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Restaurato il cimitero monumentale di Riparbella

L'importo complessivo dei lavori è stato di circa 280mila euro: realizzati anche nuovi loculi oltre al risanamento degli intonaci di loggiati e portici

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RIPARBELLA – Un bene monumentale restituito alla comunità nel suo splendore. 

Si sono conclusi i lavori di riqualificazione finanziati dalla Regione Toscana, nell’ambito del bando dedicato alla valorizzazione del patrimonio storico e architettonico dei Comuni, di uno dei luoghi più significativi e profondi del paese, il cimitero monumentale di Riparbella.

“Un progetto importante, che ci ha permesso di intervenire su una parte fondamentale del nostro cimitero, con l’obiettivo di conservarlo, renderlo più accessibile e restituirgli il decoro che merita – sottolinea il sindaco Salvatore Neri -. Il nostro cimitero monumentale, progettato nel 1884 dal celebre architetto Luigi Bellincioni, non è solo un camposanto. È un’opera d’arte, storia viva. È l’abbraccio silenzioso di generazioni che ci hanno preceduto. Un monumento nazionale riconosciuto dal Ministero per i Beni Culturali nel 1989, capace di raccontare, nella sua architettura, le radici profonde della nostra comunità. Si è trattato di un investimento importante per un’opera che riteniamo doverosa.”.

Con questo intervento il Comune di Riparbella ha realizzato il risanamento conservativo degli intonaci dei loggiati e dei portici, per riportarli all’eleganza e alla dignità originaria, realizzato nuovi loculi, che garantiranno la possibilità di sepoltura per i prossimi anni, rispondendo a un’esigenza concreta delle famiglie di Riparbella e, prima dell’inaugurazione ufficiale, sarà completato con l’eliminazione delle barriere architettoniche per garantire l’accesso a tutti, anche alle persone con disabilità e la creazione di un’area documentale che renderà accessibili i materiali storici custoditi negli archivi comunali, a disposizione di cittadini, scuole e studiosi.

L’importo complessivo dei lavori è stato di circa 280mila euro.

“Fin dal nostro insediamento abbiamo creduto fortemente nel valore del nostro cimitero monumentale. In questi anni abbiamo costruito il nuovo muro perimetrale, asfaltato il viale d’accesso e realizzato il parcheggio, approvato il l regolamento per il decoro e la dignità del luogo, censito le sepolture e gestito le concessioni scadute, lavorato al recupero delle tombe abbandonate, spesso invisibili ma cariche di storie. Occuparsi dei luoghi della memoria – sottolinea il primo cittadino – non è solo un gesto amministrativo: è un atto d’amore verso la nostra comunità, verso le nostre famiglie, verso chi c’era prima di noi e ci ha lasciato questo paese da custodire. Oggi, a distanza di oltre 130 anni, la visione di Bellincioni si sta finalmente compiendo: un luogo architettonico, storico e simbolico, al servizio non solo della morte, ma della memoria viva di una comunità”.

La storia del cimitero monumentale

Alla fine dell’Ottocento, Riparbella – come molti altri comuni toscani – si trovò di fronte a un’esigenza urgente ma delicata: la necessità di un nuovo cimitero.

Quello esistente, situato nei pressi del centro abitato, era ormai insufficiente per accogliere la crescente popolazione, e soprattutto non rispondeva più ai requisiti igienico-sanitari imposti dalle nuove normative post-unitarie.

Ma il Comune non si accontentò di costruire semplicemente un “nuovo camposanto”. Fece una scelta ambiziosa e civile: affidare la progettazione di un cimitero monumentale a uno dei più stimati architetti del tempo, l’ingegnere Luigi Bellincioni, figura centrale nell’architettura pubblica toscana tra Otto e Novecento. Per Riparbella disegnò nel 1884 un progetto sofisticato e simbolico. 

I lavori iniziarono nel 1887, ma fin da subito non furono semplici. La prima impresa appaltatrice abbandonò il cantiere dopo pochi mesi. Subentrarono altre ditte locali, ma si trattava spesso di maestranze modeste, non sempre all’altezza dell’ambizioso progetto. Alcuni lavori vennero eseguiti male o in modo difforme dal disegno originario. Nonostante le difficoltà, l’opera proseguì, grazie anche alla determinazione del podestà e del Consiglio comunale dell’epoca, che coinvolsero le famiglie più influenti del paese. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale (1915-1918), la costruzione rallentò drasticamente. Molti operai furono chiamati al fronte, le risorse economiche scarseggiavano, e il progetto rimase incompiuto rispetto al disegno originale.

Non tutte le cappelle vennero costruite. Alcuni angoli rimasero “vuoti”, riempiti solo decenni dopo. Tuttavia, il cimitero iniziò a essere pienamente utilizzato dalla comunità, diventando uno spazio identitario. Nei primi decenni del Novecento, sotto i podestà nominati nel periodo fascista, vennero completati tratti mancanti del loggiato, e furono eseguiti i primi restauri, spesso con mezzi modesti. Il Cimitero Monumentale di Riparbella è rimasto, per lunghi anni, incompiuto ma utilizzato, con interventi saltuari. È negli ultimi decenni, e in particolare dal 2017 in poi, che si è avviato un serio percorso di recupero e valorizzazione, culminato nei lavori finanziati dalla Regione Toscana. 

© Riproduzione riservata

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