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FIRENZE – Aree interne, dalla Regione più risorse alle Province per svolgere i compiti e le funzioni assegnati. Il Consiglio ha approvato la proposta a maggioranza con i 28 voti a favore di Partito democratico, Italia Viva, Lega, Movimento 5 Stelle, Gruppo Misto-Merito e Lealtà e l’astensione di Fratelli d’Italia.
Nella risoluzione si chiede alla giunta regionale di attivarsi nei confronti del governo affinché, in considerazione del fatto che la spending review applicata nel corso degli anni alle Province si concretizza sostanzialmente in un taglio lineare sui bilanci degli enti che interrompe il percorso di ritorno alla stabilità finanziaria e mette a rischio i servizi nelle funzioni fondamentali e in quelle attribuite dalla Regione, si proceda all’individuazione di ulteriori strumenti, anche normativi, in grado di garantire al sistema degli enti locali, ed in particolare alle Province, le necessarie risorse finanziarie da destinare all’espletamento dei compiti loro assegnati, anche in funzione degli interventi da attuare nelle aree marginali e interne del paese.
Approvato inoltre un emendamento firmato da maggioranza e opposizioni, inserito nell’impegnativa, che prevede il ripristino dell’elezione diretta del presidente e del Consiglio provinciale.
Nell’illustrare la proposta il presidente della commissione Aree interne Marco Niccolai (Pd) ha ricordato l’audizione del 21 aprile scorso dell’Upi (Unione Province d’Italia) Toscana, “dove si segnalavano le difficoltà di bilancio in cui versano le amministrazioni provinciali, con una questione gestionale molto delicata soprattutto su viabilità ed edilizia scolastica”.
Il presidente Niccolai ha spiegato che anche il consiglio regionale se n’è occupato indirettamente “con atti nelle variazioni di bilancio, con un supporto concreto alle amministrazioni provinciali nell’esercizio di funzioni fondamentali”. Il presidente Niccolai ha evidenziato come “i tagli lineari e il contributo alla finanza pubblica chiesto alle Province ne mettano a rischio funzioni fondamentali e per questo è necessario un intervento che stabilizzi questi enti”.
Annunciando l’astensione del suo gruppo la consigliera regionale di Fratelli d’Italia Elisa Tozzi ha parlato di un tema centrale “quello del sostegno economico agli enti locali” e di come “non debba essere utilizzato in modo strumentale. Dopo anni di spending review è necessario invertire la rotta, ma stando attenti al rispetto delle cifre. Si tratta di un tema che ci sta particolarmente a cuore, ma occorre tenere conto di quanto gli enti locali hanno gestito. È necessario un cambiamento nell’approccio nella programmazione di area vasta, tenendo conto dei servizi e delle necessità degli enti locali. Non si può dare solo addosso alla politica del governo, si tratta di politiche che vanno valutate alla luce del debito pubblico complessivo, facendo una valutazione oggettiva”.
Per il consigliere regionale Diego Petrucci (Fdi) “la commissione aree interne ha una vera e propria ossessione verso il governo nazionale. L’utilizzo della commissione per produrre atti contro il Governo – ha aggiunto – è irrituale e anche da irresponsabili. Alla maggioranza suggerisco quando si parla di province, e mi riferisco in particolare a quella di Pistoia, di aiutare il presidente a spendere le decine di milioni che ha in cassa grazie ai fondi destinati alla montagna. Il bando per la residenzialità mi lascia perplesso, la tempistica per accedere di un mese e mezzo è troppo stretta e mi chiedo quanti lo utilizzeranno. Il nome della commissione – ha concluso – andrebbe cambiato in commissione contro il Governo Meloni. Si fa un’opposizione faziosa all’esecutivo e si approvano atti che non servono a niente e che non cambieranno nulla”.
Il consigliere regionale del Partito Democratico Cristiano Benucci ha rassicurato il collega Petrucci: “Non è nostro intento stare contro il governo, questo lo esprimiamo in tanti altri modi. I problemi da affrontare sono la gestione delle strade provinciali in Toscana e la manutenzione delle scuole superiori. Questo non è un ambito residuale. I sindaci non possono amministrare tutto, Unioni dei comuni e Province comprese. Se si decide di non cancellare un ente deve essere guidato e amministrato per bene. Il governo delle province va fatto in modo serio”.
“Sottoscrivo le parole di Benucci – ha iniziato il suo intervento il consigliere Andrea Pieroni (Pd) – le Province erano l’anello più debole e per questo furono individuate come agnello sacrificale sull’altare del risparmio nella spesa pubblica. La Commissione non ha un intento così aggressivo verso il Governo nazionale. La riforma cosiddetta Delrio ha creato enti di serie A, le città metropolitane, e di serie B, tutte le altre province, e questo gap è da colmare. I tempi sono maturi anche per ridefinirne il ruolo a partire dall’elezione diretta degli organi. Chi gestisce soldi pubblici deve essere legittimato da un’elezione”.
Il consigliere della Lega Massimiliano Riccardo Baldini ha invece proposto, alla luce del dibattito in Aula, “di svolgere un approfondimento rinviando la discussione. Mi pare che quello delle Province sia tema che ci sta a cuore. Questo tema meriterebbe e meriterà un confronto più ampio, confronto già in atto a livello parlamentare e di governo. In questo atto qualche elemento di strumentalizzazione c’è a partire dall’oggetto. Noi siamo a favore dell’elezione degli organi della Provincia perché serve una pienezza di funzioni”.
Il capogruppo del Partito democratico Vincenzo Ceccarelli ha rassicurato il consigliere Petrucci: “Non ce l’abbiamo con il Governo e chiediamo soldi anche alla giunta, come con la risoluzione per il sostegno delle aree montane. Questo atto chiede la relegittimazione del ruolo delle Province che passa anche attraverso l’elezione diretta e il consenso dell’elettorato. Quella di Delrio fu una legge sciagurata che anticipava la fine di un Ente delegittimato da tanti governi”.
Nella sua replica il presidente della commissione Niccolai ha spiegato che “si tratta di una risoluzione equanime. Nella vicenda non c’è valutazione politica e partitica, dal 2010 tutti i governi hanno tagliato e sono stati coinvolti”. Poi la richiesta ai colleghi di centrodestra “di chiedere al ministro Fitto di fare qualcosa di concreto, sbloccando 40milioni di euro di fondi ai nostri comuni per gli interventi antincendio che erano già stati finanziati per le Aree interne”. “Sono stati tolti – ha aggiunto – anche i 500milioni previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza per le infrastrutture sociali e di comunità della Aree interne con le graduatorie che però erano già state approvate. E per questo abbiamo tanti comuni in forte difficoltà”.
Il presidente Niccolai ha concluso il suo intervento difendendo l’operato della commissione che presiede spiegando che “grazie a un suo voto, e al voto unanime del Consiglio regionale, in Toscana il 30 per cento dei fondi strutturali, da qui al 2027, verranno destinati ai comuni e alle imprese delle aree interne. Di questo siamo tutti orgogliosi e spesso in commissione c’è stata poca contrapposizione politica e tanta coesione per raggiungere insieme obiettivi importanti”.