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CAMPI BISENZIO – Ex Gkn, pec licenziamenti. Sindaco Campi Bisenzio scrive a ministro Urso.
Qf con pec ha inviato con pec a rus e sindacati la richiesta di incontro per informare della volontà di avviare la procedura di licenziamento dei lavoratori ex Gkn di Campi Bisenzio provincia di Firenze.
Il sindaco di Campi Bisenzio Andrea Tagliaferri scrive lunedì 25 settembre al ministro Urso per chiedere con urgenza la convocazione del tavolo nazionale di crisi.
Sindaco Tagliaferri: ” La notizia che QF si sta di fatto preparando a riaprire i licenziamenti ci preoccupa non solo come amministrazione, ma come cittadini e cittadine di Campi Bisenzio. Questa mattina scriviamo al ministro del Made in Italy Adolfo Urso e al sottosegretario Fausta Bergamotto, chiedendo la riconvocazione con urgenza del tavolo nazionale di crisi per QF Spa- ex Gkn con tutte le parti interessate. In queste ore abbiamo ribadito, tra i diversi livelli istituzionali locali, la necessità di rafforzare un confronto per trovare ed elaborare delle proposte. In questa situazione così drammatica abbiamo accolto con piacere la proposta lanciata dalla neonata Cooperativa GFF con il progetto di re-industrializzazione dal basso e nelle prossime settimane lavoreremo per capire come promuoverlo”.
Poi il sindaco: “Come amministrazione siamo tuttora convinti della necessità di rafforzare ogni progetto dentro un piano industriale più ampio che possa dare un futuro a tutto lo stabilimento e a tutti i lavoratori. Questo territorio non può permettersi un epilogo così e non può permettersi nessun rischio di speculazione immobiliare”.
Rsu ex Gkn di Campi Bisenzio: “Con una Pec inviata alle 21.01 di sabato sera, Qf invia alla Rsu e alle organizzazioni sindacali, la richiesta di incontro per informare della volontà di avviare la procedura di licenziamento. Un passaggio formale previsto dagli accordi interni, che in realtà gli operai si aspettavano, data la scadenza della cassa integrazione alla fine dell’anno e il totale silenzio della proprietà negli ultimi mesi”.
Poi: “Avevamo preavvertito anche il ministero che i licenziamenti potevano arrivare a giorni, se non ad ore. Il Governo non poteva non sapere e questo tavolo è stato fatto sparire da marzo in poi. Oggi ci troviamo davanti a più di un paradosso. Quello degli operai che lavorano a un piano di reindustrializzazione, mentre l’imprenditore e il liquidatore rimangono in silenzio, a guardare la fabbrica che nel frattempo si svuota. Quello di operai che costituiscono una cooperativa e trovano investitori istituzionali per 6 milioni, mentre il tavolo governativo è congelato.
Quello di una proprietà che non paga gli stipendi da quasi un anno e manda in ritardo le informazioni necessarie al pagamento della cassa integrazione, mentre prepara il passaggio dai licenziamenti di fatto ai licenziamenti effettivi. E infine il paradosso di operai e società civile che costruiscono nella convergenza il futuro di uno stabilimento produttivo e di 500 posti di lavoro sul territorio, mentre a una proprietà assente viene permesso di trasformare la fabbrica in uno scheletro vuoto”.
“Valuteremo con l’assemblea dei lavoratori le prossime mosse. Adesso non ci sono proprio più alibi. Noi abbiamo il piano industriale e tutti gli strumenti per portarlo avanti. Mentre chi è arrivato nel dicembre 2021 dicendo di avere già progetti e investitori, oggi svela la sua vera natura, quella di una proprietà che vuole smantellare lo stabilimento, aprendo la strada ad una possibile successiva speculazione immobiliare. Confermiamo quindi l’importanza della due giorni sulla reindustrializzazione del 30 settembre e 1 ottobre”.