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Sostegno convinto al Toscana Pride dalla Regione: “Siamo terra di diritti”

Alla manifestazione dei 20mila di Lucca anche il governatore Eugenio Giani e l'assessora Alessandra Nardini: "Non ci sono famiglie e amori di serie B"

LUCCA – Forte sostegno della Regione per il Toscana Pride che ha visto sfilare il 7 settembre 20mila persone a Lucca.

Anche il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha partecipato a Lucca all’evento he ha attraversato con la sua parata nel pomeriggio la città.  “Sono qui, insieme alla comunità arcobaleno, per ribadire che la Toscana – sottolinea – è e sarà sempre una terra di diritti, inclusione e rispetto per tutti. La Regione c’è”.

“Tra la fente– racconta ancora Giani – anche tanti sindaci e amministratori: una presenza importante, perché la libertà di orientamento sessuale è una grande questione della democrazia e della civiltà nel nostro paese e la Toscana, in occasione del Pride, con questa presenza forte ribadisce il suo impegno per l’affermazione dei diritti e il rispetto di tutte e di tutti: un messaggio semplice ma forte, per chiedere una società aperta, senza pregiudizi e discriminazioni”.

Da anni la Regione aderisce ufficialmente al Toscana Pride e sfila orgogliosamente con la comunità LGBTQIA+ per chiedere reale uguaglianza.

Il documento politico presentato dal Toscana Pride toccava numerosi temi: da affettività e famiglie al contrasto alle discriminazioni, dall’educazione alle differenze a salute, prevenzione e benessere, dall’autodeterminazione al lavoro, i diritti umani e i diritti queer nel mondo, ma anche ambiente e sostenibilità.

C’era a Lucca anche l’assessora ai diritti Alessandra Nardini: Sono orgogliosamente qui al Pride, come d’altronde sempre in questi anni, per dire forte e chiaro che Regione Toscana c’è, che siamo al fianco della comunità Lgbtqia++ per i diritti da difendere e i molti ancora da conquistare. Gli attacchi della destra e del Governo alla comunità sono quotidiani, se la sono presa addirittura con le figlie e i figli delle famiglie arcobaleno. La loro propaganda oscurantista si scatena senza guardare in faccia nessuna e nessuno, soprattutto sui corpi di noi donne e delle persone transgender. Essere al Pride significa dire che non ci sono persone, famiglie e amori di serie A e di serie B, che le bambine e i bambini delle famiglie arcobaleno non sono figlie e figli di un reato universale e vogliamo che vengano registrate e registrati alla nascita, significa dire che vogliamo il matrimonio egualitario e le adozioni e, finalmente, una legge contro le discriminazioni, dopo il vergognoso affossamento del ddl Zan”.

“Rispetto al mondo oscuro, di discriminazioni e di negazione di diritti – conclude – che stanno cercando di imporci, oggi sfila un mondo a colori, un mondo arcobaleno dove tutte e tutti sono uguali. È questo il mondo che vogliamo costruire”.

© Riproduzione riservata

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