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“Ideologia finocchista”, condannato ex consigliere leghista

Lorenzo Gasperini, ex consigliere comunale Lega Salvini di Cecina, condannato per post Fb. Per il Tribunale di Livorno Gasperini ha usato parola "volgare e denigratoria". Soddisfazione di Arcigay Livorno che aveva sporto querela

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“Ideologia finocchista”, condannato ex consigliere leghista.

Lorenzo Gasperini, ex consigliere comunale Lega Salvini Premier di Cecina, è stato condannato dal Tribunale di Livorno per diffamazione.

Gasperini è stato condannato al risarcimento dei danni a favore dell’associazione LED Libertà e Diritti Comitato Provinciale Arcigay  Livorno.

Il risarcimento da versare all’associazione per “danno morale legato all’offesa alla reputazione dell’associazione” è di 1000 euro. Inoltre, Gasperini, difeso dall’avvocato Federico Pazzaglia, dovrà versare anche la quota di 2800 euro per le spese processuali.

La sentenza del Tribunale di Livorno è la 179 del primo febbraio 2024.

Gasperini, vice coordinatore di Anci Giovani Toscana, è stato consigliere comunale di Cecina fino allo scioglimento nei mesi scorso del Consiglio Comunale.

Il post per il quale è stato condannato risale al 17 settembre 2018. L.e.d Libertà e Diritti – Arcigay Livorno aveva sporto querela per il reato di diffamazione.

Gasperini “pubblicò un post sulla propria pagina Facebook
nel quale, nell’augurare agli studenti – a nome del movimento Lega giovani – un buon inizio
dell’anno scolastico, illustrava il lavoro che il movimento intendeva effettuare nelle scuole, tra l’altro “cercando di mettere fine alle deformazioni di chi per troppo tempo ha cercato di usare la scuola pubblica per fare politica e per creare un “nuovo senso comune” (espressione di Antonio Gramsci), con progetti e attività di ARCI, ARCIGAY e compagni vari” per diffondere tra i ragazzi e i bambini l’ideologia relativista, immigrazionista, islamista e soprattutto – negli ultimi anni – finocchista (addirittura insegnando nelle scuole che non si nasce né maschi né femmine, secondo l’ideologia gender).”

Il post continuava con l’indicazione “noi ci siamo e continueremo a
combattere, come abbiamo sempre fatto soprattutto a Livorno e a Cecina”.

Per la giudice Rosa Raffaelli, Gasperini “non si è limitato a contestare (magari anche duramente ma comunque in modo urbano e con continenza verbale) l’operato di Arci e Arcigay nelle scuole, ma ha utilizzato un termine fortemente denigratorio (“finocchista”): la parola è infatti evidentemente creata sulla base del termine “finocchio”, che è utilizzato in senso dispregiativo per riferirsi alle persone omosessuali, ed è dunque essa stessa volgare e denigratoria”. 

Il comitato L.e.d Libertà e Diritti – Arcigay Livorno con la presidente Martina Cardamone  esprime piena soddisfazione per la sentenza.

“Oltre a condividere pienamente la sentenza, con la condanna di Gasperini si coglie l’occasione per ricordare che da anni è costante l’impegno dell’associazione nella promozione della cultura delle differenze, dell’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole del territorio, lavorando per sensibilizzare gli studenti e formare docenti e personale Ata”.

Poi: “In un contesto politico e sociale dove i diritti delle persone Lgbtqia+ sono sempre più sotto attacco, questa sentenza conferma che le attività dell’associazione non mirano a diffondere l’inesistente “teoria gender”, ma piuttosto la promozione di diritti e buone pratiche affinché le persone Lgbtqia+ siano sempre meno marginalizzate, anche e soprattutto nei contesti scolastici. Non si è mai negato a nessun soggetto la possibilità di criticare l’operato dell’associazione, ma si è certi che le parole d’odio non debbano avere spazio nel dibattito pubblico.

Arcigay Livorno continuerà con determinazione il proprio lavoro utilizzando l’importo del risarcimento per proseguire con i percorsi formativi già avviati nelle scuole di tutta la provincia di Livorno, anche grazie alla fondamentale collaborazione e sinergia con il Centro Antidiscriminazione per persone Lgbtqia+ Approdo di Livorno.

Si ringrazia l’ex presidente dell’associazione Luca Mazzinghi per aver portato avanti questa azione legale, così come l’avvocata Gioia Elisabetta Comisso per l’impegno e la passione con cui ha seguito questo processo”.

 

 

© Riproduzione riservata

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