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Ballottaggio a Cecina, la sfida Giangrande-Lia Burgalassi

Al voto 23 e 24 giugno Giangrande, centrodestra, 30.12%, con Burgalassi, Pd, centrosinistra, 27.14%. Burgalassi apparentamento con Di Pietro, 18.26%. Pazzaglia, ex segretario Lega, 11.74%, chiude la porta a centrodestra: "Minato qualsiasi rapporto fiducia"

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CECINA – Ballottaggio a Cecina, la sfida Giangrande-Lia Burgalassi

Ballottaggio a Cecina, al voto del 23 e 24 giugno è sfida Salvatore Giangrande, centrodestra, 30.12%, con Lia Burgalassi, Pd, centrosinistra, 27.14%, nel Comune commissariato in provincia di Livorno.

Sfida con non poche tensioni. Lia Burgalassi arriva al ballottaggio con l’apparentamento con Domenico Di Pietro, Fuori dal Comune, 18.26% al primo turno.

 

Ballottaggio a Cecina, la sfida Giangrande-Lia Burgalassi
Ballottaggio a Cecina, nella foto Lia Burgalassi con Elly Schlein (Foto Fb Lia Burgalassi sindaca)

Salvatore Giangrande arriva al ballottaggio con la porta sbattuta in faccia dal candidato sindaco Federico Pazzaglia, 11.74% al primo turno, ex segretario locale Lega Salvini e candidato sindaco al ballottaggio 2019 alle amministrative vinte da Lippi, Pd.

Una Lega Salvini a sostegno di Giangrande che ottiene appena 1.65% al primo turno.

 

Ballottaggio a Cecina, la sfida Giangrande-Lia Burgalassi
Ballottaggio a Cecina, nella foto Salvatore Giangrande con vicepremier Tajani (Foto Fb Salvatore Giangrande sindaco)

Pazzaglia con un video via Fb punta il dito contro Mirta Merli, Fratelli d’Italia, e Chiara Tenerini, deputata Forza Italia, entrambe candidate in Consiglio Comunale a Cecina, Tenerini la più votata dopo il dem Roberto Gori.

Ree entrambe secondo Pazzaglia di avergli attribuito la responsabilità del ballottaggio a Cecina. Pazzaglia: “Minato qualsiasi rapporto di fiducia. A me le poltrone non interessano”.

Poi Pazzaglia: “Sono stato cercato da persone vicine a Giangrande. Abbiamo fatto un incontro interlocutorio e generico. Da allora non si è parlato di altre questioni. In compenso Mirta Merli con un post sostiene che la responsabilità del ballottaggio è dovuto a un mio personalismo e che avrebbero vinto solo recuperando gli astenuti per colpa nostra. A confermare le responsabilità addossatemi da Tenerini. E’ stato minato qualsiasi rapporto fiducia. A me le poltrone in interessano. Si dovevano creare condizioni per progettare qualcosa di positivo. Noi vogliamo mantenere intatti i nostri valori di coerenza, trasparenza, libertà”.

Cecina, provincia di Livorno, unico Comune in Toscana commissariato al voto delle amministrative 2024, dopo le dimissioni del sindaco Pd Samuele Lippi, candidato in Consiglio Comunale con la lista Noi propositivi a sostegno da Federico Fulceri sindaco, che in chiave ballottaggio vanta un interessante 9.56%.

Di Pietro dopo l’apparentamento con Burgalassi: “io non entro in giunta, così sarà e lo avevo già ricordato comunicando dalla mia pagina l’accordo programmatico con il PD.
Allo stesso tempo, Fuori dal Comune, in assemblea, ha deciso il posizionamento del movimento. Decisione maturata in seguito all’analisi del voto, scegliendo il percorso che potesse dare risposte alle oltre 2600 persone che hanno scelto le nostre idee. Sentiamo la responsabilità di dare voce alla proposta politica che nuova speranza e partecipazione ha portato sul territorio. Per farlo, abbiamo portato dentro al programma di Lia Burgalassi i nostri temi. Non abbiamo mai nascosto che il nostro orientamento è civico ma nel solco ideale del centrosinistra”. Poi: L’attacco ricevuto da Giangrande ci ricorda tanto la favola della volpe e dell’uva. Per correttezza ho personalmente incontrato Salvatore per comunicargli la decisione del nostro movimento circa l’impossibilità di lavorare fianco a fianco con partiti che vengono da una tradizione politica molto lontana dalla nostra, come ho sempre riferito in campagna elettorale ai tanti di loro che mi chiedevano se avremmo potuto lavorare insieme al secondo turno. La rabbia degli attacchi di questi giorni ci conferma che non abbiamo niente in comune”.

Poi Di Pietro insieme a Burgalassi: “Crediamo che l’amministrazione dei prossimi cinque anni debba concentrarsi su un metodo di lavoro che sia di rottura col passato e che trovi nei termini di partecipazione, trasparenza e inclusione i propri cardini metodologici”.

Salvatore Giangrande: “È evidente che vi siano persone, sedicenti di destra, che fin dall’inizio della mia discesa in campo fanno solo gli interessi della sinistra. Per perseguire questi interessi hanno avuto come unico argomento la mia denigrazione e ora hanno concentrato i loro favori sul Pd. Si tratta di una circostanza tristissima, non tanto per l’ambiguità mostrata da suddette persone, quanto per la loro pervicace volontà di avvelenare i pozzi, alimentando l’odio verso la mia persona.

Ci avevano raccontato di essere due coalizioni che si fronteggiavano, sembrava che la frattura fosse nata perché uno pensava che sarebbe stato il candidato ufficiale del PD mentre l’altra era poi stata la prescelta.
Da qui un esercito di associazioni e giovani a creare un movimento alternativo all’amministrazione tradizionale denominato ‘Fuori dal Comune’. Ebbene Domenico Di Pietro si era sbagliato: lui non vuole stare fuori, ma dentro al Comune al fianco di Lia Burgalassi, l’assessore di sempre. Si sa, il richiamo delle poltrone e del potere è irresistibile, da fuori a dentro è un attimo. Dentro di nuovo, per la precisione”.
Chiara Tenerini: “La scelta di Salvatore Giangrande, che fin dall’inizio abbiamo fortemente voluto alla guida del nostro progetto politico, si rivela quella giusta. Abbiamo costruito una proposta di governo forte e coesa, basata sulla competenza e sull’impegno civico, capace di parlare a tutte le anime della città e rappresentare i cittadini in maniera trasversale. Gli elettori ci hanno confermato che è la strada da percorrere per rilanciare Cecina. Ora al ballottaggio puntiamo a vincere per dare alla città un’amministrazione solida, efficace e trasparente, in grado di far ripartire con nuovo slancio il nostro territorio”.

© Riproduzione riservata

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