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Beko Siena, ministro Urso: “Piano Italia da almeno 300 milioni investimenti”

Sindaca Fabio: "Importante passo avanti Governo. Notizia positiva legata a congelamenti esuberi". Michelotti, deputato senese FdI: "Mimit ha chiesto a Beko tre anni per possibili soluzioni alternative". Giani: "Pronti a fare la nostra parte". Presidio lavoratori

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SIENA – Beko Siena, ministro Urso: “Piano Italia da almeno 300 milioni investimenti”

Beko Siena, un ‘Piano Italia’ con almeno 300 milioni di euro di investimenti, continuità produttiva di tutti gli stabilimenti e salvaguardia dei livelli occupazionali. Queste le richieste che il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha rivolto ai vertici di Beko Europe durante il tavolo relativo all’azienda, presieduto dal ministro, con la sottosegretaria alle crisi di impresa, Fausta Bergamotto, alla presenza dei rappresentanti del ministero dell’Economia e delle Finanze, del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, delle Regioni Marche, Toscana e Lombardia, degli Enti locali dove hanno sede gli impianti produttivi, dell’azienda e delle organizzazioni sindacali.

Lavoratori in presidio davanti al Mimit.

 

Beko Siena, ministro Urso: "Piano Italia da almeno 300 milioni investimenti"
Beko Siena (Foto Fb Fiom Cgil Nazionale)
Fiom Cgil Nazionale: “Chiediamo a Beko di ritirare l’inaccettabile piano di chiusure presentato per l’Italia e al Governo di intervenire concretamente con tutti gli strumenti disponibili, fino a prevedere l’ingresso diretto dello Stato a garanzia degli stabilimenti, dell’occupazione e di un settore strategico.
Occorre scongiurare le chiusure e i licenziamenti e chiedere il rilancio degli stabilimenti Beko in Italia”.

Nicoletta Fabio, sindaca di Siena: Importante passo in avanti del Governo, che ha dato centralità all’idea avanzata dal Comune di Siena sulla possibilità di acquistare lo stabilimento senese della Beko da parte degli enti del territorio. Un’operazione che richiede tempo e che ha come obiettivo quello di poter avviare una reindustrializzazione del sito, che garantisca l’occupazione e la sua destinazione produttiva”. 

L’incontro che si è svolto nei giorni scorsi con il ministro Adolfo Urso e con il sottosegretario Fausta Bergamotto è avvenuto principalmente per sollevare il problema legato al canone di affitto, molto al di sopra dei reali valori di mercato. Questo rappresenta certamente lo scoglio più grande da superare, poiché potrebbe frenare possibili investitori sul mercato senese. La notizia positiva è certamente quella legata ai congelamenti degli esuberi. A questo punto credo sia fondamentale riuscire ad avere tempo per dare vita ad un’operazione che porti Comune, Provincia e Regione a dialogare insieme, con l’obiettivo di trovare una soluzione che renda attrattivo il sito industriale”.

Eugenio Giani, presidente Regione Toscana presente al Mimit con Valerio Fabiani: “Con la riunione si apre, lo spero, una nuova fase della vertenza Beko. La disponibilità dell’azienda a iniziare un confronto su un nuovo piano industriale, senza aprire la procedura di chiusura o di licenziamento, permette di iniziare finalmente un vero confronto. Ora occorre che l’azienda cominci a dare concretezza alla disponibilità annunciata in questo incontro; da parte nostra auspichiamo anche che la scelta dell’azienda di disimpegnarsi, in prospettiva, su Siena, possa essere modificata al tavolo della trattativa. “Come Regione siamo pronti a fare la nostra parte e in questo senso accogliamo positivamente l’impegno del ministro a supportare gli investimenti e a porre il tema dell’acquisizione dell’immobile di Siena, garantendone la destinazione industriale. Dobbiamo fare tutto il possibile perché questa azienda possa essere rilanciata e per salvaguardare il lavoro ai 300 dipendenti dello stabilimento senese””.

Francesco Michelotti, deputato senese FdI: “Il tavolo dedicato alla vertenza della Beko al quale ho partecipato nella sede del Mimit, è stato caratterizzato dal ribadire, da parte del governo, che continua a dimostrare la massima attenzione su ogni aspetto di questa complessa vicenda, e del sindaco di Siena Nicoletta Fabio, che la destinazione produttiva e industriale del sito non è in alcun modo in discussione. Di fronte all’annunciata volontà dell’azienda di dismettere il sito, il Mimit ha chiesto ai vertici di prendere altri tre anni di tempo per ipotizzare possibili soluzioni alternative che garantiscano la continuità industriale”.

Ministro Urso

: “Chiediamo un vero Piano Italia che preveda almeno 300 milioni di investimenti per innovare i prodotti e modernizzare gli impianti presenti sul territorio nazionale. Solo grazie all’uso avveduto della Golden Power è stato possibile scongiurare quanto già accaduto in Polonia, dove due stabilimenti sono stati chiusi con conseguenti 1.800 licenziamenti, o nel Regno Unito. Se non l’avessimo fatto, oggi non saremmo riuniti a questo tavolo per trovare una soluzione sostenibile, mentre gli stabilimenti continuano a produrre con i medesimi livelli di forza lavoro. Ora ci aspettiamo un piano industriale e occupazionale serio e assertivo”.

L’azienda, fa il punto Mimit, ha aperto a valutare la revisione del proprio piano industriale e di investire 300 milioni di euro in Italia. Il Mimit, dal canto suo, a fronte di questo impegno, valuterà gli strumenti necessari per accompagnare lo sviluppo e il rilancio delle attività, come il ricorso ad accordi di innovazione, contratti di sviluppo o agevolazioni previste dal Piano Transizione 5.0 per l’efficientamento energetico.

Nel corso della riunione, è stata inoltre affrontata la tematica relativa allo stabilimento di Siena ed evidenziata la criticità riguardante il canone di affitto applicato dalla società proprietaria dello stabilimento, giudicato non conforme e molto al di sopra dei valori medi di mercato. Un ostacolo cruciale che rappresenta un serio impedimento alla definizione di una soluzione sostenibile per il futuro del sito.

Urso: “Per questo è necessario rimuovere rapidamente questa criticità. Credo che sia possibile farlo nell’ambito di un lavoro di squadra con Regione e Comune che deve iniziare subito. Questa è la precondizione sulla quale costruire il rilancio produttivo dello stabilimento e le necessarie garanzie occupazionali. Con questo obiettivo, chiediamo a Beko che nel suo piano industriale vi siano garanzie che consentano alle parti interessate tutto il tempo necessario per gestire e portare a risoluzione il problema; un arco temporale di almeno 3 anni, durante il quale Beko dovrà garantire a Siena lavoro e attività produttiva”.

A conclusione del tavolo, sottolinea Mimit, il ministro ha evidenziato il via a tre settimane di confronto nel merito con le parti interessate, per individuare le migliori soluzioni da portare al prossimo tavolo di aggiornamento che verrà convocato entro il mese di febbraio.

Urso: “Abbiamo necessità di approfondire i temi emersi nella riunione: investimenti, occupazione e agibilità del sito produttivo di Siena. Nei prossimi giorni, convocheremo un incontro tra la proprietà, Mimit e Invitalia, per analizzare gli aspetti relativi agli incentivi e ai sostegni necessari a supportare gli investimenti annunciati da Beko, che mi auguro possano essere supportati anche dalle Regioni interessate. Avvieremo, inoltre, il dialogo con le rappresentanze sindacali e il ministero del Lavoro per affrontare le questioni legate alla salvaguardia dei livelli occupazionali per noi assolutamente centrale. Nel contempo, con la Regione Toscana e il Comune di Siena, ci impegniamo a definire una soluzione per lo stabilimento della città, puntando a creare le migliori condizioni per il subentro di un nuovo investitore dopo dicembre 2027”.

 

Fabiani, consigliere del presidente Giani per le crisi aziendali: “Nel corso dell’incontro  proprio per sottolineare l’impegno a guardare avanti abbiamo confermato la disponibilità ad accompagnare questo percorso attraverso il piano  straordinario per la formazione dei dipendenti che la Regione ha messo in campo, d’intesa con i sindacati,  e che può arrivare fino a tremila euro a lavoratore o lavoratrice coinvolti. Inoltre ci siamo messi al lavoro sul tema dell’immobile anche interagendo con la proprietà,  consapevoli che è uno dei problemi del nostro sito. A questo punto ccorre che l’azienda faccia la sua parte e che nel nuovo piano industriale non si parli più di dismissioni ma di una nuova prospettiva industriale e occupazionale”.

 

© Riproduzione riservata

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