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Arrestato Toti: corruzione. In manette Spinelli, ex presidente Livorno

Ai domiciliari presidente Regione Liguria. Nato a Viareggio, Toti esponente Noi Moderati, ex Forza Italia. Avrebbe accettato 74mila euro da Aldo Spinelli e dal figlio Roberto Spinelli. Favori. Misure cautelari per Signorini, ad Iren. Cozzani, capo gabinetto Toti, accusato di corruzione elettorale. Avrebbe agevolato Cosa Nostra. Inchiesta Dda e Gdf Genova. Tutti i nomi. Tutte le accuse

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Arrestato Toti: corruzione. In manette Spinelli, ex presidente Livorno

Toti arrestato martedì 7 maggio, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, nato a Viareggio, agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta della Dda e della Guardia di Finanza di Genova.

L’accusa è di corruzione. Altre nove persone raggiunte da misure cautelari. Tra loro Aldo Spinelli, ex presidente del Livorno Calcio. Toti avrebbe accettato da Aldo Spinelli e dal figlio Roberto Spinelli oltre 74mila euro.

L’ordinanza è stata notificata a Toti, attualmente Noi Moderati dopo essere stato esponente di Forza Italia, in un hotel di Sanremo. Il governatore martedì 7 maggio avrebbe dovuto partecipare a una conferenza stampa in occasione dell’incontro tra Flavio Briatore e il sindaco di Ventimiglia Di Muro.

La Guardia di Finanza ha effettuato anche una serie di perquisizioni e acquisizioni nell’appartamento genovese di Giovanni Toti, in piazza Piccapietra, alla presenza dello stesso governatore. Perquisizioni anche negli uffici del Consiglio regionale della Liguria.

Arresti domiciliari anche per Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti. E’ accusato di corruzione elettorale. Per l’accusa, avrebbe agevolato l’attività di Cosa Nostra.

Ai domiciliari anche il terminalista genovese Aldo Spinelli. In carcere invece l’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini, oggi amministratore delegato di Iren. Secondo l’inchiesta, l’imprenditore avrebbe dato soldi a Toti per ottenere in cambio favori come la concessione a Spinelli per le aree del terminal Rinfuse.

Nell’ambito dell’inchiesta della procura di Genova su un giro di corruzione, è indagato anche Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga S.p.A.. Moncada, sottoposto al divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale con l’accusa di corruzione. Stessa misura per Roberto Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, figlio di Aldo Spinelli, e per Mauro Vianello, imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova, accusato di corruzione nei confronti di Signorini, ex presidente del porto.

IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO STAMPA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI GENOVA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA 

Comunicato stampa del 7 maggio 2024 firmato dal Procuratore capo Nicola Piacente

“Nella mattinata odierna militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Genova stanno dando esecuzione
ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari (coercitive ed interdittive) personali e reali emessa in data 06.05.2024
dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Genova, su richiesta della Procura della Repubblica
depositata in data 27.12.2023.
nei confronti

− di Paolo Emilio Signorini, già Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale (accusato
di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, destinatario della misura della
custodia cautelare in carcere),

del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti (accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per
atti contrari ai doveri d’ufficio, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari),

di Aldo Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare (destinatario della misura cautelare degli
arresti domiciliari, accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini e del Presidente della Regione
Liguria),

di Roberto Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare (destinatario della misura interdittiva del
divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale, accusato di corruzione nei confronti
del Presidente della Regione Liguria),

di Mauro Vianello, imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova (destinatario della misura interdittiva
del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale, accusato di corruzione nei
confronti di Paolo Emilio Signorini.

 

di Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di ESSELUNGA S.p.A. (destinatario della misura
interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale, accusato di corruzione
nei confronti del Presidente della Regione Liguria),

di Matteo Cozzani, capo di gabinetto del Presidente della Regione Liguria, accusato del reato di “corruzione
elettorale” (art. 86 dpr 570/1960), aggravato dalla circostanza di cui all’art. 416-bis.1 c.p. in quanto commesso
al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del
Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova, e di corruzione per l’esercizio della funzione,
destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari,

di Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina di Genova, destinatari
dell’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere, accusati del reato di corruzione elettorale (art. 86 dpr 570/1960),
aggravato dall’art. 416-bis.1 c.p. in quanto commesso al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa
Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova

di Venanzio Maurici, destinatario dell’obbligo di presentazione alla p.g., accusato del reato di corruzione
elettorale (art. 86 dpr 570/1960), aggravato dall’art. 416-bis.1 c.p., in quanto commesso al fine di agevolare
l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con
proiezione nella città di Genova.
Nei confronti di Signorini Paolo Emilio, Spinelli Aldo e Spinelli Roberto, il G.I.P. ha altresì disposto il sequestro
preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo complessivo di oltre 570 mila euro, ritenuti profitto dei reati
di corruzione contestati.

SECONDO LA PROSPETTAZIONE DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA, QUANTO AI REATI DI CORRUZIONE

Al Presidente della Regione Liguria si contesta di avere accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli le promesse di vari
finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro (40.000 euro erogati in data 8.12.21 e 9.12.21 al COMITATO
GIOVANNI TOTI; ulteriori 15.000 euro erogati in data 25.5.22 sempre al COMITATO GIOVANNI TOTI; ulteriori
15.000 euro erogati in data 8.9.22 sempre al COMITATO GIOVANNI TOTI; e 4.100 euro erogati in data 10.3.23 quale
partecipazione alla cena elettorale del 10.3.23 per Giovanni Toti) a fronte dell’impegno
– di “trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”,

– di agevolare l’ter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo
Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali,
– di velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla
TERMINAL RINFUSE GENOVA S.r.l. (controllata al 55% dalla SPINELLI S.r.l.) pendente innanzi al Comitato
di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, approvata il 2.12.2021,
– di assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile ITAR e Carbonile Levante (assegnazione avvenuta
rispettivamente in data 7.6.22 e in data 19.12.22),
– di assegnare a Spinelli un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade (ASPI),

di agevolare l’imprenditore nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter (approvata dal Comitato di
Gestione in data 29.7.2022).

Al Presidente della Regione Liguria ed a Matteo Cozzani (capo di gabinetto del Presidente della Regione Liguria) viene
contestato di aver accettato la promessa di Francesco Moncada,
(consigliere di amministrazione di ESSELUNGA S.p.A.)
di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla
TERRAZZA COLOMBO per la campagna elettorale comunale del 12.6.2022, a fronte dell’impegno di sbloccare due
pratiche di ESSELUNGA pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente
e Savona.

A Paolo Emilio Signorini, in qualità di Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, viene
contestato di avere accettato da Aldo Spinelli utilità ed altre promesse di utilità a fronte dell’impegno
– di accelerare la calendarizzazione della pratica in Comitato di Gestione (da lui presieduto) di rinnovo della
concessione del Terminal Rinfuse alla TERMINAL RINFUSE GENOVA S.r.l. (controllata al 55% dalla SPINELLI
S.r.l.) e per aver rinnovato la suddetta concessione per trent’anni,
– di favorire Aldo Spinelli nella concessione di ulteriori spazi portuali nei rimanenti tre anni del suo mandato presso
l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, e in particolare nella concessione delle aree Enel (ex
Carbonile) e nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter,
– di consentire ad Aldo Spinelli un’occupazione abusiva dell’area dell’ex Carbonile lato levante Nord e Sud in
assenza di un titolo legittimante.

Le utilità sono consistite:
– nella consegna da parte di Aldo Spinelli di 15.000 euro in contanti a Paolo Emilio Signorini in data 14.7.2022,
– nell’avere Aldo Spinelli, nel periodo compreso dal 31.12.21 al 12.3.23, procurato a Signorini
22 soggiorni di lusso a Montecarlo presso l’Hotel de Paris di Monte Carlo, per un totale di 42 notti, comprendenti
anche giocate al casinò e servizi extra quali servizi in camera, massaggi e trattamenti estetici, un posto tenda nella
spiaggia della struttura alberghiera durante il periodo estivo e la partecipazione ad eventi esclusivi, quali la finale
del torneo internazionale di tennis “Rolex Monte Carlo Masters” o serate a tema con annesso spettacolo musicale,
riservate ai clienti più importanti del Casinò di Monte Carlo per un valore complessivo superiore a 42.000 euro,
nonché fiches per effettuare puntate alla Casa da Gioco di Montecarlo, una borsa Chanel (regalo destinato a terzi)
in data 31.12.2021 un bracciale in oro marca Cartier del valore di 7.200 euro (regalo destinato a terzi) in data
30.7.2022,
– nell’avere l’imprenditore offerto in data 28.1.2022 a Signorini un incarico con retribuzione pari a 300.000 euro
all’anno una volta terminato il mandato quale presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure
Occidentale,
– nell’avere l’imprenditore offerto in data 16.12.2022 a Signorini la possibilità di disporre, durante un programmato
viaggio a Las Vegas, di un’elevata quantità di denaro, attingendo dalle disponibilità delle carte di credito di Aldo
Spinelli.

 

A Paolo Emilio Signorini viene contestato anche di aver ricevuto da Mauro Vianello (titolare del 54,19% delle quote
dell’impresa SANTA BARBARA S.r.l., attiva nel settore degli affari concernenti i trasporti e le comunicazioni e
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specializzata nei servizi di Prevenzione, Vigilanza e Primo Intervento Antincendio nell’ambito del porto di Genova), a
fronte di un provvedimento che disponeva l’aumento della tariffa oraria per le prestazioni del servizio integrativo della
Società Santa Barbara S.r.l.,
– la disponibilità di un’autovettura di proprietà di Vianello per raggiungere e rientrare da Montecarlo nelle date
rispettivamente del 15 e del 18 aprile 2022,
– il pagamento della fattura datata 27/06/2022 dell’importo di € 6.600,00 emessa a favore di Paolo Emilio Signorini
dall’impresa incaricata dell’organizzazione del banchetto nuziale della figlia di Signorini,
– un Apple watch del valore di 439 euro (regalo destinato a terze persone – acquisto effettuato in data prossima al
1.8.2022),
– un soggiorno nell’appartamento di proprietà di Vianello dal 3.8.2022 al 10.8.2022, messo a disposizione
dall’imprenditore alla moglie e alla figlia di Paolo Emilio Signorini.

SECONDO LA PROSPETTAZIONE DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA, QUANTO AL REATO DI C.D. CORRUZIONE ELETTORALE (ART. 86 DPR 570/1960)

A Matteo Cozzani quale coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista “Cambiamo con Toti Presidente”,
Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, quali rappresentanti della comunità riesina di Genova, viene contestato (in
concorso con il presidente della Regione Liguria, per il quale non è stata chiesta alcuna misura cautelare/interdittiva in
relazione a questo delitto) il reato di c.d. corruzione elettorale (art. 86 DPR 570/1960). In occasione delle consultazioni
elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020 costoro sono accusati di aver promesso posti di lavoro ed il
cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova
(almeno 400 preferenze) e comunque siciliani verso la lista “Cambiamo con Toti Presidente”, nonché verso l’indagato
Stefano Anzalone ed alcuni altri candidati della predetta lista (QUESTI ULTIMI NON SOTTOPOSTI AD INDAGINI).

A Italo Cozzani, Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa (NON ANCHE AL PRESIDENTE DELLA REGIONE, non
essendo emersi elementi a suo carico) è contestata l’aggravante di cui all’art. 416-bis.1 c.p., per aver commesso il reato
di corruzione elettorale al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan
Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova.
Analogo reato di c.d. corruzione elettorale (art. 86 DPR 570/1960) viene contestato a Italo Maurizio Testa, Arturo Angelo
Testa, in concorso con Stefano Anzalone, quale candidato al Consiglio regionale per la Lista “Cambiamo con Toti
Presidente” (nei confronti del quale non è stata formulata alcuna richiesta di misura cautelare con riferimento al reato di
cui all’art. 86 DPR 570/1960).

In occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020 questi promettevano posti di
lavoro a più persone per far convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova e comunque
siciliani verso la lista “Cambiamo con Toti Presidente” e verso il candidato Anzalone Stefano. Anzalone offriva ai fratelli
Testa il sostenimento delle spese di vitto e soggiorno in Genova dei predetti fratelli nel periodo compreso tra il 10 ed il
19 settembre 2020). Il reato è aggravato (per quanto concerne i fratelli Testa, NON ANCHE PER ANZALONE) per
essere stato commesso al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa Nostra, segnatamente il clan
Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova.

Analogo reato di c.d. corruzione elettorale (art. 86 DPR 570/1960) viene contestato a Venanzio Maurici. Quale elettore
e referente “genovese” del clan Cammarata del Mandamento di Riesi, in occasione delle consultazioni elettorali della
Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020, per dare il proprio voto alla lista “Cambiamo con Toti Presidente”, accettava
la promessa di un posto di lavoro in favore del compagno convivente della figlia. All’indagato viene contestata
l’aggravante di cui all’art. 416-bis.1 c.p. per essere stato commesso al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa
Cosa Nostra, segnatamente il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova.

L’indagine scaturisce da una trasmissione di atti per competenza proveniente dalla Procura della Repubblica della Spezia
che ha svolto indagini in un procedimento collegato, nell’ambito del quale in data odierna è stata data esecuzione ad
un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale della
Spezia.
Gli indizi a carico degli indagati sono stati raccolti nel corso di attività di intercettazione, pedinamento ed osservazione,
adottate successivamente alla trasmissione degli atti da parte della citata Procura della Repubblica.

L’indagine, inizialmente concentrata su ipotesi di corruzione elettorale, si è successivamente sviluppata su specifiche
vicende riguardanti:
– finanziamenti (ritenuti illeciti) per la compagine politica facente capo al presidente della Regione Liguria;
– erogazioni (ritenute illecite) di varie utilità in favore dell’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar
Ligure Occidentale;
– l’individuazione delle determinazioni sollecitate, promesse e/o adottate dagli indagati pubblici ufficiali a fronte
dei finanziamenti/utilità ricevuti.
Sono in corso altresì perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica”.

© Riproduzione riservata

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