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Kata scomparsa, zio Abel arrestato punto di svolta? Dipende

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Kata scomparsa, zio Abel arrestato punto di svolta? Dipende

L’arresto dello zio materno Abel, detto Dominique, punto di svolta per arrivare alla verità sulla piccola Kata, scomparsa il 10 giugno da ex Astor a Firenze?

Dipende.

Dipende da ciò che zio Abel dichiara agli inquirenti in fase di interrogatorio in carcere.

Primo interrogatorio svoltosi mercoledì 9 agosto.

E’ accusato di tentato omicidio nell’ex Astor zio Abel insieme ad altri tre peruviani.

Di gestione di racket degli affitti nell’ex hotel Astor.

Lo stabile occupato da peruviani e rumeni in via Maragliano a Firenze in cui la piccola Kata viveva con la mamma.

E da cui la bambina di 5 anni è scomparsa sabato pomeriggio 10 giugno.

Il padre in quella fase era in carcere per furto.

Zio Abel è colui al quale la piccola Kata era stata affidata dalla sorella, la mamma della bambina, quel sabato 10 giugno.

Colui che si è “distratto un attimo”. Per poi accorgersi, disse nelle immediate ore dopo la scomparsa della piccola Kata, che in quell’attimo di distrazione la bambina di cinque anni non c’era più.

Zio Abel accusato di essere uno dei capi del racket degli affitti nell’ex hotel Astor, sgombrato il 17 giugno.

Clima del terrore, l’hanno definito gli inquirenti.

Tentato omicidio, è l’accusa, di un uomo ecuadoregno precipitato dall’ex Astor il 28 maggio scorso per fuggire da minacce di morte e mazze da baseball.

Pochi giorni prima del 10 giugno, giorno della scomparsa della piccola Kata.

Non accuse da poco.

Ora, al di là delle loro dichiarazioni ufficiali, ritenere che i genitori della bambina non fossero al corrente di cosa accadesse nell’ex Astor, è evidente non possa essere ipotizzabile.

Genitori perquisiti con tanto di cellulari sequestrati mentre le forze dell’ordine procedevano con gli arresti di zio Abel e degli altri tre peruviani.

Ma, anche alla luce di zio Abel arrestato con l’accusa di tentato omicidio, fino a che punto i genitori sanno?

Dando per scontato – con una figlia scomparsa – che abbiano riferito tutto quello che sanno ai carabinieri?

Considerando le accuse mosse allo zio, dunque a un familiare stretto della bambina rapita, più che un sequestro per estorsione (il fascicolo aperto è per sequestro di persona a scopo di estorsione) lo scenario sembra essere di sequestro per vendetta.

Richieste economiche di riscatto non ce ne sarebbero state.

Il generale Garofano, ex comandante dei Ris di Parma, in questa vicenda consulente dei genitori della piccola Kata, Kataleya Alvarez, parlò di “punizione esemplare” e di “sequestro premeditato”.

E certo il rapimento di una bambina in ottica punizione è punizione esemplare. Esemplare e spietata.

Ma punizione esemplare nei confronti di chi? Di zio Abel? Dei genitori? Di tutta la famiglia?

La bambina è stata portata via dall’ex Astor senza lasciare un’ombra di traccia. E’ il risultato di due giorni di perquisizioni perfino nelle fogne dei reparti speciali dei carabinieri. Non una sola traccia.

Questo significa che chi ha sequestrato la bambina sapeva il fatto suo. E conosceva alla perfezione l’ambiente, l’ex Astor, in cui si muoveva.

Non solo.

Nessuno ha visto e sentito niente quel sabato pomeriggio 10 giugno. Questa sarebbe la versione ufficiale degli occupanti. Clima di omertà oltre che di terrore.

Ma in questo sequestro niente è stato escluso. Nemmeno che la bambina quel sabato pomeriggio 10 giugno possa non aver urlato perché avvicinata da persona/e a lei conosciute.

Intanto sono passati due mesi. Due mesi senza la piccola Kata.

 

© Riproduzione riservata

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