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FIRENZE – Sicurezza idrogeologica, un interrogativo al vertice delle preoccupazioni della Regione Toscana.
Anche di questo si è parlato il 27 settembre nella sede di Coldiretti Toscana e Caict al convegno Consumo di suolo: il costo per la società alla presenza dell’assessora alla protezione civile e difesa del suolo Monia Monni.
Monni, nell’affermare che il consumo di suolo ha reso più fragile il territorio, ha ribadito il valore della legge regionale numero 65 che tiene insieme sviluppo e sostenibilità proteggendo il territorio da urbanizzazioni che non è più possibile reggere e sostenere.
“La Regione e il paese – ha detto l’assessora – sono in estrema difficoltà. Siamo una regione fragile, le cui fragilità si sono acuite per l’opera dell’uomo, ma anche per i cambiamenti climatici. Oggi ci troviamo ad affrontare fenomeni estremi ed opposti, troppa pioggia e siccità, non avendo un territorio adeguatamente infrastrutturato per reggere la forza dei cambiamenti in atto. Le bombe d’acqua insistono su un reticolo idraulico pensato in tempi diversi e quindi strutturalmente inadeguato per la quantità d’acqua che si riversa. E questo vale anche per le città. Dobbiamo realizzare opere adeguate, raccontando la verità:le infrastrutture mitigano il rischio ma non lo eliminano. Servono dunque politiche integrate. Il che significa che accanto alle infrastrutture ci vuole una gestione oculata dell’acqua, che serve il lavoro delle associazioni agricole, piani regolatori che tengano in considerazione il fatto che le città devono diventare più permeabili, piani di protezione civili, formazione”
Tanti i temi affrontati nel corso della mattinata tutti legati al consumo di suolo e agricoltura, cambiamenti climatici e rinnovabili. Sono intervenuti Letizia Cesani (presidente Coldiretti Toscana), Bernardo Gozzini (amministratore Consorzio Lamma), Riccardo Fargione (Coordinatore Centro studi Divulga), Marco Niccolai (presidente commissione Aree interne Regione Toscana). I lavori sono stati aperti da Cesare Buonamici (presidente Coldiretti Firenze Prato). L’incontro è stato moderato da Angelo Corsetti (direttore Coldiretti Toscana).
E sulle rinnovabili Monni ha spiegato: “Vogliamo fare presto e bene, nonostante ci siano voluti due anni e mezzo per avere il decreto del governo per l’individuazione delle aree idonee, un tempo in cui è stato il mercato a governare l’installazione delle rinnovabili, creando problemi soprattutto in alcune zone. Penso al sud della Toscana dove l’agricoltura è più in difficoltà, i terreni costano meno, la siccità picchia duro”.
Monni ha ricordato, da un lato l’impossibilità di intervenire sulle autorizzazioni in corso o su quelle rilasciate dal ministero, con un parere non vincolante della Regione e dall’altro i tempi stretti per agire: “Abbiamo solo 180 giorni per fare la nostra norma che indichi dove si può realizzare agrivoltaico e fotovoltaico. I primi di gennaio dovremmo già essere stati in Consiglio per l’approvazione. Abbiamo aperto un grande processo partecipativo: abbiamo invitato tutti i comuni, le associazioni di categoria, i sindacati, le associazioni ambientaliste, l’idea è inserire anche questo tema all’interno della pianificazione Devono essere i Comuni che definiscono quali sono le aree a terra da dedicare a questa funzione. Non si può pensare di fare un percorso di trasformazione così importante, ma anche così impattante, senza pianificarlo”