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Livorno, no del Teatro Goldoni a Orsini. Il sindaco Salvetti: “Decisione della giunta M5S”

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LIVORNO – Il caso livornese è diventato un caso nazionale. Alessandro Orsini, scrittore, professore della Luiss, tra gli opinionisti protagonisti tv sulla guerra in Ucraina, viene respinto dal teatro Goldoni di Livorno a cui aveva chiesto di poter ospitare il suo monologo. Il sindaco Luca Salvetti, Pd, interviene puntando il dito verso la decisione della precedente giunta M5S, sindaco Nogarin, di non ospitare eventi politici al Goldoni. Alessandro Orsini dal suo profilo Fb replica: “Livorno è una città che amo profondamente. Sono stato io stesso a chiedere di organizzare una mia lezione sulle cause della guerra in Ucraina in quella splendida città. Il teatro Goldoni ha prima accettato e poi ritirato l’accordo per mano del suo direttore. L’assessore alla cultura di Livorno, non a caso del Pd, dice che sarei un ‘propagandista di Putin’. La mia data al Goldoni era stabilita per il 23 maggio. A Livorno parlerò lo stesso. Sto cercando una nuova sede”. La sede l’ha trovata il professor Orsini. A Livorno sarà al cinema teatro ‘Quattro Mori’, sempre il 23 maggio. E sarà anche a Firenze, al teatro Puccini.

In Consiglio Comunale Simone Lenzi, assessore alla cultura, ha definito Orsini “Un propagandista di Putin“. Ecco l’intervento del sindaco Luca Salvetti, presidente della Fondazione. Salvetti è intervenuto in Consiglio Comunale. “La Fondazione Teatro della città di Livorno Carlo Goldoni ha ricevuto tempo fa dall’agenzia Il Fatto.spa la richiesta della disponibilità di una data per uno spettacolo. Non essendo previsti altri eventi il teatro ha messo a disposizione la data chiedendo delucidazioni sui contenuti dello spettacolo. Il 26 aprile la direzione del teatro ha ricevuto l’informativa che  trattavisi del monologo ‘Ucraina – critica della politica internazionale’ del giornalista Orsini. A quel punto, lo avrebbe fatto prima se i contenuti fossero stati immediatamente indicati, è stato segnalato come da anni il Teatro Goldoni non possa essere dato in concessione per interventi con temi di natura politica in senso ampio (politica economica, interna, internazionale, sanitaria, ecc.), senza per questo che in alcun modo possa subentrare un giudizio di opportunità e merito da parte del teatro”.

Quindi Salvetti: “Questa scelta regolamentare interna da parte del Cda della Fondazione Goldoni fu adottata dall’allora presidente – sindaco di Livorno Filippo Nogarin. Quindi la mancata concessione non ha niente a che vedere con il proponente del dibattito, il professor Alessandro Orsini, né con le tesi e le argomentazioni che avrebbe liberamente portato nel corso dell’iniziativa. Il Teatro Goldoni è sempre aperto per ospitare eventi che abbiano natura culturale, artistica, professionale, ma con le limitazioni sopra riportate, limitazioni che sono state inserite dal Movimento 5 Stelle che adesso si agita per gli effetti delle limitazioni stesse”.

Prosegue Salvetti: “Ovviamente viviamo come tutti in un periodo difficilissimo delle relazioni internazionali, con una guerra in atto di cui è vittima il popolo ucraino e siamo coscienti di cosa questo comporti sul piano sociale ed umano: anche per queste ragioni abbiamo accolto la scorsa settimana la proposta del Balletto dell’Ucraina per una serata di danza, ma al loro rifiuto di danzare ‘Il lago dei cigni’ perché di autore russo, hanno eseguito ‘Giselle’ di Adam, noi in apertura di serata abbiamo proposto al pianoforte musiche del compositore russo Pëtr Il’ič Čajkovski , nella consapevolezza di come la cultura sia ambasciatrice di pace con il suo linguaggio universale nelle sue più ampie espressioni artistiche”.

Per il sindaco di Livorno “Una polemica ridicola, la città di Livorno non ha mai messo bavagli a nessuno. Orsini è sin da ora invitato ad esprimere le sue idee nella nostra città in una location, anche pubblica, in un evento che possiamo organizzare in qualunque momento. Purtroppo non lo può fare in un teatro pubblico come il Goldoni, che ha quel regolamento, adottato 4 anni fa dal Movimento 5 Stelle, che oggi pensa di candidare Orsini alle prossime politiche, e che ha spesso disatteso lo stesso regolamento da loro adottato. La cosa ridicola è che la destra accusi l’amministrazione di essere connivente con chi espone le bandiere del Donbass come simbolo pro-Putin e dieci minuti dopo di non voler far parlare chi, a torto o a ragione, secondo molti opinionisti sostiene le ragioni di Putin. Siamo al cortocircuito totale dal quale però la città di Livorno vuol rimanere fuoriQ”.

© Riproduzione riservata

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