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Italia-Germania giovedì 20 marzo alle ore 20.45 allo stadio Meazza di Milano.
Partita valida per i quarti di Uefa Nations League 2025 diretta dal francese Francois Letexier. Assistenti Cyril Mugnier e Mehdi Rahmouni. Quarto ufficiale Romain Lissorgue. Al Var Jérôme Brisard; Bastien Dechepy all’Avar.
Diretta Rai 1.
Ritorno a Dortmund domenica 23 marzo.
Retegui a casa, è infortunato.
Luciano Spalletti: “Italia-Germania ha un fascino diverso? È vero. Per i trascorsi, perché sono due nazionali fortissime, lo sono sempre state, e per la tipologia dei risultati che sono venuti fuori: hanno dato forza a questo fascino della partita. Sono convinto che sarà una bella gara, che tutte e due la giocheranno per vincere, a viso aperto. È chiaro che, se non saremo bravi nella gestione di alcune fasi della partita e dovremo andare a rincorrere sempre, sarà molto difficile poterne uscire in maniera positiva. Per cui noi si va a giocare la nostra gara, loro ci metteranno la qualità che hanno e in alcuni momenti saremo costretti a scegliere come starci in questa qualità che loro esibiranno. E poi noi si vuole vincere la partita, quindi staremo a vedere”.
Non vi dico chi gioca, meglio se si aspetta l’allenamento: ho tanti dubbi, perché ho 23 calciatori forti. Il mio dubbio è su tutti, però al contempo mi fa stare tranquillo quando uno non va a casa: sono convinto che l’altro mi riuscirà a dare quello che desideriamo. Non dipende solo da come noi la vediamo dal campo, anzi dobbiamo riuscire ad entrare negli occhi di chi ci vede da fuori e saperla valutare la partita anche da quello”.
Poi il ct toscano: “Io guardo in proiezione delle due partite, dentro le due partite possono giocare tutti. Poi si valuterà di giorno in giorno, è chiaro che può succedere che tra la prima e la seconda faccia scelte differenti. Sono talmente ravvicinate che sarà difficile per qualcuno recuperare”.
Sul tecnico della Germania: “Julian Nagelsmann? È un collega molto forte. Quando si va a vedere la sua squadra, è facilmente individuabile che è un allenatore di quelli moderni, che lavora sul campo. Si vede che la squadra si comporta in base alle richieste che gli vengono fatte. Il calcio d’inizio che ne batti uno a partita, gliene si riconoscono sette o otto battuti diversamente e ricercati: si vede che vanno a fare quella cosa che viene richiesta dall’allenatore, e a cui tutti fanno attenzione nei comportamenti. Sul calcio di rinvio variano e si vede. Nella costruzione bassa difende e costruisce a quattro, nella costruzione media passa a tre con un centrocampista che entra dentro, spinge i terzini. Gioca un calcio molto offensivo, che assomiglia molto alle qualità dei giocatori che ha”.
“Lui è sicuramente dentro questo processo di crescita del gioco della Germania, che è partito una decina di anni fa: prima era una nazionale più attenta ad avere muscoli e forza. Dopo l’avvento di Guardiola, è stato messo dentro anche qualità tecnica, possesso palla, gioco corto. Ora è una squadra completa come proposta di calcio e Nagelsmann è dentro questa completezza di proposta. È un allenatore forte”.
L’Italia non vince con la Germania da 13 anni. “È vero. Abbiamo fatto anche quattro pareggi nelle ultime sei partite, ma abbiamo il dovere di essere quel sogno che tutti gli italiani hanno nel vedere giocare la Nazionale. Cioè vincere le partite ed essere una Nazionale forte: noi abbiamo questo dovere qui. Ci dobbiamo portare dietro la nostra storia, nel bene e nel male, conoscere bene quello che vogliono gli italiani vedendo giocare a calcio la nostra nazionale”.
“Siccome penso che verrà fuori una partita da sbattimento, da continui ribaltamenti di fronte, Kean in questo sbattimento è più adatto. Retegui lo sa fare, ma è più bravo nell’area di rigore per quello che ho visto io. Kean parte più da lontano, qualche volte riparte da metà campo e non ha bisogno di nessuno, sbatte su un paio di difensori e riesce ugualmente a concludere in porta”.
Su Retegui: “L’abbiamo mandato a casa perché non ce l’avrebbe fatta, però si spera che recuperi con l’Atalanta per il campionato. Non ha un problema ben definito, ma un affaticamento. Per il momento non chiamo nessuno, perché voglio vedere come va la prima sfida: può darsi che possa avere bisogno di una prima o una seconda punta in base ai recuperi di Zaccagni e Cambiaso. Se devo chiamare una prima punta chiamerò Piccoli, altrimenti Baldanzi”.