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Morte Davide Astori, confermata condanna medico sportivo

Corte Appello di Firenze conferma un anno per Giorgio Galanti. Accusa omicidio colposo. Il capitano Fiorentina trovato senza vita 4 marzo 2018 in hotel a Udine. Era in ritiro con la squadra

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FIRENZE – Morte Davide Astori, confermata condanna medico sportivo

Morte Davide Astori, la Corte d’Appello di Firenze ha confermato la condanna a un anno di reclusione al professor Giorgio Galanti, ex direttore Medicina sportiva di Careggi con l’accusa di omicidio colposo per la morte di Davide Astori.

Il capitano della Fiorentina fu trovato senza vita il 4 marzo 2018 nella sua camera d’albergo a Udine, dove la squadra si trovava in ritiro.

Confermata dunque la condanna a un anno di reclusione inflitta in primo grado, con la sospensione condizionale, il 2 aprile 2021, per Galanti, ex direttore di Medicina sportiva di Careggi e un passato da consulente sportivo della Fiorentina, accusato di omicidio colposo.

Secondo l’accusa il decesso di Davide Astori, 31 anni, fu provocato da cardiomiopatia aritmogena ventricolare, patologia che non fu diagnosticata.

Galanti è stato accusato dell’omicidio colposo di Astori per aver rilasciato due certificati di idoneità agonistica al giocatore.

 

A Giorgio Galanti, 74 anni, che all’epoca dei fatti contestati era direttore sanitario del Centro di riferimento di medicina dello sport dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi, Firenze, la Procura ha contestato il rilascio ad Astori di due diversi certificati di idoneità alla pratica del calcio, nel luglio 2016 e nel luglio 2017. Secondo una consulenza tecnica effettuata da periti, i certificati di idoneità vennero rilasciati nonostante fossero emerse, nelle rispettive prove da sforzo, aritmie cardiache che avrebbero dovuto indurre i medici a effettuare accertamenti diagnostici più approfonditi al fine di escludere una cardiopatia organica o una sindrome aritmogena che, se fosse stata diagnosticata mentre si trovava in una fase iniziale, avrebbe consentito di interrompere l’attività agonistica di Astori e, tramite la prescrizione di farmaci, di rallentare la malattia e prevenire l’insorgenza di “aritmie ventricolari maligne”. Per l’accusa, Astori morì proprio per la mancata diagnosi di una cardiomiopatia aritmogena diventricolare.

© Riproduzione riservata

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