Uno sversamento di liquami nel fiume Fine da un’azienda agricola nel Comune di Santa Luce che risale al 16 agosto e che a oggi vede l’estensione dell’ordinanza del divieto di balneazione nel tratto di mare coinvolto alle Spiagge Bianche, alla foce del Fine, “anche in funzione del lento avanzare delle acque inquinate lungo il corso del fiume”.
A farci il punto il vicesindaco Mario Settino, M5S.
Il Comune di Rosignano Marittimo, provincia di Livorno, amministrazione lista civica Rosignano nel Cuore con Movimento 5 Stelle, in data 27 agosto scorso col sindaco Marabotti scrive a Regione Toscana, chiedendo “un supporto per la gestione operativa dell’attuale divieto di emungimento emesso in fase emergenziale, nonché quali azioni inibitorie possano essere attuate sulle autorizzazioni all’esercizio dell’azienda agricola in oggetto per prevenire il ripetersi di eventi così dannosi”.
La Regione con assessora Monia Monni risponde: “Gli uffici della Regione Toscana sulla base delle comunicazioni ricevute dalla Polizia Provinciale e da ARPAT hanno avviato i propri accertamenti per valutare l’eventuale adozione di atti amministrativi di competenza sul regime autorizzativo dell’azienda che ha determinato lo sversamento, ma questa attività nulla attiene in senso stretto alle ricordate azioni di immediato intervento predisposte dal Comune. Riguardo al supporto chiesto dal Comune di Rosignano a fine agosto sul divieto di emungimento dal fiume Fine, si evidenzia che, pur rimanendo gli uffici regionali a disposizione del Comune, non ci sono competenze della Regione Toscana rispetto ad una legittima ordinanza del sindaco, che è tenuto a farla osservare attraverso i propri organi di controllo.
Poi Monni: E’ fuorviante il richiamo al tema delle bonifiche, perché non siamo in questo campo bensì nell’ambito di un’attività correlata ad uno sversamento in acque superficiali. Dopo aver risentito ARPAT, confermo che allo stato attuale delle conoscenze non ci sono evidenze di compromissione di altre matrici ambientali, che farebbero scattare opportunamente uno specifico procedimento di bonifica. A ciò aggiungo che la richiesta di un intervento regionale sulla bonifica del fiume Fine, oltre che non supportata da evidenze tecniche, è concettualmente sbagliata perché l’obiettivo di una pubblica amministrazione non può essere quello di fare pagare alle cittadine e ai cittadini i danni arrecati da un soggetto privato, bensì dovrebbe essere quello di far pagare l’inquinatore, rispettando un principio architrave del diritto ambientale: chi inquina paga”.
La risposta del Comune di Rosignano: “In riferimento alle recenti dichiarazioni dell’assessora regionale Monia Monni, riguardo alla bonifica del fiume Fine, riteniamo necessario precisare alcuni punti fondamentali. È vero che il principio “chi inquina paga” è alla base del diritto ambientale, e il Comune di Rosignano Marittimo si sta già attivando per perseguirlo in sede giudiziaria. Tuttavia, questo non significa che nel frattempo si debba restare immobili.
Il Comune ha ritenuto necessario intervenire subito per limitare i danni ambientali e tutelare la salute pubblica, un’azione che consideriamo responsabile e proattiva, mirata a minimizzare le conseguenze dello sversamento, in attesa di ulteriori accertamenti. Lasciare che i danni si accumulino in attesa di identificare con certezza il responsabile rischia di peggiorare la situazione e aumentare i costi di riparazione, oltre che mettere a rischio l’ambiente e i cittadini.Ci sembra quindi importante sottolineare che, se da una parte il principio di “chi inquina paga” è corretto, dall’altra è doveroso intervenire tempestivamente per contenere i danni. Il Comune non si è sottratto alle sue responsabilità e, anzi, ha adottato misure preventive, dimostrando attenzione alle necessità del territorio. Questo tipo di approccio dovrebbe essere incoraggiato, piuttosto che ridotto a una questione burocratica.
Infine, vorremmo richiamare l’attenzione su una certa discrezionalità, nel recente passato, della Regione Toscana nel decidere quali interventi supportare, come si è visto in altre situazioni analoghe, come nel caso Lonzi a Livorno.
Infine, prendiamo atto positivamente che, dall’11/09/24, la Regione Toscana, attraverso la Direzione Tutela dell’ambiente ed energia (Settore autorizzazioni), ha comunicato al Comune di Rosignano Marittimo, l’avviamento di un procedimento di accertamenti nei confronti dell’azienda che avrebbe causato lo sversamento dei liquami ricaduti nel fiume Fine”.
Fin qui la risposta all’assessora Monni. Per quanto riguarda il danno ambientale, il Comune di Rosignano: “Siamo in attesa delle decisioni delle due Procure (Pisa e Livorno), in merito agli sversamenti di liquami di origine animale. Nel caso che, dalle indagini effettuate dai vari organi di polizia intervenuti (Polizia provinciale, Polizia municipale) emergesse (come sembra fortemente probabile) la responsabilità di chi ha causato lo sversamento, oltre ad auspicare l’emanazione delle opportune misure restrittive, la nostra amministrazione è ovviamente pronta ad agire in ogni sede civile e penale per tutelare l’interesse collettivo della nostra comunità”.
L’amministrazione comunale, “evidenzia tutte le iniziative messe in campo dal 17 agosto relativamente allo sversamento di liquami nel fiume Fine: spurgo di circa 200 metri cubi di liquami, immediata emissione di un’ordinanza preventiva di divieto di balneazione alla foce del fiume e il divieto di emungimenti, lungo l’asta dello stesso, segnalazione dell’accaduto alla Regione e alla Bonifica, con la richiesta di supporto nella gestione di questa crisi ambientale. Confermiamo la costante attenzione di tutti noi, amministrazione ed uffici tecnici comunali, messa in campo fin dal 17 agosto per gestire al meglio questa difficile crisi ambientale”