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Alla Pergola il maestro Franco Branciaroli in una rilettura moderna di Goldoni

Dal 25 al 30 marzo 'Sior Todero Brontolon' per la regia di Paolo Valerio dopo l'originale e dissacrante rappresentazione del 'Mercante di Venezia'

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FIRENZE – Appuntamento con il teatro di tradizione alla Pergola di Firenze dal 25 al 30 marzo.

Spazio a una rilettura di un classico del teatro italiano. Paolo Valerio dirige Franco Branciaroli, maestro del palcoscenico contemporaneo, in una nuova e inaspettata interpretazione di Sior Todero brontolon di Carlo Goldoni, con Piergiorgio Fasolo, Alessandro Albertin, Maria Grazia Plos, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Valentina Violo, Emanuele Fortunati, Andrea Germani, Roberta Colacino. In collaborazione con I Piccoli di Podrecca.

Il mondo di Goldoni, il mondo delle marionette, due universi che si incontrano nel microcosmo di un luogo reale e immaginario. Siamo, infatti, nel retropalco di un teatrino di marionette: ogni personaggio che agisce nella casa-teatro di Todero, qui superbo marionettista, accompagna infatti il proprio fantoccio alla stregua di un “doppio” irreale.

Il commediografo veneziano può suggerire ancora molto alla sensibilità contemporanea. Basti pensare al ruolo sottile e risolutivo che affida al mondo femminile, l’unico che nello sviluppo drammaturgico appare pienamente positivo: sarà l’alleanza fra la coraggiosa nuora del vecchio avaro e l’intelligente vedova Fortunata a salvare la giovane Zanetta da un matrimonio impostole per mero interesse e destinato, quindi, all’infelicità.

Il finale dell’opera, visto alla luce di tempi come i nostri in cui il tema del patriarcato domina la cronaca, riconsegna la giovane a un amore generoso e vero che, tuttavia, unisce alla gioiosità della risoluzione una venatura di turbamento.

Il mondo di Carlo Goldoni, il mondo delle marionette, due universi che si incontrano nel microcosmo di un luogo reale e immaginario. Una rilettura di una commedia della maturità goldoniana, condotta con rigoroso rispetto filologico per il testo e per la straordinaria bellezza di quella lingua unica che è già di suo poesia, ma anche con un’originale intuizione che vede le marionette in scena accanto agli attori, come loro alter ego. Ecco Sior Todero brontolon con la regia di Paolo Valerio, che affida il ruolo del titolo al talento di Franco Branciaroli.

“Quale maggior disgrazia per un uomo, che rendersi l’odio del pubblico, il flagello della famiglia, il ridicolo della servitù? Eppure, non è il mio Todero un carattere immaginario. Purtroppo, vi sono al mondo di quelli che lo somigliano; e in tempo che rappresentavasi questa commedia, intesi nominare più e più originali, dai quali credevano ch’io lo avessi copiato”.  Anche oggi non è raro incappare in un “brontolòn” come il Todero di Carlo Goldoni, che precedeva la commedia racchiudendo queste riflessioni ne L’autore a chi legge e si stupiva di come un lavoro incentrato su un personaggio tanto odioso e negativo potesse aver ricevuto dal pubblico un tale successo. Sior Todero brontolon, scritta nel 1761 e presentata al Teatro San Luca di Venezia l’anno successivo, fu infatti accolta con molto calore, ripresa per 10 repliche a gennaio e poi nuovamente a febbraio, a ottobre…

Il Sior Todero risponde – come carattere – al modello dei rusteghi, ma dei quattro burberi veneziani perde qualsiasi accento bonario. La trama lo vuole avaro, imperioso, irritante con la servitù, opprimente con il figlio e la nipote, diffidente e permaloso verso il mondo. Sembrerebbe impossibile empatizzare con una simile figura. Eppure, il capolavoro di Goldoni – e la figura di Todero, scritta in modo magistrale – sono stati molto ambiti dai teatri e dai più grandi attori, da Cesco Baseggio, a Giulio Bosetti, a Gastone Moschin. Ora questo indifendibile “brontolòn” attira un maestro del palcoscenico contemporaneo come Franco Branciaroli, che – diretto da Valerio – ne offre un’inaspettata interpretazione.

Dopo l’originale e dissacrante interpretazione di Shylock nel Mercante di Venezia shakespeariano, Franco Branciaroli e Paolo Valerio si apprestano a stupire il pubblico con la rilettura di un classico del teatro italiano, che può suggerire ancora molto alla sensibilità contemporanea.

Basti pensare – a fronte di una figura di protagonista tanto imponente e attrattiva – al ruolo sottile e risolutivo che Goldoni affida, nella commedia, al mondo femminile, l’unico che nello sviluppo drammaturgico appare pienamente positivo: sarà l’alleanza fra la coraggiosa nuora del vecchio avaro e l’intelligente vedova Fortunata a salvare la giovane Zanetta da un matrimonio impostole per mero interesse e foriero di infelicità. Sarà riconsegnata all’amore generoso e vero in un finale che – in tempi in cui il tema del patriarcato domina le nostre cronache – intreccia in prospettiva, alla gioiosità della risoluzione, una venatura di turbamento.

Orario martedì, mercoledì, venerdì, sabato alle 21; giovedì alle 19, domenica alle 16.

Biglietteria aperta dal lunedì al sabato dalle 10 alle 20. È possibile acquistare i biglietti degli spettacoli della stagione durante le serate di spettacolo presso la biglietteria.

Online su teatrodellatoscana.vivaticket.it e nei punti vendita Vivaticket.

© Riproduzione riservata

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