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Migranti, Giani: “No al Centro rimpatri in Toscana”

Presidente Regione dopo incontro con commissario governativo Valenti. Sindaco Biffoni, presidente Anci Toscana: "Servono strumenti per gestire il fenomeno. Ascoltate i sindaci"

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FIRENZE – Migranti, Giani: “No al Centro rimpatri in Toscana”

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani dice no al Cpr Centro permanenza per il rimpatrio migranti in Toscana dopo il vertice in prefettura con il commissario nazionale governativo per emergenza migranti Valerio Valenti.

Vertice presieduto dal prefetto di Firenze Francesca Ferrandino. Con i prefetti della Toscana, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il sindaco di Prato Matteo Biffoni, presidente Anci Toscana con delega immigrazione.

Nardella e Biffoni nei giorni scorsi avevano lanciato l’allarme per la gestione dei migranti minori non accompagnati collocati in Toscana. Definendo ingestibile la situazione.

Una Toscana in cui da dicembre scorso nei porti di Livorno e Marina di Carrara stanno sbarcando profughi come assegnato dal Governo Meloni.

Giani: “Rimane il no al Cpr, ma c’è la consapevolezza che la Toscana può essere leader nel sistema dell’accoglienza con tre elementi: più risorse da parte dello Stato per il sistema Sai e Cas su cui si regge l’accoglienza diffusa; la capacità in ogni provincia di costruire una struttura volano, di transito, per la permanenza di una settimana; un sistema concertato con le associazioni e le realtà del terzo settore, quello che animò la prima accoglienza diffusa”.

Biffoni: “Servono strumenti che aiutino i Comuni a gestire il fenomeno migratorio ma vediamo che le novità introdotte dalla legge di conversione del Dl 20/2022 appena approvata dal Parlamento prevede il forte ridimensionamento applicativo della protezione speciale, l’esclusione dei richiedenti asilo dal SAI e la stretta sulle conversioni dei permessi di soggiorno. Come delegato Anci non mi compete entrare nel merito della logica politica sottesa al provvedimento. Devo però segnalare una preoccupazione di carattere gestionale, derivante dall’effetto immediato di queste norme, che rischia di aumentare le presenze irregolari sui territori e, riducendo i servizi per l’integrazione e le categorie che accedono al SAI, di impattare negativamente sui servizi sociali. Aumentare il numero di irregolari, inevitabilmente, non ci aiuta a combattere insicurezza, marginalità e degrado e a costruire coesione sociale”.

Poi il presidente Anci Toscana: “I Comuni hanno bisogno di altro: risorse per l’integrazione, a partire dalla conoscenza dell’italiano, più sicurezza e coesione sui territori, strumenti per la protezione dei minori stranieri non accompagnati. L’appello è dunque sempre lo stesso: ascoltateci. Ascoltate i sindaci, i territori. Ma anche le imprese, che non credo siano particolarmente contente della stretta sulla convertibilità dei permessi di soggiorno in permessi per lavoro. Noi ci siamo, sempre disponibili a ragionare insieme, a trovare soluzioni equilibrate. Purché si rimanga su un piano di concretezza”.

Giani: “Il tema per la Toscana rimane quello di creare le condizioni perché lo Stato possa farsi carico di una serie di modifiche legislative. Ad esempio i Cas, che rappresentano un po’ il sistema di accoglienza diffusa che la Toscana ha ideato e privilegiato, devono essere sostenuti economicamente. Da quando, con i decreti Salvini, è stato messo il limite dei 34 euro e si è guardato a tagliare, è evidente che per gestirli non ci sono più quelle associazioni, quel volontariato, quegli enti che ne avevano fatto un elemento di integrazione. Ho posto questo problema per firmare l’intesa sull’emergenza immigrazione, così come ho posto la necessità di un tavolo di coordinamento permanente che possa fare la radiografia del nostro territorio sull’accoglienza”.

Secondo Giani “Le migliori possibilità di accoglienza non necessariamente devono essere su Firenze, Pisa, Siena, Livorno, cioè sulle grandi città, ma possano essere in quei luoghi maggiormente colpiti dallo spopolamento. Per questo credo che ci sia la necessità di andare a coltivare in ogni provincia centri che possano fungere un po’ da volano per facilitare poi una collocazione con una maggiore capacità di ragionare su qual è il luogo adatto dove una famiglia di migranti possa andare. Non possiamo accettare intese quando non c’è un lavoro preventivo di concertazione. E su questo tema l’emergenza immigrazione sarebbe bene che tutte le Regioni procedessero all’unisono”.

Quindi Giani: “Ho condiviso la sollecitazione che alla premier Giorgia Meloni ha fatto il presidente della conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga sulla necessità di far partecipare di più le Regioni nell’imminente dibattito istituzionale. Voglio chiedere a loro di essere tutti più partecipi quando ci viene chiesta l’intesa su temi importanti come l’immigrazione. Quindi, il confronto con il prefetto Valerio Valenti non poteva che essere sereno e costruttivo”.

 

© Riproduzione riservata

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