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Bagarre in Consiglio a Livorno, Lega occupa aula: “Ricorso al Tar”

Ghiozzi, capogruppo Lega, il giorno dopo lo scontro su Poc: "Occupazione pacifica". Guarducci, candidato sindaco centrodestra, chiede incontro con prefetto. Nardella, Mazzeo, Simiani, Fossi e Gazzetti, Pd: "Atto gravissimo. Vergogna. Solidarietà a sindaco Salvetti e presidente Consiglio Caruso"

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LIVORNO – Bagarre in Consiglio a Livorno, Lega occupa aula: “Ricorso al Tar”.

Bagarre in Consiglio a Livorno, scontro sul piano operativo. All’ordine del giorno le controdeduzioni alle osservazioni.

Con occupazione dell’aula di opposizione Lega Salvini con i consiglieri comunali Carlo Ghiozzi, capogruppo, e Marco Perini. Allontanati dall’aula, presidente del Consiglio Comunale Pietro Caruso, con la Polizia Municipale.

E la solidarietà a sindaco Salvetti e presidente del Consiglio Comunale Caruso che arriva dal Pd con sindaco di Firenze Nardella, presidente del Consiglio regionale della Toscana Mazzeo, consigliere regionale Gazzetti, segretario regionale Pd deputato Fossi, deputato Simiani: “Atto gravissimo. Una vergogna”.

Carlo Ghiozzi annuncia ricorso al Tar.

Mentre Alessandro Guarducci, candidato sindaco centrodestra a Livorno, annuncia la richiesta di incontro col prefetto.

Casus belli i circa 700 emendamenti Lega in discussione dei 1.384 presentati da Carlo Ghiozzi.

Ghiozzi non ci sta a passare per violento e, il giorno dopo la bagarre andata in scena in Consiglio Comunale a Livorno nella serata di venerdì 5 aprile, con approvazione del Poc a tarda notte, pubblica Fb il video della sua occupazione in aula.

E ci racconta: “E’ stata un’occupazione del tutto pacifica. Mi sono seduto sul banco del presidente del Consiglio a tutela dell’applicazione democratica del regolamento del Consiglio Comunale. Sono stato accompagnato fuori dall’aula dai vigili. Tutte le opposizioni sono uscite dall’aula”.

Poi prosegue Ghiozzi: “Faremo ricorso al Tar per chiedere l’annullamento della delibera. Quanto successo non era mai accaduto prima in Consiglio Comunale a Livorno. Con norma del regolamento consiliare non applicata dal presidente del Consiglio Comunale. Prima della seduta del Consiglio Comunale mi sono recato dal prefetto. E dal prefetto ci siamo recati dopo il Consiglio Comunale”

Francesco Gazzetti, consigliere regionale: “Voglio esprimere massima vicinanza e solidarietà al presidente del Consiglio Comunale di Livorno Pietro Caruso che durante la sessione dedicata alle controdeduzioni alle osservazioni al piano operativo comunale, come riporta e denuncia in un post il Pd di Livorno, è stato bloccato fisicamente dalle opposizioni di destra, impedendogli di svolgere le proprie funzioni democratiche. A lui va il mio abbraccio e la gratitudine per il modo con il quale ha sempre svolto la sua funzione. Quello che è accaduto va contro ogni tradizione democratica della comunità labronica e toscana e come tale non può essere tollerato in nessuna maniera”.

 

Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale della Toscana: Quello che è successo in Consiglio comunale a Livorno è gravissimo. Impedire il regolare esercizio delle funzioni democratiche di una istituzione è inaccettabile e certi atti vanno condannati senza e senza ma. Conosco bene la fatica e la delicatezza di presiedere un’assemblea legislativa e di tutelare sempre le prerogative di maggioranza e minoranza. Si può essere in dissenso e si possono contestare le interpretazioni regolamentari ma non si può impedire fisicamente a chi presiede un Consiglio comunale di svolgere il proprio lavoro. Al presidente Caruso esprimo la mia massima solidarietà e vicinanza nella speranza che gesti del genere, del tutto contrari alla storia, alla cultura e ai valori democratici della nostra regione e del nostro Paese, non accadano mai più”.

Dario Nardella, sindaco di Firenze: “Quello che è successo in Consiglio Comunale a Livorno è semplicemente vergognoso: un’opposizione che evidentemente non ha saputo neppure formulare emendamenti in merito al Piano operativo comunale al voto adesso grida allo scandalo, si appella al prefetto e addirittura arriva a occupare fisicamente i banchi della presidenza dell’assemblea. Esprimiamo la massima solidarietà al sindaco Luca Salvetti e condanniamo con forza tali gesti che fanno male alla democrazia ed esprimono metodi fascisti di intralcio alle istituzioni. Il Poc, che peraltro abbiamo approvato la scorsa settimana anche a Firenze, è uno strumento urbanistico importantissimo che disegna il futuro delle città per i prossimi anni e non dovrebbe essere pretesto di una protesta grottesca e violenta”.

Emiliano Fossi: “La Toscana è antifascista: lo è nel suo simbolo, nello statuto e deve esserlo anche nelle istituzioni. È per questo che a nome mio e del Partito regionale condanno l’atto avvenuto durante la seduta del Consiglio Comunale a Livorno dove il presidente del Consiglio è stato bloccato fisicamente dalla destra, impedendogli di svolgere le sue funzioni democratiche. Ostacolare il regolare svolgimento delle istituzioni e soffocare il libero dibattito democratico è inaccettabile. Mi auguro che tutte le forze politiche, indipendentemente dal colore d’appartenenza, condannino e stigmatizzino l’episodio, difendendo la democrazia e promuovendo i valori della dignità, della libertà e dell’uguaglianza scritti nella nostra Costituzione, nata proprio dalla lotta antifascista”.

Marco Simiani: “Esprimo massima e totale vicinanza e solidarietà al presidente del Consiglio Comunale di Livorno, Pietro Caruso, di fronte a una chiara violazione dei principi fondamentali della democrazia e della libertà di espressione. Questo episodio è di una gravità inaudita, che riporta alla mente i periodi più bui della storia italiana. Mi auguro che venga unanimemente stigmatizzato per quello che rappresenta”.

Pd Livorno: ” Le opposizioni, dopo aver fatto ostruzionismo e dopo aver occupato la presidenza del Consiglio Comunale (un atto grave e fascista), hanno abbandonato l’aula e non hanno partecipato alla discussione, alle dichiarazioni e alle operazioni di voto per le controdeduzioni alle osservazioni del piano operativo. Dopo aver bloccato il processo democratico prendendo il posto del presidente del Consiglio Comunale, hanno dimostrando una totale mancanza di rispetto per le istituzioni e per i cittadini che rappresentano.

Il Partito Democratico di Livorno ribadisce la sua ferma condanna di questi comportamenti antidemocratici e continuerà a lottare per difendere la democrazia e lo Stato di diritto”.

Il comunicato di Alessandro Guarducci, candidato sindaco a Livorno ‘Coalizione del Rinnovamento, che ha chiesto ha richiesto “un incontro urgente al Prefetto”.

“Venerdì abbiamo vissuto uno dei momenti più negativi della storia del nostro Consiglio Comunale, organo che dovrebbe rappresentare il massimo consesso democratico della città ma che la maggioranza Pd, con una oscena forzatura del regolamento, ha piegato ai suoi interessi di parte finendo per svilire e svuotare l’Istituzione consiliare di ogni contenuto di garanzia per le libertà e i diritti delle opposizioni che dovrebbero essere costituzionalmente garantiti”.

Guarducci “commentando l’approvazione del Poc che si è consumata a tarda notte con la votazione della sola maggioranza in un salone consiliare abbandonato per protesta nel pomeriggio di ieri dai partiti di opposizione. Le opposizioni chiedevano legittimamente che fosse rispettato l’articolo 71 comma 6 del Consiglio [che recita: “Qualora siano stati presentati emendamenti, le dichiarazioni di voto si svolgeranno anche sui singoli emendamenti e non potranno avere durata superiore a tre minuti”] che la maggioranza ha voluto scientemente bypassare con un colpo di mano per eludere la mole di emendamenti presentati contro il Poc. Una approvazione che sarà comunque suscettibile di vari ricorsi al Tar che le opposizioni presenteranno nei prossimi giorni”.

Poi Guarducci: “Vergognosa anche la narrazione dei fatti dello stesso Pd  che ribaltando incredibilmente la frittata, ha accusato alcuni consiglieri di opposizione, che ricordo sono stati fatti uscire dall’aula da agenti di polizia, di aver impedito al Consiglio lo svolgimento delle funzioni democratiche. Quando non c’è stato alcun atto di violenza contro nessuno ma ancora una volta una richiesta forte, una sorta di ‘resistenza passiva’, di un consigliere di opposizione che si è seduto per protesta sul bancone della presidenza per testimoniare lo sdegno a un sopruso subìto qui sì dalle funzioni democratiche”.

Prosegue Guarducci: “Una narrazione che assume i connotati della farsa se si considera poi che gran parte della maggioranza Pd alla richiesta dell’opposizione di votare almeno una mozione d’ordine sull’applicazione dell’articolo 71 inizialmente ha votato convintamente sì, e quando il presidente del Consiglio Comunale se n’è accorto, dopo aver tentato di richiamare per ben tre volte i “suoi” consiglieri, ha annullato il voto in corso già espresso per procedere a una seconda votazione. Tutto questo dinanzi a uno schieramento di pubblici ufficiali in servizio e soprattutto a numerosi cittadini allibiti per l’accaduto. Interrompere una votazione perché il risultato non è gradito a chi governa mette in discussione le basilari regole di democrazia della nostra società. Ha prevalso la legge del “fo’ come mi pare”, che purtroppo contraddistingue questa amministrazione. Ora la parola passa agli organi di giustizia”. 

© Riproduzione riservata

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