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CARRARA – Esercita abusivamente come chirurgo estetico in un ambulatorio senza le basilari norme igieniche, arrestato un medico di Carrara.
I finanzieri del Gruppo del comando provinciale della Guardia di finanza di Massa Carrara, con la sezione operativa navale di Marina di Carrara, nell’ambito di un’articolata attività d’indagine coordinata e diretta dalla locale procura hanno eseguito, all’alba del 13 gennaio, una misura cautelare della custodia in carcere emessa dal Gip del tribunale di Massa, nei confronti di un medico.
L’attività investigativa eseguita, che dovrà essere confermata ed accolta dai giudici nelle ulteriori fasi del procedimento penale, oltre a portare alla luce una pluralità di illeciti che avrebbe commesso il medico indagato, ha permesso di individuare e porre sotto sequestro, nel comune di Montignoso, un vero e proprio ambulatorio medico abusivo, allestito all’interno dell’abitazione di un medico legato, tra l’altro, da un rapporto convenzionale all’azienda Usl Toscana Nord Ovest.
All’interno dell’ambulatorio abusivo, ove era stata allestita una sala operatoria che versava in pessime condizioni igienico-sanitarie, con l’assistenza della propria compagna, oltre a svolgere le basilari prestazioni di medicina estetica, avrebbe effettuato anche più specifici ed invasivi trattamenti di chirurgia plastica, preceduti dalla somministrazione di farmaci anestetici in via endovenosa.
Quest’ultima attività, svolta in assenza della necessaria abilitazione ed in un luogo privo dei presidi sanitari idonei a poter affrontare eventuali complicazioni che sarebbero potute insorgere. In particolare, il medico, in assenza di ogni abilitazione, sottoponeva i pazienti ad anestesia totale, con sedazione profonda, anche per eseguire banali interventi, ad esempio iniezioni di botulino, mettendo a repentaglio l’incolumità del paziente.
Agli atti delle indagini risulterebbero in particolare due episodi in cui, a seguito di complicanze insorte, una paziente è stata intubata e l’altra ha riportato una gravissima infezione dopo una liposuzione. Per gli interventi eseguiti dal medico con sottoposizione dei pazienti in stato di sedazione profonda, con iniezione di anestesia totale in assenza di ogni abilitazione (in quanto il medico non è abilitato a svolgere attività di anestesista/rianimatore), senza, peraltro, far sottoscrivere ai pazienti alcun modulo di consenso informato, gli è stato contestato il delitto di cui all’articolo 348 del codice penale, aggravato ai sensi del terzo comma, in quanto lo stesso, per lo svolgimento degli interventi, si sarebbe avvalso della collaborazione della propria compagna, anch’ella non abilitata a svolgere attività medico/sanitarie, alla quale è stato contestato il delitto di concorso in esercizio abusivo di professione. A carico del professionista, inoltre, sarebbero stati documentati diversi episodi di peculato e truffa aggravata ai danni dello stato, riferiti ad apprensioni di farmaci (connotati della cosiddetta fustella che ne sancisce la proprietà ospedaliera), per oltre 200 pezzi. Inoltre, lo stesso, in plurime occasioni, si sarebbe assentato ingiustificatamente, durante il servizio prestato per conto dell’Asl Toscana, utilizzando finanche l’aut omedica. Il medico era solito incenerire, nel proprio giardino di casa, i rifiuti derivanti dall’attività sanitaria eseguita presso lo studio medico/sala operatoria abusivo (confezioni di medicinali, flaconi, siringhe, garze, aghi, etccetera).
Tale circostanza, oggetto di più approfonditi rilievi tecnici effettuati a cura dell’Arpat Toscana, ha comportato il deferimento per il reato di cui all’articolo 256 bis del codice dell’ambiente, atteso che, in seguito alle analisi svolte da personale specializzato, è emerso che i rifiuti incendiati dal medico sarebbero classificabili come pericolosi assoluti.
L’attività in parola testimonia l’impegno del corpo e la fondamentale e proficua collaborazione con l’autorità giudiziaria nel contrasto all’illegalità, testimoniando un approccio trasversale volto a tutelare i cittadini dai quei fenomeni potenzialmente nocivi alla salute rappresentando quindi anche un insostituibile presidio di sicurezza economica e finanziaria a salvaguardia dell’economia legale.