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Giubileo 2025 in Toscana: turismo spirituale leva di sviluppo sostenibile
La Toscana guarda al Giubileo 2025 e cerca nel turismo spirituale un’opportunità di nuova accoglienza e di sviluppo sostenibile. Se n’è parlato nel cenacolo del complesso monumentale di Santa Croce nel corso della V Giornata della Fraternità, promossa dall’Opera di Santa Croce, con la Comunità dei Francescani conventuali. A confronto studiosi, istituzioni, operatori culturali ed economici. L’iniziativa ha visto la collaborazione del Dipartimento per l’Economia e l’Impresa dell’Università di Firenze.
Una giornata che ha guardato prima di tutto alla prospettiva interreligiosa facendo riferimento al documento della fraternità di Abu Dhabi, come hanno ricordato in apertura il consigliere dell’Opera, Giulio Conticelli e don Alfredo Jacopozzi della Facoltà teologica dell’Italia Centrale. I lavori sono iniziati con la lettura dei saluti dell’arcivescovo di Firenze, Gherardo Gambelli, e del cardinale Miguel Angel Ayuso Guixot del Dicastero per il dialogo interreligioso
Al centro della riflessione, dunque, una ospitalità che diventa accoglienza, coltivando anche il dialogo tra culture diverse.
“Il turismo spirituale o religioso ha motivazioni profonde, d’altronde il pellegrinaggio è stata la prima forma di turismo – ha messo in evidenza Cristina Acidini, presidente dell’Opera di Santa Croce – partendo da queste motivazioni, in occasione del Giubileo del 2025, ci attendiamo maggiore affluenza del consueto. È richiesta un’accoglienza che comprenda e vada incontro alle ragioni di chi si mette in cammino per il Giubileo, rendendo i luoghi di culto sempre più eloquenti, parlanti, comunicativi affinché ai valori dell’arte e della storia si affianchino a quelli della fede, vero motivo del movimento giubilare”.
Il confronto si è incentrato anche sul tema del turismo spirituale come leva di sviluppo per il territorio (ne hanno parlato Lucia Varra – Università di Firenze, Isabella Gagliardi – Università di Firenze e Patrizia Battilani – Università di Bologna). “Il turismo spirituale è un fenomeno antico ma di grande attualità perché va ad intercettare una serie di esigenze che sono individuali e della società, esigenze di ricerca di sé, esigenze ricerca di pace e di fratellanza, di condivisione e di connessione con la natura – ha sottolineato Lucia Varra docente alla facoltà di Economia dell’Università di Firenze – siamo di fronte a un fenomeno complesso e difficilmente misurabile che rappresenta una solida leva per lo sviluppo sostenibile, creando opportunità di valorizzazione delle aree minori, di decongestionamento dei flussi turistici dei grandi centri urbani, opportunità di lavoro, salvaguardando al contempo la qualità della vita delle comunità ospitanti e l’ecosistema ambientale”.
“Siamo di fronte a una complessità che richiede un modello di nuova accoglienza su cui – come ha ricordato il consigliere dell’Opera Andrea Bucelli – l’Opera di Santa Croce è convintamente e fortemente impegnata, anche nella ricerca di un equilibrio tra il suo ruolo spirituale e civile “.
“L’approfondimento per i turisti o per i visitatori diviene un obiettivo da perseguire accogliendo le diversità religiose come valore da sostenere con un’azione di dialogo – ha sostenuto il consigliere dell’Opera Giulio Conticelli – la cultura storico artistica va oggi ad incrociarsi con le caratteristiche del pubblico fruitore dei beni, per noi in particolare quelli cristiani, con esigenze espositive e informative del tutto nuove: per fasce giovanili secolarizzate, per migranti appartenenti ai territori, per visitatori del turismo internazionale, per nuove sensibilità religiose che possono trovare tutti ospitalità nel luogo di culto cristiani o nelle istituzioni o raccolte museali”.
Intanto la Chiesa toscana, con quella italiana, si prepara al Giubileo. “Il Giubileo, come scrive il Papa nella bolla di indizione, ci richiama al pellegrinaggio, in particolare al pellegrinaggio a piedi – ha messo in evidenza don Marco Fagotti, dell’ufficio nazionale della pastorale del turismo della Conferenza italiana – la Chiesa italiana sta preparando per questo anche un’applicazione che metterà insieme tutti i cammini della fede. E la Toscana è certamente una terra di cammini: la grande Francigena, la Romea Strata e il cammino di San Francesco che porta ad Assisi attraverso la Verna e che parte proprio da Santa Croce”.
Il dibattito sul tema del turismo spirituale e del suo rapporto nel complesso scenario fiorentino resta più aperto che mai. Come ha dimostrato la tavola rotonda conclusiva che ha visto protagonisti Enrico Ricci (Comune di Firenze), Francesco Bechi (Federalberghi – Confcommercio), Marta Tempi (guida turistica), Antonio Natali (Opera di Santa Maria del Fiore), don Alessandro Andreini (Certosa di Firenze), Laura Achenza (Regione- Toscana, Carlotta Ferrari (Fondazione Destination Florence).