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Arezzo, Chiassai dopo ko in Provincia: “Interessi personali e tradimenti”

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AREZZO – “La politica, quella nobile a servizio del Paese, è un delicato insieme di ideali, visione, progetti, servizio alle comunità.

Quando si infiltrano interessi personali, giochi di poteri e tradimenti, siamo di fronte a quella politica con la “p minuscola” che disgusta tanto i cittadini. Stavolta è accaduto questo”.

Silvia Chiassai Martini, sindaco di Montevarchi, commenta il risultato che l’ha vista sconfitta da Alessandro Polcri, sindaco di Anghiari, nella sfida tutta di centrodestra per la presidenza della Provincia di Arezzo.

Una sfida tutta di centrodestra che ha spaccato il centrodestra.

Con il Pd ago della bilancia.

Silvia Chiassai presidente uscente della Provincia di Arezzo sostenuta dal sindaco di Arezzo Ghinelli e da Fratelli d’Italia.

FdI vs Polcri: “È con profondo dispiacere e amarezza che prendiamo atto della sconfitta di Silvia Chiassai Martini per il suo secondo mandato alla guida della Provincia di Arezzo. Verificheremo con attenzione la correttezza di tutte le procedure legate alla raccolta firme e al voto nei seggi, per garantire piena legittimità della rappresentanza di secondo livello dei cittadini aretini”.

Ghinelli: “Queste elezioni sono state surreali per molte ragioni, l’ultima delle quali è quella che ha visto il centrodestra compatto sulla carta ma non compatto dentro le urne”.

Il Pd, ago della bilancia, commenta con il coordinamento territoriale di Arezzo: “Le gestioni personalistiche e autoritarie non pagano sul piano politico. È questa la lezione che dovrebbe trarre da quanto accaduto la ex presidente della Provincia di Arezzo Silvia Chiassai. La sua sconfitta è frutto da un lato di una ritrovata compattezza del centrosinistra e dall’altro dallo scontento maturato nella parte più sensibile del centrodestra. Quella parte che ha condiviso con noi la necessità di una Provincia attenta a tutti i Comuni e a tutti i territori, capace di dialogare senza pregiudizi con tutte le realtà politiche e sociali, convinta che un’istituzione quale la Provincia, non può essere proprietà politica di una persona o di un partito ma deve esserlo di un’intera comunità. È anche una lezione per coloro che hanno tentato di forzare la mano spostando in avanti la data del voto e sottraendo a molti sindaci la possibilità di candidarsi. Un gesto che aveva confermato una filosofia di Governo incentrata sulle forzature istituzionali e che ha contribuito ad alienarsi le simpatie di molti grandi elettori in molti Comuni e in particolare nel capoluogo”.

La presidente uscente Silvia Chiassai: “Sono stata entusiasta di aver potuto lavorare alla rinascita della nostra Provincia, insieme ai miei consiglieri, ho trovato 4 anni fa un ente allo sbando e inesistente per i comuni e i cittadini.
La lascio, con un nuovo e decisivo ruolo istituzionale, un peso politico a livello nazionale e regionale, una rinnovata motivazione dei suoi dipendenti e dirigenti, una consistente mole di realizzazioni.
Personalmente mi dispiace solo non poter portare a compimento i tanti progetti innovativi e di portata storica che abbiamo messo in cantiere, nell’unico interesse dei Comuni e dei cittadini”.

Poi Chiassai: “Era un anno che alcuni lavoravano ad un disegno architettato e tessuto per spaccare il centrodestra a vantaggio dei propri interessi, che per decenni hanno alimentato e tollerato quel sistema di potere nel nostro territorio attraverso i soliti accordicchi con la sinistra. La Provincia e la Regione Toscana sono un esempio emblematico dove pezzi di partiti che in passato hanno contato nel centrodestra sono sempre andati a braccetto con la sinistra in cambio di un posto al sole. Sicuramente chi è indipendente ha dato fastidio al sistema, e queste elezioni sono state l’occasione per tornare a vecchie dinamiche facendo riemergere cadaveri politici e permettendo a chi non ha più voti di riavere un’opportunità, in un momento in cui il calo vertiginoso dei consensi segna per loro un minimo storico”.

La presidente uscente: “Per quanto mi riguarda sono felice ed orgogliosa per il lavoro svolto in questi 4 anni per i cittadini e per il territorio. Orgogliosa di avere aperto e chiuso l’unica governance di centrodestra. Tanto è stato fatto, avendo rianimato un ente colpito a morte, ma soprattutto tanto è stato fatto con i giovani per far conoscere un ente che la legge del Pd aveva azzerato, ridandogli con il Buon Governo dignità, operatività e credibilità. Tanti progetti innovativi di portata storica sono partiti di cui vado fiera perché anche in questa esperienza amministrativa ho dato tutta me stessa pensando sempre al futuro. Ho messo testa, anima e cuore senza mai tradire i miei ideali, senza mai muovermi nel torbido ma pensando solo al bene del territorio. Da oggi continuerò con più determinazione e convinzione di prima ad amministrare perché a quanto pare il territorio ha ancora bisogno di coerenza e di chi agisce per il bene pubblico.

Politicamente, mi troverete sempre dalla parte giusta, senza mai tradire gli ideali e i valori di cui mi sento portatrice e che intendo rappresentare in questa provincia e in questa regione per non deludere i tanti che ci credono e che ci sostengono rispetto ai pochi che hanno deluso e tradito.

Torno a dedicarmi ai cittadini della mia Montevarchi, senza rimpianti politici e più convinta di prima che la politica debba essere fatta da testa, visione e cuore.

Sento di ringraziare i sindaci e i consiglieri di centrodestra che mi hanno sostenuto con forza e che ora vedo delusi e basiti dal risultato assurdo che una piccola parte del centrodestra, su Arezzo e non solo, ha condizionato barattando un momento storico importante per la nostra parte politica in cambio di interessi personalistici e forse guardando alle prossime elezioni comunali del capoluogo”.

 

Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo: “Desidero ringraziare Silvia Chiassai per il lavoro che ha svolto in questi anni e che sarebbe stato opportuno continuasse a svolgere alla guida della provincia di Arezzo. E’ evidente che il centrodestra ha perso questo appuntamento elettorale, e lo ha perso per una altrettanto evidente mancanza di tenuta diffusa su più Comuni. Il Comune di Arezzo, garantendo comunque la maggioranza a Silvia Chiassai, non ha portato a casa tutto il risultato che avrebbe dovuto: i tre voti mancati sono pesanti e hanno reso la vittoria di Alessandro Polcri molto più agevole. Una vittoria tuttavia che si è determinata sommando alle assenze di consenso aretino una battuta di arresto nei cosiddetti Comuni medio grandi, quelli cioè fino a 30mila abitanti. Altre defezioni hanno fatto il resto”.

Poi Ghinelli: “Come sempre in politica è la somma che fa il totale e in questo caso la somma di ciò che non è arrivato ha determinato la vittoria di Polcri. Queste elezioni sono state surreali per molte ragioni, l’ultima delle quali è quella che ha visto il centrodestra compatto sulla carta ma non compatto dentro le urne. Sono stato io a convocare i sindaci di area ragionando circa la disponibilità a candidarsi sia di Polcri che di Chiassai, entrambi a quel tempo parimenti sindaci civici espressione del centrodestra. Da quella riunione, legittimamente e fondatamente, è uscita la scelta di convergere su Silvia Chiassai e al tempo stesso di farlo senza pagare il prezzo di una divisione che agli occhi di tutti non avrebbe dovuto esserci perché avrebbe aperto a scenari imprevedibili. Da quel momento in avanti le strade tra il centrodestra e il sindaco Polcri si sono separate, e la sua proposta non solo ha unito tutto ciò che centrodestra non è ma ha intercettato alcuni malumori che non vanno messi in conto a Silvia ma bensì all’intera coalizione, nessuno escluso. In politica si vince e si perde, e stavolta si è perso, e se quindi da una parte è necessario capire chi abbia rotto il fronte, credo che sia ancor più necessario capire perché, al fine di fare di questo evento un evento isolato e non l’inizio di un’inversione di tendenza che sarebbe decisamente imperdonabile.
Detto questo, da sindaco della città capoluogo che per ben due volte ha fatto un passo di lato rispetto ad una elezione che naturalmente mi avrebbe visto candidato, faccio i migliori auguri di buon lavoro al nuovo presidente, garantendo da parte del Comune di Arezzo piena lealtà istituzionale nell’interesse dei territori e delle tante sfide che ci attendono, nella speranza che l’ottimo lavoro fatto fino ad oggi, e che avrei sperato proseguisse, sia valorizzato e considerato un punto di partenza indipendentemente dalla parti politiche”.

FdI rispetto alla presidente uscente Chiassai: “Un percorso difficile fin dai primi mesi che lha vista caricarsi sulle spalle un ente locale ridotto ai minimi termini sia come risorse umane che economiche dalla pessima riforma voluta dal PD, che però ha saputo rilanciare e valorizzare con tanti progetti messi a terra, proiettando il nostro territorio come esempio a livello nazionale, basti pensare alla istituzione della CER (Comunità Energetica Rinnovabile) primi in Italia a portare avanti un progetto lungimirante e utile alla comunità.

Il risultato delle elezioni provinciali dimostra ancora una volta che se la valutazione sul Governo viene spostata dai cittadini alle consorterie trasversali ai partiti, i risultati di amministrazione vengono relegati sullo sfondo e appaiono in primo piano percorsi politici personali, piccole vendette locali, rancori e invidie che nulla hanno a che vedere con il bene dei cittadini, ma molto spesso invece con manovre di palazzo ben orchestrate.

Non vogliamo sottrarci a un’analisi del voto, dalla quale emerge con chiarezza che la compagine di centrodestra a livello provinciale non si è dimostrata compatta, pur avendo sulla carta i numeri per conseguire una vittoria importante. Sulla disomogeneità del voto per il centrodestra hanno influito anche fenomeni personalistici, diffusi e trasversali a tutti gli schieramenti politici, che antepongono più a logiche individuali e locali che al comune interesse di territori più vasti come quello provinciale.

Crediamo sia giunto il momento di aprire una riflessione all’interno di tutto il centrodestra, per capire a fondo le cause di questa sconfitta e lavorare ai prossimi appuntamenti elettorali, come primo partito italiano chiamato a guidare il centrodestra spetta in primo luogo a noi lonere di cambiare passo nelle modalità e nelle scelte che riguarderanno la coalizione”.

© Riproduzione riservata

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