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PRATO – Si sposta in punti strategici della città per intercettare lavoratrici e lavoratori stranieri, offrire loro informazioni e orientarli nella ricerca di un’occupazione regolare, promuovendo i servizi dei Centri regionali per l’impiego, dei Comuni e della Asl Toscana Centro.
E’ il camper che a Prato si batte contro il lavoro nero e lo sfruttamento. Il progetto, che ha visto già coinvolti 400 utenti provenienti da diversi Paesi, in particolar modo Pakistan, Bangladesh e Nigeria, ha preso il via a marzo e continuerà il percorso itinerante fino a metà giugno.
Al camper hanno fatto visita in piazza del Comune anche l’assessore al lavoro e alla formazione della Regione Toscana Alessandra Nardini e l’assessore al coordinamento delle politiche per la cittadinanza e le comunità migranti del Comune di Prato Simone Mangani.
L’esperienza di questo particolare furgone che si muove per i diritti è stata pensata come un’azione sperimentale e rientra tra le attività promosse da ‘Commit – COMpetenze Migranti in Toscana’, progetto nato con la doppia finalità di favorire l’inclusione lavorativa dei migranti nel territorio toscano, valorizzandone la presenza come opportunità per il sistema produttivo locale, e di consolidare la collaborazione tra attori pubblici, privato sociale, tessuto imprenditoriale. È curata dagli orientatori di Arti, l’agenzia regionale toscana per l’impiego, e della sua società in house, Fil Formazione innovazione lavoro. Nell’ambito del suo viaggio nel territorio comunale ha anche avviato un’indagine per rilevare la percezione del lavoro da parte dei cittadini migranti, nonché invitarli a raccontare il proprio vissuto ed eventuali vicende di sfruttamento e discriminazione. Finora sono stati raccolti oltre 200 questionari.
L’unità mobile, attiva da tre a cinque giorni a settimana, proseguirà il suo tour fino alla prima metà di giugno. A bordo ci sono tre orientatori di Fil e Arti. In questi mesi ha fatto tappa nei luoghi della quotidianità e quelli più frequentati da cittadini migranti: dal Parco Prato alle piazze del centro storico e ai Cas, dal mercato alla sede dei servizi sociali in via Roma.
Simone Mangani: “Lo sportello mobile va nei luoghi di socialità e informali, quindi non di produzione, dove i lavoratori tendono a scomparire e preferiscono non denunciare”.
Alessandra Nardini: “Questo esperimento che abbiamo realizzato con Fil e Arti nell’ambito del progetto Fami Commit rappresenta una vera buona pratica. Invece di aspettare che siano cittadine o cittadini di Paesi terzi a doversi recare ai servizi, abbiamo allestito un punto mobile per informare e sensibilizzare sul lavoro regolare”.
“Commit – COMpetenze Migranti in Toscana” è un progetto finanziato con le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea attraverso il Fondo Asilo Migrazione e Integrazione Fami progetto. Capofila è la Regione Toscana, che ha come partner, oltre a Arti e Fil srl, anche Anci Toscana, Consorzio Servizi Lavoro, Solidarietà Caritas e Consorzio Metropoli.
Uno degli obiettivi principali del progetto è la promozione di azioni di inclusione lavorativa, l’implementazione di percorsi mirati che vanno dalla messa in trasparenza delle competenze, all’apprendimento di abilità per la ricerca efficace del lavoro fino al supporto attivo nel matching tra domanda e offerta.
Nell’ambito di Commit, tra le attività nate per rafforzare il contrasto al lavoro irregolare, è stato elaborato anche “Il lavoro ed altro”, breve vademecum sui servizi offerti dai Centri per l’Impiego per la ricerca attiva del lavoro e l’auto imprenditoria, sui servizi del territorio (servizi sociali e sanitari) e sugli argomenti più significativi che ruotano intorno al mondo del lavoro (dal curriculum vitae ai contratti di lavoro, alla sicurezza, ai diritti sindacali).