture de ‘Il barone rampante’, con l’aiuto di Anna (Marianna Fontana), assistente sociale che riconosce il valore del suo impegno, Mimmo riesce a convincere diversi giovani a partecipare. Tra questi Daniela (Martina Abbate), che vende carciofi al banco del padre, e Margherita (Maria Esposito, volto di Rosa Ricci di ‘Mare Fuori’), che ha abbandonato la scuola per fare la parrucchiera per pochi spiccioli. E ancora Ciro (Antonio Guerra, nelle sale anche in ‘Napoli New York’ di Salvatores), cresciuto da solo con suo fratello, e Bruno, appassionato di parkour e figlio di un boss locale. L’operato di Mimmo è tuttavia malvisto dalle famiglie della zona, e i ragazzi si scontrano con la dura realtà della vita nel quartiere.

Il senso del film

“Il titolo del film è una sintesi di questa storia nelle sue due accezioni. Da una parte vuol dire ‘bambini’ in dialetto napoletano. Dall’altra, in italiano significa ‘creature’, un termine che accostiamo a qualcosa di alieno e di cui avere timore. È come se il film raccontasse di questi bambini che sono alieni nel contesto in cui vivono, sono visti con distacco e con un po’ di paura”. Al contrario, “sono accolti da Mimmo, che li ama per quello che sono. Li motiva a sognare e a proiettare se stessi verso un futuro diverso”.

Diverso anche il personaggio che si è ritrovato a interpretare D’Amore: “È un ruolo inedito per me, soprattutto perché ha dei presupposti rispetto da cui non ero mai partito. Mimmo è un adulto bambino che si rapporta con dei bambini adulti in un gioco di scambio delle parti. All’interno di questo contesto, compie un percorso di maturazione durante cui riesce a definire l’uomo che è dentro di lui e riportare quei bambini alla loro condizione primigenia d’infanzia”. Interpretare Mimmo “è stata una scoperta”, conclude.

© Riproduzione riservata

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