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Venator, salvi tutti e 200 i lavoratori: l’azienda passa alla Nuova Solmine

Dal 2 gennaio riparte l'attività nell'unico stabilimento italiano che produce biossido di titanio. Soddisfazione da Regione, Provincia e Comuni

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SCARLINO – Spiragli positivi per la vertenza dell’azienda Venator di Scarlino. 

Soluzione positiva per lo stabilimento, unico in Italia a produrre biossido di titanio. Dal tavolo che si è concluso ieri pomeriggio (2 dicembre) al Mimit a Roma, al quale ha preso parte anche il ministro Adolfo Urso, emerge che sarà Nuova Solmine (gruppo Solmar) la nuova proprietà. La società ha infatti firmato un accordo preliminare ma vincolante che prevede il superamento delle clausole sospensive e la firma dell’accordo per la cessione definitiva il 29 dicembre 2025. Oltre al salvataggio di tutti i lavoratori, circa duecento, attualmente in cassa integrazione.

Secondo le intenzioni presentate da Luigi Mansi, presidente di Nuova Solmine, la ripresa dell’attività produttiva è prevista per il prossimo 2 gennaio, con la riattivazione della prima linea e l’impiego dei primi 134 lavoratori; ad inizio aprile l’attivazione anche della seconda linea con il rientro a lavoro di tutti i circa duecento dipendenti attualmente in Cig. Si tratta di un’importante ripresa produttiva del sito, mentre ad oggi tutti gli stabilimenti produttivi di Venator in Europa sono fermi, anche per la situazione di procedura concorsuale della casa madre. Sempre secondo Mansi, Nuova Solmine, oltre alla piena occupazione, sarà attenta alla ricerca per sviluppare nuovi sistemi per ridurre l’impatto ambientale dei reflui e alla proposta commerciale: acido solforico, ossido di tirano e energia elettrica senza Co2. La nuova società sarà autonoma e controllata al 100 per cento, poi dopo un piano triennale di rilancio si fonderà con Nuova Solmine.

Soddisfazione è stata espressa anzitutto dal presidente Eugenio Giani, che ha sottolineato “il grande impegno profuso dalla Regione per arrivare ad una soluzione che fosse in grado di coniugare la ripresa produttiva, la salvaguardia dell’occupazione e quella ambientale. Abbiamo portato avanti un dialogo costante con tutti i soggetti coinvolti, riuscendo a ridare una prospettiva industriale chiara, investimenti importanti e garanzie ad un territorio ed una comunità che non potevano permettersi di perdere una realtà così rilevante”. Gli fa eco l’assessore a economia, agricoltura e turismo Leonardo Marras. “Ritengo decisivo il ruolo che la Regione ha avuto in questa vicenda: non ci siamo mai arresi all’ipotesi della chiusura del sito. Abbiamo chiesto e ottenuto supporto al governo che ha affiancato la nostra azione alla ricerca di acquirenti seriamente interessati. Oggi finalmente possiamo ritenerci soddisfatti per l’esito. Oltre alla salvaguardia di occupazione e competenze, viene restituito un futuro a tutta la comunità maremmana”.

Secondo Valerio Fabiani, consigliere speciale del presidente Giani per lavoro e crisi aziendali, “è un’operazione importante perché oltre a salvare un sito produttivo e tutti i posti di lavoro, è maturata nel territorio ad opera di un’impresa che ha radici profonde in quella porzione di Toscana. Ma è fondamentale anche perché si prefigura come una vera operazione industriale volta a ricostruire un’intera filiera produttiva che è un pezzo fondamentale dell’industria chimica di base italiana”.

Sul tema anche la senatrice di Fratelli d’Italia Simona Petrucci: “Quella annunciata al Mimit è una notizia che aspettavamo da mesi e che finalmente riporta fiducia, prospettiva e stabilità a Scarlino e a tutta la Maremma. L’acquisizione dello stabilimento Venator da parte di un gruppo italiano solido come Nuova Solmine non è solo una soluzione industriale: è un segnale concreto di tutela del lavoro, della nostra economia e delle competenze che questo territorio ha saputo esprimere. In questi mesi il governo e il ministro Urso non si sono mai risparmiati, seguendo passo dopo passo una vertenza complessa e dimostrando, con i fatti, che la politica può davvero trasformare una crisi in una vera opportunità. Sono stati smentiti, ancora una volta, i tanti catastrofisti che parlavano di un sito destinato alla chiusura: oggi non solo si salvaguardano centinaia di dipendenti e le loro famiglie, ma si dà respiro a un indotto essenziale per l’economia locale e si pone le basi per un nuovo ciclo di rilancio produttivo. Ora comincia una fase altrettanto importante: accompagnare questo percorso, vigilare sugli step operativi, sostenere investimenti e innovazione affinché Scarlino torni a essere un polo strategico, competitivo e capace di creare nuove opportunità per tutto il territorio. Questo è il nostro impegno e continueremo a portarlo avanti con la stessa determinazione mostrata fin dall’inizio”.

In in una nota congiunta anche la Provincia di Grosseto e i sindaci della zona esprimo soddisfazione.

Il presidente della Provincia di Grosseto e i sindaci dei Comuni di Follonica, Monterotondo Marittimo, Montieri, Massa Marittima, Scarlino, Gavorrano esprimono grande soddisfazione per questo risultato.  “Come istituzioni – si legge nella nota – abbiamo seguito passo dopo passo questa complessa vicenda, prima attraverso l’attivazione del tavolo provinciale, poi con il confronto al tavolo regionale, garantendo attenzione costante, unità di intenti e massima tutela per i lavoratori e le lavoratrici”.

Un passaggio fondamentale riguarda anche il cronoprogramma dell’operazione:
entro il 31 dicembre si procederà alla chiusura formale dell’accordo, con il trasferimento degli asset e delle maestranze dalla proprietà attuale alla nuova società. Dal 2 gennaio prenderà avvio il percorso di riassunzione del personale, assicurando così continuità occupazionale e produttiva. Lo stabilimento risulta fortemente interconnesso con il ciclo produttivo di Nuova Solmine per la produzione del biossido di titanio, attraverso l’impiego dell’acido solforico, configurando un vero e proprio polo integrato della chimica di base.

“Oggi prende una strada finalmente positiva il polo industriale – prosegue il comunicato – restituendo fiducia dopo un periodo lungo e difficile. Si aprono nuove prospettive non solo per i lavoratori e le lavoratrici coinvolti, ma per l’intero sistema produttivo delle Colline Metallifere e per tutta la Provincia di Grosseto. È un segnale importante anche per il futuro della chimica di base, che qui trova uno dei suoi principali centri di riferimento”.

Le istituzioni locali confermano che continueranno a seguire con la massima attenzione ogni fase del percorso, mantenendo un confronto costante con le aziende, le organizzazioni sindacali e tutti gli enti competenti, affinché questa transizione si traduca in stabilità, occupazione e sviluppo.

© Riproduzione riservata

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