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martedì 1 Luglio 2025
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Cocaina e hashish in carcere a Prato: la base logistica in un alloggio per detenuti in permesso

Perquisizioni della Guardia di Finanza su delega della procura: trovato lo stupefacente nei locali in cui alcuni condannati avevano libero accesso

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PRATO – Ancora novità dall’inchiesta sul carcere di Prato della locale procura. 

In una ulteriore operazione effettuata, con specifico riferimento ai canali di approvvigionamento della sostanza stupefacente in seno all’istituto penitenziario pratese, si è ottenuto un riscontro obiettivo all’esistenza della centrale di rifornimento e di stoccaggio di sostanze stupefacenti, individuata a Prato in via Pistoiese 515/C, in uno stabile di proprietà della Caritas diocesana, che si sviluppa su due piani, costituito da sei stanze (tre camere da letto, una cucina, un bagno, un ripostiglio e un ingresso), messa a disposizione dei detenuti autorizzati a uscire dal carcere (i cosiddetti permessanti), alla quale avevano accesso indisturbato e senza alcuna forma di controllo.

L’attività di perquisizione effettuata, nell’ambito dell’indagine in corso, ha consentito, infatti, di rinvenire negli spazi comuni cocaina ehHashish. Nello specifico, dietro lo specchio del bagno, ubicato al piano terra, al quale si accede attraverso un ingresso, sono stati rinvenuti 23 grammi di cocaina, suddivisivi in tre ovuli, contenuti in tre involucri, e 17 grammi di hashish, conservato in un involucro di colore rosa; nella cucina, situata in un piano seminterrato, all’interno del forno, sono stati rinvenuti 5 grammi di
hashish, contenuti in due involucri, e un bilancino di precisione.

La disponibilità di tale base logistica ha consentito ai detenuti in permesso di recuperare lo stupefacente per farlo entrare successivamente nella struttura carceraria, sfruttando l’assenza dei controlli all’atto dell’ingresso, così alimentando il mercato dello spaccio al suo interno. Le ridotte dimensioni dei quantitativi, la suddivisione in dosi pronte per il trasporto e la vendita, la disponibilità di un bilancino di precisione accreditano la tesi che lo stabile fosse utilizzato come centro di raccolta, di preparazione e smistamento verso il carcere dello stupefacente.

I detenuti in permesso, che accedevano allo stabile, si allontanavano in totale
libertà anche in violazione dei limiti temporali imposti dal magistrato di sorveglianza.
Il sequestro effettuato costituisce un ulteriore recupero di quantitativi di cocaina e di
hashish introdotti o in fase di introduzione nel carcere pratese, a più riprese, nel corso dell’ultimo anno (si aggiunge agli ingressi mediante occultamento nelle parti intime
dei familiari che si sono recati a colloquio, all’interno di indumenti), e dimostra, ancora
una volta, l’inidoneità dei controlli esistenti.

All’atto dell’accesso nella struttura erano presenti due soggetti, uno dei quali detenuto in permesso già conosciuto per reati in materia di stupefacenti, che è poi evaso, facendo perdere le sue tracce. Nell’abitazione è stata riscontrata la presenza, nel corso del tempo, di altri “permessanti”.

Le attività di perquisizioni e sequestro sono state effettuate dagli appartenenti al Gruppo della Guardia di Finanza di Prato, nel quadro del coordinamento espletato dalla prociura di Prato, che ha promosso una sinergia investigativa, con il coinvolgimento di unità del Nucleo investigativo centrale (Nic), della Squadra Mobile della questura di Prato e del Nucleo investigativo del Reparto operativo dei carabinieri di Prato.

© Riproduzione riservata

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