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Mattarella a Civitella: “Senza memoria non c’è futuro”

Il presidente della Repubblica a Civitella in Val di Chiana. Il 29 giugno 1944 il massacro di 244 civili. "Occorre oggi e in futuro far memoria di quelle stragi e di quelle vittime"

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CIVITELLA IN VAL DI CHIANA – Mattarella a Civitella: “Senza memoria non c’è futuro”

Mattarella a Civitella: “Senza memoria non c’è futuro”.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana il 25 aprile.

“Occorre – oggi e in futuro – far memoria di quelle stragi e di quelle vittime, e sono preziose le iniziative nazionali e regionali che la sorreggono. Senza memoria, non c’è futuro”.

Mattarella: “La tragica contabilità di quel 29 giugno del ’44, in queste terre, ci racconta di circa duecentocinquanta persone assassinate. Tra queste, donne, anziani, sacerdoti e oltre dieci ragazzi e bambini. Il più piccolo, Gloriano Polletti, aveva soltanto un anno. Maria Luisa Lammioni due.

Il parroco di Civitella, Don Alcide Lazzeri, e quello di San Pancrazio, Don Giuseppe Torelli, provarono a offrire la loro vita per salvare quella del loro popolo, ma inutilmente. Furono uccisi anch’essi insieme agli altri.  Alcuni ostaggi, destinati alla morte, rimasero feriti o riuscirono a fuggire. Nei loro occhi, sbigottiti e impauriti, rimarrà per sempre impresso il ricordo di quel giorno di morte e di orrore. Sono venuto qui, oggi, a Civitella – uno dei luoghi simbolo della barbarie nazifascista – per fare memoria di tutte le vittime dei crimini di guerra, trucidate, in quel 1944, sul nostro territorio nazionale e anche all’estero”.

Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alle celebrazioni del 25 Aprile a Civitella in Val di Chiana.

Centinaia di tricolori sventolati da bambini e ragazzi, rappresentanze istituzionali, militari e religiose e tantissimi cittadini a Civitella.

Insieme al presidente della Repubblica sono intervenuti, tra gli altri, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l’assessora regionale alla Cultura della Memoria Alessandra Nardini, l’assessore regionale al Turismo e alle attività produttive Leonardo Marras, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, e molti consiglieri regionali della Toscana.

Il presidente della Regione Giani ha iniziato il suo intervento legendo l’Ode a Kesserling di Piero Calamandrei, ringraziato a nome di tutti i toscani i familiari dei caduti e ricordato come la presenza del presidente Mattarella in occasione degli 80 anni della Liberazione della Toscana rappresenti un grande onore e un segnale importante.
“La Toscana ha pagato con 1500 vittime innocenti,  tra cui donne e bambini, la brutalità di ideologie ormai sconfitte che non accettavano la resa. Anche per questo è dovere delle istituzioni democratiche sottolineare ancora oggi l’importanza del senso della ‘Resistenza’, il dovere morale di opporsi a ogni forma di prevaricazione dei diritti e di revisionismo”.

Il 29 giugno 1944 Civitella in Val Chiana – che durante la ritirata tedesca si trovava nelle immediate retrovie del fronte lungo la linea Gotica – divenne teatro di una efferata strage nazifascista. Qualche giorno dopo la morte di alcuni soldati tedeschi, i nazisti iniziarono a rastrellare gli uomini e poi irruppero in chiesa, dove il parroco tentò senza successo di salvare i fedeli offrendosi come vittima. A cinque a cinque tutti gli uomini, compreso il prelato, vengono trucidati e il paese fu incendiato, per uccidere anche chi in qualche modo era riuscito a nascondersi. Sommando ai martiri di Civitella quelli delle due frazioni di Solaia e Cornia, dove furono uccise con spietata ferocia anche donne e bambini, e della vicina San Pancrazio, in tutto furono massacrate 244 persone.

Durante la celebrazione del 25 aprile insieme al presidente della Repubblica i fatti di Civitella sono stati ricordati dall’attrice Ottavia Piccolo, che ha letto la testimonianza del vescovo Luciano Giovannetti, testimone diretto dell’eccidio quando era un bambino, e quella della vedova Corneli Bozzi, testimone dell’omicidio a sangue freddo del marito e di tre dei suoi cinque figli.

Infine Ida Balò, 94 anni, presidente dell’associazione ‘Civitella ricorda’ e sopravvissuta alla strage, ha narrato quanto avvenuto quel 29 giugno, quando perse il padre e la casa. Quella mattina era alla messa, uscì dalla chiesa e vide i soldati tedeschi disposti come un plotone. Alcuni tra loro ridevano e Ida pensò che fosse una dimostrazione. Invece, subito dopo, gli uomini furono separati da donne e bambini. Lei e la madre scapparono nei boschi, con la speranza che il padre, che si trovava a lavoro in quel momento, fosse salvo. Ma vide il fumo salire dalla torre simbolo di Civitella e poco dopo scoprì che anche il padre e altri erano stati uccisi, nei pressi della cava dove lavorava. Ida ha voluto chiudere la sua drammatica testimonianza con un invito all’amore, unico motore della tenacia con la quale le donne di Civitella, devastate dal dolore e dall’orrore, ricostruirono la loro città e la loro vita.

 

© Riproduzione riservata

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