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Sesto Fiorentino dice stop a prodotti Israele in farmacie comunali, sindaco Falchi: “Tocca a noi fare la nostra parte”

Primo boicottaggio Comune in Italia. Stop relazioni istituzionali con rappresentanti governo israeliano. Sindaco Falchi: "Pressione economica strumento pacifico più potente contro genocidio a Gaza". Associazione fiorentina 'Amici di Israele': "Atto grave e pericoloso. Clima intolleranza verso Israele ed ebrei più che conclamato nel nostro Paese"

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SESTO FIORENTINO – Il Comune di Sesto Fiorentino, sindaco Lorenzo Falchi, componente segreteria nazionale di Sinistra Italiana guidata da Nicola Fratoianni, dice stop alla vendita di farmaci, parafarmaci, attrezzature mediche e preparati cosmetici prodotti da aziende israeliane o realizzati con capitale israeliano in tutte le farmacie comunali.

Lo ha deciso l‘Azienda Farmacie e Servizi Spa, società controllata al 100% dal Comune di Sesto Fiorentino, in accordo col Comune guidato dal sindaco Falchi.

Associazione Fiorentina Amici di Israele, con presidente Kishore Bombaci: “Ci troviamo di fronte a un atto di boicottaggio che riteniamo grave, pericoloso e sostanzialmente senza alcun senso”.

Si tratta del primo caso di attuazione del boicottaggio economico con queste modalità da parte di un Comune in Italia. Con delibera di giunta del 26 giugno 2025 viene altresì disposta “l’interruzione di ogni forma di relazione istituzionale tra l’amministrazione comunale e i rappresentanti del Governo israeliano o enti e Istituzioni a esso riconducibili fino a quando non sarà ripristinato il rispetto del diritto internazionale”. Delibera di giunta che evidenzia “che in data 11.06.2025, facendo seguito a quanto analogamente avvenuto per le regioni Puglia ed Emilia Romagna, il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato una specifica mozione che, oltre a richiamare la necessità di un riconoscimento internazionale dello stato Palestinese, invita ad interrompere le relazioni istituzionale ed economiche con lo stato di Israele”.

La nota di Azienda Farmacie e Servizi Spa sottolinea che “Tutti i farmaci indicati dalle prescrizioni mediche saranno sempre disponibili e non saranno modificate le terapie in corso. Per tutti gli altri farmaci, parafarmaci e altri prodotti l’azienda e il personale suggeriranno alternative equivalenti in coerenza con le motivazioni che hanno portato a questa scelta”.

Sindaco Lorenzo Falchi via social: “Viviamo in un tempo terribile in cui spesso ci sentiamo persi, disarmati ma con la voglia di prendere posizione, di fare sentire la nostra voce. Ma allora da dove ripartire? Come far sentire il nostro peso, seppur piccolo, rispetto alle vicende tragiche che vive il mondo? Io ho la mia opinione: conta tutto quello che facciamo, come individui ma soprattutto come comunità.

E se il nostro Governo, l’Europa e parte della comunità internazionale non isolano il governo di Netanyahu allora tocca a noi fare la nostra parte, anche attraverso scelte quotidiane.
Il boicottaggio, la pressione economica sul governo israeliano, è lo strumento pacifico più potente che abbiamo contro il genocidio a Gaza e come Comune di Sesto Fiorentino abbiamo deciso di utilizzarlo per far sentire il nostro grido di dolore.
Per questo le farmacie comunali a Sesto Fiorentino smetteranno di vendere prodotti che provengono o sono legati ad Israele, come forma di pressione economica che si unisce a tante altre campagne di boicottaggio simili in Italia e nel mondo, fino a che il rispetto del diritto internazionale non verrà ripristinato.
“Goccia a goccia si scava la pietra”.

 

Associazione Fiorentina Amici di Israele, presidente Kishore Bombaci, “esprime profonda preoccupazione e ferma condanna per la decisione assunta dal Comune di Sesto Fiorentino, che ha deliberato lo stop alla vendita di farmaci, parafarmaci, attrezzature mediche e cosmetici prodotti da aziende israeliane — tra cui la nota multinazionale Teva — nelle farmacie comunali del territorio.
Ci troviamo di fronte a un atto di boicottaggio che riteniamo grave, pericoloso e sostanzialmente senza alcun senso. Si tratta non solo di una questione ideologica che nulla ha a che vedere con la tutela della salute pubblica, ma di una decisione che può avere ricadute non indifferenti sul clima di intolleranza verso Israele e verso gli ebrei che ormai nel nostro Paese è più che conclamato, oltre che naturalmente sulla salute dei cittadini sestesi.
La presa di posizione di Afs Spa di interrompere i rapporti commerciali con aziende israeliane rappresenta un precedente da non sottovalutare: è la prima volta in Italia che un’amministrazione pubblica si fa promotrice diretta di un boicottaggio contro uno Stato sovrano, colpendo senza remore un settore fondamentale come quello farmaceutico, dove peraltro Israele è riconosciuto come all’avanguardia.
Non possiamo rimanere immobili di fronte a un Comune italiano che sta limitando arbitrariamente e antidemocraticamente l’accesso a farmaci equivalenti e largamente diffusi ai propri cittadini. Soprattutto quando l’intento è quello di camuffare l’ideologia con l’etica, e che finisce con il tradursi in scelte disseminate in  danno a un intero popolo, anch’esso in grande difficoltà”.
L’Associazione fiorentina Amici di Israele “vuole, parimenti, insistere sul rischio dell’ulteriore deriva antisemita che portano con sé tali iniziative, soprattutto quando vengono accompagnate da accuse alimentate dalla propaganda antiisraeliana come “sostituzione etnica” o che identificano Israele addirittura come unico responsabile dell’instabilità del Medio Oriente, omettendo completamente la responsabilità diretta di Hamas su quanto accade al popolo palestinese allo stremo.
L’Associazione Fiorentina Amici di Israele chiede con forza al Comune di Sesto Fiorentino di revocare immediatamente la delibera e invita le istituzioni, i cittadini e le forze democratiche a non cedere all’ondata di discriminazione che alimenta divisioni, estremismi e odio, nascosti dietro alla maschera del dovere etico e morale”.
Intervento Lega Salvini con Giovanni Galli, consigliere regionale, e Daniele Brunori, capogruppo Consiglio Comunale Sesto Fiorentino: “Una decisione che riteniamo insensata, pensiamo infatti ad eventuali medicinali salvavita, o fondamentali nelle cure o nelle terapie, ma che non ci sorprende affatto, considerato chi amministra la città. Un’iniziativa che stigmatizziamo apertamente. Se è il primo caso di boicottaggio economico, come segnala il Comune, trattandosi, tra l’altro, di farmaci, ci pare ci sia ben poco da vantarsi”.

© Riproduzione riservata

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