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PISA – La squadra mobile della questura di Pisa, negli scorsi giorni, ha arrestato in flagranza di reato, un 34enne italiano, già noto alle forze dell’ordine, perché accusato di aver estorto ad un piccolo imprenditore della zona circa 50mila euro in un anno.
Le indagini sono state fulminee e sono partite l’imprenditore, disperato, si è recato negli uffici di polizia narrando la sua grave situazione e la continua condizione di timore per l’incolumità propria e quella dei suoi familiari.
In particolare, ha raccontato di essere stato aiutato nella propria attività dall’indagato per poche settimane per poi interrompere il rapporto lavorativo. Da quel momento, prima con la richiesta di presunti risarcimenti in relazione ad infortuni di lavoro o presunte prestazioni lavorative non retribuite, in seguito con richieste dirette di danaro dietro minacce, la vittima aveva consegnato all’indagato una somma complessiva di circa 50mila euro in un anno.
Proprio mentre la persona offesa rendeva le sue dichiarazioni al Responsabile della sezione antirapina della Squadra Mobile di Pisa, la stessa riceveva via Whatsapp l’ennesima urgente ed inderogabile richiesta di 10mila euro in contanti, da consegnare in un luogo appartato entro soli 10 minuti.
Immediatamente gli investigatori della Squadra Mobile hanno organizzato un servizio di osservazione pedinamento e controllo di ben dieci unità, anche con la presenza di personale specializzato in servizi di osservazione discreta, assistendo in diretta all’incontro tra vittima ed indagato.
Purtroppo, l’indagato, improvvisamente ed inspiegabilmente, si è scagliato sulla vittima, colpendola con un pugno al volto e urlando Voglio i soldi determinando l’immediato intervento degli operatori della mobile che lo hanno immobilizzato e messo in salvo la vittima che fortunatamente ha riportato soltanto una lieve contusione al volto.
D’intesa con il magistrato di turno alla procura di Pisa, l’uomo è stato arrestato in flagranza per i reati di estorsione e lesioni personali aggravate e condotto, a disposizione dell’autorità giudiziaria, al carcere Don Bosco per il successivo giudizio di convalida dell’arresto.



