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Addio a Sven Goran Eriksson, il cordoglio della Fiorentina

Eriksson con società viola da 1987 a 1989. Scudetto con la Lazio. L'ultimo messaggio del tecnico gentiluomo svedese: "Grazie di tutto. E' stato fantastico. Prendetevi cura di voi. Spero mi ricordiate come un brav'uomo". A maggio il saluto Samp a Marassi

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Addio a Sven Goran Eriksson, il cordoglio della Fiorentina.

E’ morto Sven Goran Eriksson. Il tecnico gentiluomo svedese se ne è andato lunedì 26 agosto all’età di 76 anni. Era malato da tempo. Nel maggio scorso Eriksson aveva ricevuto tra gli applausi il commosso omaggio dello stadio Marassi con la Sampdoria, con il tecnico svedese anche Roberto Mancini.

Il suo ultimo messaggio in un documentario “Non essere dispiaciuto. Sorridi”. E’ uno degli ultimi messaggi dell’allenatore nel corso di un documentario a lui dedicato che Amazon ha pubblicato nelle scorse settimane. “Grazie di tutto: allenatori, giocatori, pubblico. È stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi, prendetevi cura della tua vita e vivetela. Fino alla fine ho avuto una bella vita. Penso che tutti noi abbiamo paura del giorno in cui moriremo. Ma la vita riguarda anche la morte. Dovete imparare ad accettarlo, per quello che è. Speriamo che alla fine la gente dica: ‘Sì, era un brav’uomo’. Ma non tutti lo diranno. Spero che mi ricorderanno come un uomo positivo”.

 

Addio a Sven Goran Eriksson, il cordoglio della Fiorentina
Addio a Sven Goran Eriksson, il cordoglio della Fiorentina (Fot X Dario Nardella)

Il cordoglio della Fiorentina: “La Fiorentina si unisce al dolore della famiglia per la scomparsa di Sven Göran Eriksson. Il tecnico svedese ha ricoperto il ruolo di direttore tecnico viola dal 1987 al 1989”.

Ed è il lutto di tutto il mondo del calcio, con messaggi di cordoglio di tutte le società. Lo saluta l’Empoli: “Ciao Sven, ciao mister Eriksson”.

Dario Nardella, europarlamentare, ex sindaco di Firenze: “Grande uomo dentro e fuori dal campo. I due anni con la Fiorentina rimarranno nel cuore e nella storia della nostra città”.

Eriksson era stato il primo allenatore straniero dell’Inghilterra. In Italia era arrivato a metà degli anni ’80 alla Roma, dopo l’esperienza sulla panchina del Benfica in Portogallo. Poi le panchina di Fiorentina e Sampdoria.

Con la Lazio vinse lo scudetto nella stagione 1999-2000. Poi ha girato il mondo dall’Arabia alla Cina, alla Thailandia. Ha allenato diverse nazionali: dopo l’esperienza con l’Inghilterra, ha infatti guidato Costa d’Avorio, Messico e Filippine.

A gennaio ha rivelato di combattere contro un tumore, arrivato allo stato terminale, affermando di avere, nella migliore delle ipotesi, “un anno di vita”.

Eriksson era stato colpito da cancro al pancreas, e dopo aver rivelato che gli restava solo un anno di vita aveva voluto salutare gli stadi che più lo avevano amato, compreso il Ferraris di Genova e l’Olimpico a Roma dove aveva vinto lo storico scudetto con la Lazio. A Marassi, lo scorso maggio, era stato accolto da molti ex giocatori della sua Samp, in un pomeriggio di grande emozione.

Nel 2001, lo svedese era diventato il primo allenatore straniero della nazionale di calcio inglese, allenando la cosiddetta “generazione d’oro”, tra cui David Beckham, Steven Gerrard, Wayne Rooney e Frank Lampard.

Da quell’annuncio, Eriksson è stato ospite di alcune delle società che ha allenato in giro per l’Europa. In Italia è stato accolto allo stadio dalla Lazio e dalla Sampdoria. In Inghilterra ha realizzato un suo sogno: sedere sulla panchina del Liverpool nel corso di una partita organizzata tra le leggende del club e l’Ajax.

In Italia 1984 l’anno dell’esordio dell’allenatore svedese sulla panchina di una squadra di Serie A, quella della Roma, con cui rimane fino all’ultimo in corsa per la vittoria dello scudetto. Con la Roma Eriksson vince una Coppa Italia nel 1985-86, e un anno dopo approda alla Fiorentina. Il 1 luglio 1992 in Italia come direttore tecnico della Sampdoria. Rimane a Genova per cinque anni, e vince la Coppa Italia 1993-1994 e ottiene un terzo posto in campionato.

© Riproduzione riservata

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