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Allarme salmonella nelle scuole, Asl accusa gestore mense ma i Comuni non ci stanno

Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Barberino del Mugello, Calenzano, Carmignano e Signa scrivono all'azienda sanitaria e chiedono spiegazioni

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SESTO FIORENTINO – “Immediata chiarezza sulle gravi affermazioni contenute nella comunicazione inviata dalla Asl all’azienda Qualità e Servizi al termine dei controlli eseguiti dopo i casi di salmonella di fine settembre: è quanto chiediamo come sindaci dei comuni di Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Barberino del Mugello, Calenzano, Carmignano e Signa“.

Nel documento trasmesso dall’Ufficio sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare all’azienda Qualità e Servizi si afferma che “la ditta Qualità e Servizi non ha garantito una adeguata analisi delle cause dell’episodio tossinfettivo. A tale riguardo non ha posto in essere le necessarie misure per il contenimento della tossinfezione. Tra i quali: mancata ed immediata autosospensione dell’attività, mancata verifica dei pasti test-mancata verifica delle materie prime e dell’effettivo rispetto delle procedure di autocontrollo da parte degli operatori”.

“Tale affermazione è – secondo i Comuni – in totale contrasto con la realtà dei fatti. L’azienda, in accordo con i Comuni soci, ha interrotto volontariamente le attività nel pomeriggio di mercoledì 25 settembre, in seguito alla segnalazione, pervenuta alle 15.32 da una scuola privata di Sesto, di alcuni ricoveri tra gli alunni dovuti a problemi gastrointestinali. Tale decisione è stata assunta in piena autonomia, senza che fossero arrivate dalle autorità sanitarie indicazioni in tal senso. La stessa Asl, dopo i controlli eseguiti in azienda il 26 settembre, affermava d’altro canto che “nel corso delle indagini, riguardo gli aspetti relativi alla produzione dei pasti, non sono emerse non conformità tali da richiedere alcun tipo di provvedimento sospensivo dell’attività del servizio di refezione scolastica”.

I Comuni respingono fermamente la ricostruzione proposta dalla Asl nel documento e chiedono che venga rettificata e che vengano resi pubblici gli elementi su cui si baserebbe una così grave affermazione. “A quanto si è potuto apprendere fino ad oggi – scrivono – le attenzioni della Asl si starebbero concentrando sui pomodori serviti nel menù di venerdì 20 settembre e di martedì 24 settembre. Dal momento che la sospensione è stata disposta il giorno successivo in seguito ai fatti menzionati, l’obiettivo dei sindaci è quello di ricostituire la filiera di comunicazioni e notifiche, così da accertare se già prima del 25 settembre la Asl o altri soggetti fossero al corrente della situazione: in tal caso, infatti, sarebbe stato presumibilmente possibile limitare la tossinfezione. La volontà è che si individuino responsabilità e che si chiarisca se qualcosa non ha funzionato, a tutela della salute della cittadinanza e, in particolare, delle bambine e dei bambini e delle loro famiglie”.

© Riproduzione riservata

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