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FIRENZE – Si sono riuniti domenica 2 marzo alle Giubbe Rosse in Firenze i sostenitori e aderenti al Comitato per il bicentenario collodiano.
I presenti hanno approvato la presidenza del comitato a Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana e particolarmente coinvolto in questo progetto di eventi per ricordare la nascita di Carlo Lorenzini Collodi nel 1826. Infatti il presidente Giani è nato a San Miniato Basso che fino a 100 anni fa aveva il nome di Pinocchio, come riportato su carte geografiche dell’epoca e numerosi documenti.
La vicepresidenza va a Giuseppe Garbarino, che coordinerà la promozione dei numerosi e interessanti progetti sinteticamente esposti ai numerosi presenti, arrivati per l’occasione anche da fuori Firenze.
Da segnalare i nomi dei presidenti onorari, il marchese Lionardo Ginori Lisci, il professor Giovanni Cipriani e naturalmente Paola Lorenzini, discendente di Ippolito, fratello del noto Collodi.
Numerose le associazioni toscane che hanno aderito al progetto che farà i primi passi già durante il 2025. Tra queste l’associazione Pinocchio a Casa Sua, Pinocchio a i’ Pinocchio, la Pro Loco di Sesto Fiorentino ed altre.
Durante la prima riunione per l’approvazione dello statuto è stata discussa l’impostazione dei progetti, non solo Pinocchio quindi, ma soprattutto il Collodi giornalista, il politico e umorista, la letteratura scolastica e per ragazzi.
Interessante l’inquadratura storica fatta dal presidente Eugenio Giani e gli interventi degli altri presenti che hanno sottolineato che l’autore di Pinocchio deve essere particolarmente rivalutato per il patrimonio culturale che rappresenta. Carlo Lorenzini è stato un fiorentino del mondo, lo stesso Pinocchio è una vera e propria cronistoria di quel periodo storico, con personaggi e luoghi facilmente rintracciabili a Firenze e nelle immediate vicinanze, come l’origine del nome del famoso burattino, legato chiaramente alla località oggi nota come San Miniato Basso in provincia di Pisa.
Questo per sottolineare come sia completamente errata ogni altra interpretazione che circola ultimamente, ovvero che il Collodi si sia ispirato a personaggi e luoghi di Parigi e Vienna.