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Agliana, violenza sulla moglie: divieto di avvicinamento

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AGLIANA – Per una violenza sessuale su una giovane connazionale, il giudice del tribunale di Pistoia ha emesso un’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento e del divieto di comunicazione con la vittima nei confronti del marito pakistano e anche dei genitori della donna, tutti residenti ad Agliana. Sono accusati a vario titolo dei reati di maltrattamenti familiari e violenza sessuale nei confronti della ragazza pakistana di 24 anni giunta in Italia nel settembre del 2021.

L’attività investigativa, condotta dai militari dell’Arma della stazione di Montale e diretta dalla Procura della Repubblica di Pistoia, è nata da una breve segnalazione pervenuta al 112 nel pomeriggio del 26 gennaio scorso da una donna che si limitava a fornire all’operatore l’indirizzo della propria abitazione in lingua inglese, interrompendo immediatamente la conversazione. L’intervento della pattuglia dei carabinieri di Montale che si recava sul posto risultò determinante.

I militari, infatti, dopo aver individuato l’abitazione dalla quale era giunta quella strana richiesta di soccorso, facevano accesso all’interno dello stabile riscontrando la presenza di una numerosa famiglia, tra cui una 24enne

I militari intuirono sin da subito che l’autrice di quella breve telefonata, poteva individuarsi proprio nella 24enne spaesata e disorientata, rimasta in silenzio durante tutte le operazioni di controllo ed identificazione dei presenti.

Mostrando una particolare capacità nel gestire quel tipo di situazione, i militari crearono le condizioni per poter scambiare qualche parola in maniera riservata con la giovane senza la costante presenza dei parenti. In quel breve lasso di tempo, la giovane esprimendosi a fatica ed utilizzando un linguaggio sibillino, facendo ricorso anche all’uso di mimiche ed inequivocabili gesti con le mani, palesò una chiara richiesta di aiuto, verosimilmente dettata da una grave condizione di violenza domestica.

La giovane pakistana, pertanto, venne prelevata dall’abitazione ed accompagnata in caserma fingendo ai familiari che si trattava di un normale approfondimento sui documenti personali di riconoscimento in suo possesso. In un ambiente finalmente più sereno la giovane straniera, alla presenza di personale sanitario immediatamente avvisato, confermò di vivere, sin dal suo arrivo in Italia, in una condizione di costante maltrattamento e violenza, anche di carattere sessuale ad opera del marito.

La vittima venne quindi con urgenza avviata in un percorso di tutela presso una struttura protetta. Gli accertamenti eseguiti nei giorni seguenti hanno consentito di acquisire ulteriori elementi a supporto delle dichiarazioni della vittima, con particolare riferimento a quelle che erano le dinamiche familiari che quotidianamente sfociavano in maltrattamenti fisici e psichici posti in essere dal marito che non si esimeva dall’abusare sessualmente della moglie, non intenzionata a concedersi fisicamente. Questi atteggiamenti erano sostenuti, fattivamente dai familiari ed in particolare dai genitori del marito, anch’essi destinatari del provvedimento restrittivo emesso dal Tribunale.

 

© Riproduzione riservata

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