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Dal carcere al palcoscenico: per la Festa della Toscana la Compagnia della Fortezza a Pistoia

Nel giorno in cui si celebra l'abolizione della pena di morte nel 1786 nel Granducato, Armando Punzo presenta al Manzoni il suo ultimo spettacolo 'Naturae'

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PISTOIA – Per la Festa della Toscana a Pistoia è protagonista la Compagnia della Fortezza di Armando Punzo. 

L’appuntamento è al Teatro Manzoni sabato 30 novembre alle 20.45 nel giorno in cui si ricorda l’abolizione quale primo Stato nel mondo della pena capitale avvenuta nel 1786. In scena Naturae, per la regia e drammaturgia di Armando Punzo, Leone d’Oro alla Carriera Biennale Teatro 2023.

Lo spettacolo arriva a Pistoia in esclusiva regionale nella versione da palcoscenico nella sezione Altri eventi delle stagioni 2024/25 di Teatri di Pistoia e conclude la settima edizione di Immaginati avvocato promossa dall’Ordine degli avvocati di Pistoia, con il sostegno della Fondazione Caript e la collaborazione di Fondazione Teatri di Pistoia. Hanno contribuito all’evento Conad Nord Ovest, ChiantiBanca, Fondazione Giorgio Tesi Pistoia.

La rassegna, che anche quest’anno ha invitato a riflettere su un tema di grande attualità, Diritto e castigo: quale pena per quale giustizia, ha coinvolto anche più di 450 studenti degli istituti scolastici superiori di Pistoia e Provincia, con incontri nelle singole classi ed un evento finale, molto partecipato, tenutosi al liceo scientifico di Pistoia, alla presenza di giuristi, associazioni di volontariato, artisti che operano nel settore e testimoni di esperienze carcerarie.

La Compagnia della Fortezza, fondata da Armando Punzo nel 1988 nel carcere di Volterra, prima e più longeva esperienza di lavoro teatrale in un istituto penitenziario, è oggi annoverata tra le eccellenze del panorama teatrale contemporaneo internazionale, per il rigore della sperimentazione registica e drammaturgica e la capacità di creare spettacoli in grado di trasfigurare completamente i luoghi che abitano. In 30 anni di lavoro con la Fortezza, composta oggi da circa 70 detenuti-attori, Armando Punzo ha messo in scena oltre 30 spettacoli, molti dei quali, dopo il debutto in carcere, sono stati ospitati nei maggiori festival e teatri italiani.

Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti dalla Compagnia della Fortezza, ricordiamo 8 Premi Ubu, il Premio dell’Associazione nazionale critici di teatro, il Premio Carmelo Bene della rivista Lo Straniero 2004, il Premio Europa Taormina Arte, il Premio per la cultura contemporanea della Regione Toscana, la Medaglia d’oro del presidente della Repubblica e il Gonfalone d’argento del Consiglio regionale della Toscana 2023.

Naturae è un’opera a cui tengo particolarmente – commenta Armando Punzo nella lettera inviata all’Ordine degli avvocati di Pistoia – perché parla della felicità che dobbiamo conquistarci con un attento lavoro quotidiano, scegliendo di far emergere in noi qualità di apertura, bellezza, amore e armonia che sembrano perse, dimenticate, sepolte in noi irrimediabilmente a favore di altre qualità che ci sembrano, sbagliando più adatte per affrontare gli altri e il mondo. Sono molto felice di ritornare a Pistoia per il progetto Immaginati avvocato 2024, che ci indica che ognuno di noi è chiamato a non restare entro limiti prestabiliti, che ci invita a sconfinare e ci suggerisce una lettura della figura di avvocato, avvocata, come vocato, come naturale disposizione ad affiancarsi agli altri, a garantire la difesa a chiunque, a prendersene cura”.

Naturae. “Negli ultimi 10 anni il lavoro della Compagnia della Fortezza è stato guidato dalla ricerca dell’ordine e della bellezza nella natura umana – spiega Armando Punzo – Senza alcuna volontà iniziale, dal 2015 sono emerse una narrazione e una visione dell’uomo che ci hanno fatto scegliere di riscrivere l’opera di Shakespeare per sconfessare una superstizione che vede l’uomo ripetersi all’infinito sempre uguale a se stesso, senza alcuna possibilità di cambiamento. In questo lungo viaggio di auto-formazione, due figure, Lui e Il Bambino, sono diventate protagoniste di una nuova visione che ha spazzato via i fondamenti intoccabili della filosofia esistenziale dell’occidente, per la quale a partire dal ‘900 sembrava non essere più possibile sognare un nuovo uomo e un nuovo mondo. L’accettazione della nostra esistenza e della nostra natura umana, per come è stata descritta da Shakespeare, dal canone occidentale e dai suoi innumerevoli epigoni (e dalla politica) sembrava essere diventato un muro insormontabile, un recinto dal quale non era più possibile uscire, se non pagando il prezzo di essere emarginati e considerati inconcludenti utopisti e illusi”.

“Dopo la Tempesta è stato il primo capitolo di questa saga – prosegue il regista – che ha visto Lui e Il Bambino lasciarsi alle spalle quell’affresco chiuso su se stesso, quello stadio primordiale dell’umanità, per andare, anche con timore, verso un ignoto tutto da scoprire. L’incontro con l’opera di Borges ha poi suggerito un grado di intelligenza ed evoluzione umana superiore: la sua scrittura non indugiava sulla copia dell’esistente, ma richiedeva uno sforzo consapevole e un lavoro da compiere per affrancarci da noi stessi e lanciarci oltre lo steccato dei nostri limiti e della cultura attuale della paura e della morte. Così è nato Beatitudo. Naturae – La valle della Permanenza è l’ultimo capitolo, è la rivelazione, la riscoperta in noi di qualità dimenticate, negate, soppresse. È frutto della contro-scrittura che si è generata in questi anni, come un filtrato luminoso che si opponeva alla mancanza di luce e speranza che avevamo riscontrato in noi e negli altri. Quelle qualità hanno preso forma di entità simboliche concrete, stilizzazioni, che permettono al nostro protagonista, una volta ritrovato lo sguardo puro dell’innocenza rappresentato dal bambino, di stabilire una diversa relazione col mondo”.

“Ci siamo resi conto che l’evoluzione umana è in essere, sempre, ed è questa che bisogna alimentare. Non possiamo credere di essere arrivati alla fine della storia, è innaturale e non serve a migliorare la nostra esistenza, le relazioni tra gli uomini, una diversa idea di comunità fatta di persone sensibili e il futuro della nostra terra. L’homo sapiens è solo una fase, dobbiamo lavorare per guadagnarci l’homo felix, dobbiamo far crescere in noi la ricerca della libertà, dell’amore, della felicità. Dobbiamo ricominciare a sognare un nuovo uomo e imporlo alla realtà” conclude Punzo.

Costo biglietti da 7 a 15 euro. E’ possibile acquistarli alla biglietteria del Teatro Manzoni (Corso Gramsci, 125, numero 0573 991609 – 27112, email biglietteria@teatridipistoia.it) martedì e giovedì dalle 16 alle 19, mercoledì dalle 11 alle 15, venerdì e sabato dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19 (lunedì chiuso); alla biglietteria del Funaro in via del Funaro (numero 0573 977225) il mercoledì e il giovedì dalle 15.30 alle 19.30; online qui.

 

© Riproduzione riservata

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